Mirabilissimo100’s Weblog

marzo 15, 2020

CORONAVIRUS COVID-19 EMERGENZA IN ITALIA: LA PANDEMIA SI DIFFONDE IN AFRICA PERICOLOSI GLI SBARCHI

Rescued refugees from Libya

 
VOX NEWS.INFO
15 MARZO 2020
DALL’AFRICA CONTINUANO A PARTIRE TANTI BARCONI

MALTA RESPINGE BARCONE IN LIBIA, TRAFFICANTI ROSICANO: “E’ ILLEGALE”

https://voxnews.info/2020/03/15/malta-respinge-barcone-in-libia-trafficanti-rosicano-e-illegale/
 

FANNO ARRIVARE 400 CLANDESTINI MENTRE VOI SIETE CHIUSI IN CASA

https://voxnews.info/2020/03/14/fanno-sbarcare-400-clandestini-mentre-voi-siete-chiusi-in-casa/
 
 

CHIUDONO ITALIANI IN CASA E SPALANCANO I PORTI: QUASI 200 SBARCATI DA ZONE INFETTE

https://voxnews.info/2020/03/14/chiudono-italiani-in-casa-e-spalancano-i-porti-quasi-200-sbarcati-da-zone-infette/
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FORMICHE.NET
 
MARZO 2020
ROSSANA MIRANDA

Dal Marocco alla Tunisia. Cosa succede in Africa sul coronavirus

 
Il rischio epidemia nel continente africano è sempre alto, perché le condizioni del sistema sanitario non permettono di gestirla o contenerla. Tuttavia le condizioni ambientali e la popolazione più giovane rendono l’impatto del virus, al momento, molto contenuto

Il coronavirus continua ad espandersi in tutto il mondo. Ed è già arrivato in Paesi che sembrano immuni. Lunedì sono stati confermati i primi casi in Marocco, Arabia Saudita, Giordania e Senegal, tutto con pazienti provenienti dai focolai in Italia e in Iran.

L’Organizzazione mondiale della Sanità si mantiene vigile e prudente. Non ha ancora dichiarato la pandemia mondiale, ma la possibilità che venga fatto non è del tutto esclusa. Ci sono 90.000 persone contagiate con il Covid-19 in 71 Paesi, il numero di morti è 3200, quasi tutti in Cina.

La mappa di Google segnala casi anche in Algeria e Tunisia. In Nigeria si è registrato il caso di una persona che ha presentato sintomi al rientro di un viaggio a Milano, mentre in Marocco c’è un marocchino (residente in Italia) contagiato con il virus e ricoverato all’Ospedale Moulay Youssef di Casablanca. In Senegal c’è anche un cittadino francese (il quinto positivo di coronavirus) rientrato dalla Francia.

In Africa si è cominciato a parlare di coronavirus il 27 febbraio, quando il Centro di Controllo di Malattia della Nigeria ha confermato il primo caso di Covid-19. È stato il primo caso nell’Africa subsahariana, giacché c’erano stati pazienti positivi in Egitto e Algeria. Al momento, secondo i dati ufficiali, ci sono 10 casi in tutto il continente africano.

La preoccupazione maggiore è per la propagazione dell’epidemia in Paesi con sistemi sanitari deboli e poche risorse economiche e logistiche per la gestione dell’emergenza. Il coronavirus, a differenza di altre malattie, ha un indice di mortalità più basso ma si trasmette con molta più facilità.

Tuttavia, il direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’Africa, Matshidiso Moeti, ha detto all’emittente britannica Bbc che tra due settimane circa tutti i Paesi dell’Africa sub-sahariana saranno in grado di testare il coronavirus. Moeti ha informato che 33 nazioni africane sono già dotate dei mezzi per farlo, mentre un mese fa i Paesi attrezzati erano soltanto Senegal e Sudafrica. Inoltre, ha dichiarato che lo scenario peggiore per il coronavirus in Africa sarebbe se il virus si diffondesse rapidamente nelle città africane prive di strutture per contenere e curare le persone. In Nigeria ci sono 43 persone – di cui 4 cinesi – che sono state messe in quarantena nello stato dell’Altopiano settentrionale.

Per ora, dunque, i casi di Covid-19 in Africa sono puntuali e localizzati. Il virus, a differenza di altre zone, non circola liberamente. In un’intervista con la rivista Muy Interesante, Fernando González, professore di Genetica e responsabile dell’Unità Mista di Ricerca dell’Università di Valencia, sottolinea il fatto che in un continente con 1,2 miliardi di abitanti, avere 10 casi sparsi in diversi Paesi non è una situazione grave: “Questo però non vuole dire che non ci siano altri. Bisogna tenere conto che in questi Paesi la capacità di identificare i nuovi casi è scarsa. Una cosa sono i pazienti confermati e un’altra quelli che ci sono realmente. Ma comunque, in confronti con altre zone del pianeta, in Africa c’è molta meno incidenza”.

“Crediamo, ma è ancora da verificarsi, che le condizioni ambientali in Africa bloccano la trasmissione del virus – spiega l’esperto -. Sappiamo che il nuovo coronavirus si sta diffondendo in Paesi con un clima specifico e in condizioni epidemiologiche che facilitano molto la trasmissione tra le persone che sono vicine”.

Anche il fatto che i Paesi africani hanno un’alta densità demografica – ad esempio Nigeria ed Egitto – aumenta le possibilità di diffusione. L’impatto del virus però potrebbe essere minore perché si tratta di una popolazione giovane, in confronto a quella europea e asiatica. Giocano contro, invece, le pessime condizioni igienico-sanitarie. “Il bilancio? Bisognerà vedere cosa succede progressivamente – conclude González -. In Africa qualsiasi epidemia ha il potenziale di provocare una catastrofe, perché non ci sono molti mezzi per gestirla e contenerla”.

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https://formiche.net/2020/03/africa-coronavirus-numeri/

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A CURA DI QUI ITALIA NEWS

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novembre 11, 2019

BOLIVIA: EVO MORALES SI E’ DIMESSO

Filed under: bolivia, FASCISTI, golpe, politica — Tag:, , , , , — mirabilissimo100 @ 11:43 PM

 

Risultato immagini per evo morales"

 
EVO MORALES
 
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LE FORMICHE.NET
 
11 NOVEMBRE 2019
 

Il presidente eletto in Argentina, Alberto Fernandez, ha denunciato “il colpo di Stato” avvenuto in Bolivia contro il presidente Evo Morales, promettendo di difendere “con forza la democrazia in tutta l’America Latina”. “Noi difensori delle istituzioni democratiche ripudiamo la violenza che ha impedito a Evo Morales di concludere il proprio mandato presidenziale e ha alterato il corso del processo elettorale”, ha scritto Fernandez sul proprio account Twitter.

Sulle strade di La Paz, ci sono state scene di giubilo da parte di milioni di boliviani. I manifestanti hanno gridato “Yes, we could” (“Sì, ce l’abbiamo fatta”), rievocando il riuscito slogan della campagna elettorale di Barack Obama. E hanno esploso petardi e fuochi di artificio. Alla fine è stato il voltafaccia dell’esercito a scrivere la parola fine, con il capo delle forze armate che ha detto a Morales che doveva andarsene nell’interesse della stabilità del Paese.

Ma mentre per molti rappresentava un leader non democratico aggrappato al potere, per altri, in particolare i boliviani poveri, era un presidente che dava voce a milioni di persone. Primo leader indigeno nella storia della Bolivia, è riuscito a rendere una società profondamente disuguale più inclusiva. I suoi sostenitori hanno parlato di colpo di Stato, i detrattori di fine della tirannia. Comunque si profilano giorni di grande incertezza nella nazione più povera del Sud America. La Bolivia doveva fare i conti da settimane con proteste anti-governative, da quando si sono diffuse notizie di frodi elettorali. Le tensioni sono divampate per la prima volta nella notte delle elezioni presidenziali dopo che lo scrutinio delle schede è stato inspiegabilmente interrotto per 24 ore. Il risultato finale ha dato a Morales poco più del vantaggio di 10 punti percentuali di cui aveva bisogno per vincere subito le elezioni al primo turno. Almeno tre persone sono morte durante gli scontri che ne sono seguiti: alcuni ufficiali di Polizia si sono “ammutinati” per unirsi ai manifestanti.

L’Organizzazione degli Stati americani, che ha monitorato le elezioni, ha annunciato ieri di aver trovato prove di manipolazione dei dati su larga scala e di non poter certificare il risultato delle precedenti elezioni. Durante la giornata, le pressioni su Morales sono continuate a salire, visto che molti dei suoi alleati politici si sono dimessi, alcuni citando timori per la sicurezza delle proprie famiglie. Il capo dell’esercito, il generale Williams Kaliman, ha inoltre invitato Morales a rassegnare le dimissioni “per consentire la pacificazione e il mantenimento della stabilità”. I militari hanno affermato che condurranno operazioni per “neutralizzare” tutti i gruppi armati che hanno attaccato i manifestanti.

Il leader dell’opposizione Carlos Mesa – arrivato secondo alle elezioni del mese scorso – ha ringraziato i manifestanti per “l’eroismo della resistenza pacifica”. In un tweet, ha descritto questo sviluppo come “la fine della tirannia” e una “lezione storica”, aggiungendo “Viva la Bolivia!”. Il Messico ha informato che sta valutando la possibilità di concedere asilo politico a Morales.

(Testo Askanews)

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https://formiche.net/gallerie/dimissioni-bolivia-morales/

 

Attentato in Iraq: Chi sono e cosa facevano i soldati italiani feriti gravemente

Filed under: guerra, iraq, italia, politica — Tag:, , , , , , , — mirabilissimo100 @ 8:34 PM

 

Attentato in Iraq. Chi sono e cosa facevano i soldati italiani feriti gravemente

 
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FORMICHE.NET
 
11 NOVEMBRE 2019
 
ANALISI DI STEFANO VESPA
 
L’analisi di Stefano Vespa e il commento dell’esperto di terrorismo Andrea Manciulli: “Se vogliamo che in futuro l’Iraq funzioni autonomamente anche sul fronte dell’antiterrorismo è importante che gli addestramenti continuino”

Gravissimo attentato nel Kurdistan iracheno. Alcuni soldati italiani delle forze speciali sono stati colpiti da uno Ied, un ordigno improvvisato, e il bilancio è molto pesante anche se nessuno è in pericolo di vita: cinque militari feriti, di cui tre in gravi condizioni. A un incursore del 9° reggimento Col Moschin dell’Esercito sarebbe stata amputata una gamba e a uno del Goi, il Gruppo operativo incursori della Marina, una parte di un piede.

Secondo lo Stato maggiore della Difesa l’ordigno è esploso al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane che, a piedi, stava svolgendo attività di addestramento in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis. I cinque militari coinvolti dall’esplosione sono stati subito soccorsi, evacuati con elicotteri statunitensi e trasportati in un ospedale “Role 3”. Le famiglie dei militari sono state informate. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato messo al corrente dal capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e il ministro ha informato il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio, Sergio Mattarella e Giuseppe Conte. Domani, lunedì, è previsto il Consiglio supremo di Difesa al Quirinale e certamente l’argomento sarà approfondito.

I militari fanno parte della coalizione anti Isis nella missione “Prima Parthica” che comprende anche il Ktcc, Kurdistan Training Coordination Center. Dalle prime notizie non è chiaro se l’ordigno fosse stato preparato per colpire specificatamente i militari italiani o qualunque forza occidentale. Andrea Manciulli, presidente di Europa atlantica e grande esperto di terrorismo, nell’esprimere la vicinanza alle famiglie, ricorda che quei militari “da anni stanno addestrando le forze armate irachene per aiutare a ricostruire l’Iraq e per migliorare la sorveglianza su zone estremamente calde. Quello degli italiani è un lavoro incredibile che merita il massimo riconoscimento istituzionale”.

L’esperienza e la bravura delle Forze armate italiane nelle missioni e specificatamente nell’attività di addestramento è riconosciuta da tempo e Manciulli ricorda gli apprezzamenti internazionali ricevuti quando era presidente della delegazione italiana all’assemblea parlamentare della Nato. “È evidente – aggiunge – che questa azione di addestramento non va messa in discussione e che nell’attuale situazione mediorientale il nostro ruolo è fondamentale”. Quello dei militari italiani, e qui parliamo dell’élite in quanto Forze speciali, “è un ruolo poco conosciuto, ma importantissimo: se vogliamo che in futuro l’Iraq funzioni autonomamente anche sul fronte dell’antiterrorismo è importante che gli addestramenti continuino”.

Almeno su questo la politica non dovrebbe dividersi e infatti la solidarietà sta arrivando da tutte le forze politiche. Manciulli auspica un “supporto bipartisan: ci vuole una forte convergenza in Parlamento e l’unità tra le massime istituzioni per sostenere il lavoro svolto dalle Forze armate”.

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https://formiche.net/2019/11/attentato-iraq-gravi-cinque-soldati-italiani/