Mirabilissimo100’s Weblog

gennaio 21, 2011

DIABETE MELLITICO: TIPO 1 E 2

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Diabete mellito: tipo 1 e 2, sintomi e dieta

Pubblicato da Camilla Buffoli in Dieta, Malattie.
Giovedì, 11 Novembre 2010.
 

 Il diabete mellito, che può essere di tipo 1 o di tipo 2, è una patologia cronica, una malattia che può essere controllata e gestita, ma che non può essere guarita definitivamente. Una sorta di compagna di vita sgradita: il diabete mellito, sia di tipo 1 sia di tipo 2, può e deve essere controllato, grazie alle terapie, ma, soprattutto, grazie ai corretti stili di vita. Diabete, riconoscerlo, identificando i sintomi, diagnosticarlo e controllarlo, con i farmaci, ma anche con la dieta, ecco qualche consiglio utile.

Il diabete mellito di tipo 1

Il diabete di tipo 1, noto anche come diabete giovanile esordisce solitamente durante l’infanzia, l’adolescenza o nei primi vent’anni di vita.
 
Questo tipo di diabete è definito insulino – dipendente, perché può essere trattato solamente attraverso somministrazioni quotidiane di insulina, un ormone che il pancreas non riesce più a fornire in quantità sufficiente.
 
Il diabete mellito di tipo 2

Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa, soprattutto tra i soggetti sovrappeso o tra gli obesi ultraquarantenni.
 
In questo caso, in termini medici, si parla di insulino – resistenza: il pancreas continua a produrre insulina, anche se spesso in scarse quantità, ma il corpo non riesce a utilizzare l’ormone.
 
I sintomi del diabete mellito

Troppo spesso il diabete arriva “in punta di piedi”, senza sintomi evidenti, ma non si tratta di una malattia completamente silente.
 
Tra i campanelli d’allarme, i sintomi da non sottovalure ci sono piccoli malesseri e disturbi, come la poliuria, l’aumento anomalo della minzione, la polidispsia, un senso eccessivo e frequente di sete, la polifagia, la fame eccessiva, l’astenia, la stanchezza, il dimagrimento inspiegabile, gli sbalzi d’umore, con irritabilità e depressione, e i problemi di vista.
 
L’importanza della dieta

Il controllo della dieta rappresenta uno degli aspetti fondamentali del trattamento del diabete.
 
Per chi soffre di diabete di tipo 2 ci sono alcune regole da rispettare, come non eccedere nelle calorie introdotte, controllare la quantità di carboidrati, con particolare attenzione ai carboidrati semplici, che influenzano la glicemia, e introdurre un adeguato apporto di fibre, le sostanze che modulano l’assorbimento degli zuccheri.
 
Il diabete mellito di tipo 1 può essere tenuto sotto controllo solo con le iniezioni di insulina, da modulare in base alle proprie necessità: misurando la quantità di carboidrati assunta, è possibile regolare la dose di insulina, senza il rischio di creare scompensi.
 
Per gli approfondimenti sul diabete mellito, ecco qualche suggerimento utile.
Rischio Diabete: meglio il riso integrale
Caffè contro diabete: ridurrebbe glicemia dopo i pasti
Alimentazione: spinaci contro il diabete
Diabete: regolare la glicemia il prima possibile
Alimentazione: il pane integrale contro il diabete
 

http://www.tantasalute.it/articolo/diabete-mellito-tipo-1-e-2-sintomi-e-dieta/24015/

LA GLICEMIA: VALORI NORMALI E ALTERATI

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Valori glicemia, quando rivolgersi al medico

Venerdì, 12 Novembre 2010.
 
Sono i valori della glicemia, cioè del livello di glucosio (zuccheri) nel sangue, il più immediato parametro da controllare per escludere un’eventuale presenza di diabete. Che sia di tipo 1 o di tipo 2, infatti, il diabete è legato all’incapacità dell’organismo di metabolizzare correttamente gli zuccheri, per mancanza o insufficienza di insulina (l’ormone che dovrebbe svolgere questa funzione) o per la resistenza dell’organismo stesso alla sua azione e il sintomo principale è, appunto, l’iperglicemia.
La glicemia non è sempre uguale nell’arco della giornata, questo anche in persone sane. A digiuno, la concentrazione di glucosio nel sangue varia da 60 a 110 mg/dl. È normale, poi, andare incontro a un rialzamento della glicemia dopo i pasti, perché introducendo cibo aumenta la produzione di glucosio. Dopo i pasti (in genere a distanza di due ore), torna comunque nella norma, se non ci sono problemi.
 
Per questo esistono differenti valori di glicemia da considerare: quella a digiuno, misurata in genere al mattino, comunque a distanza di 8 ore dall’ultimo pasto; e quella post-prandiale, misurata dopo 2 ore dai pasti o a distanza di 2 ore dalla somministrazione di una soluzione di acqua e 75 g di glucosio.
 
Gli esami
Per misurare la glicemia serve un esame del sangue, fatto in laboratorio (presso un qualsiasi laboratorio analisi) oppure con un glucometro (un apposito kit con pungi-dito, strisce reattive e lettore dei valori del tasso glicemico o, nei dispositivi più moderni, un solo apparecchio che integra pungidito, strisce e lettore in un unico apparecchio), dal medico, in farmacia o a casa propria. Oggi esistono anche dispositivi supertecnologici per rilevare il tasso di zuccheri con il telefonino, particolarmente adatti a chi è già diabetico per l’autocontrollo glicemico durante la terapia.
 
In assenza di sintomi particolari, dopo i 45 anni è bene farsi controllare la glicemia ogni tre anni, in assenza di problemi. I soggetti a rischio (per esempio obesi, ipertesi, con famigliari diabetici, con eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue) dovrebbero, invece, fare l’esame prima e ripeterlo più spesso, secondo il consiglio medico.
Quando rivolgersi al medico
Non basta mai un solo esame della glicemia: per una diagnosi certa occorre fare più misurazioni, sia a digiuno sia dopo i pasti. Si può parlare di diabete, e quindi è fondamentale l’intervento medico, quando i valori della glicemia superano: a digiuno, i 126 mg/dl, oppure, a due ore dai pasti, i 199 mg/dl. Bisogna consultare il medico perchè potrebbe trattarsi di diabete anche se si registrano sintomi particolari (perdita di peso inspiegabile, aumento dell’urina, troppa sete) e la glicemia misurata occasionalmente (cioè indipendentemente dal momento della giornata) risulta superiore a 199 mg/dl.
 
Non è diabete, ma si è comunque a rischio (e quindi bisogna modificare lo stile di vita e ripetere più spesso l’esame), se i valori a digiuno sono compresi tra 110 e 126 mg/dl o, post-prandiali, tra 140 e 199 mg/dl.
 
Per approfondimenti suggeriamo:
Diabete mellito: tipo 1 e 2, sintomi e dieta
Diabete: regolare la glicemia il prima possibile
  
 

SALUTE: LA BIRRA CONTRO DIABETE E OBESITA’

Filed under: Senza Categoria — Tag:, , , — mirabilissimo100 @ 3:10 PM

Bere birra fa bene: basta una pinta per dimagrire e combattere il diabete

  
 
fanpage donna
 
20 01 2011
 
 
bere birra
 

Dagli studi condotti dall’ateneo di Barcellona in collaborazione con l’ospedale Clinic e l’istituto di salute di Madrid, emerge una scoperta sensazionale: bere birra fa bene. Tasso alcolico contenuto, ricca di vitamine, di ferro, calcio e soprattutto di acido folico, la bionda per eccellenza si trasforma inaspettatamente in un valido alleato per la nostra salute.

Lo hanno annunciato infatti Ramon Estruch e Rosa Lamuela, i due studiosi che hanno monitorato 1249 volontari tra uomini e donne oltre i 57 anni di età, sottoposti al consumo quotidiano di birra. La singolare ricerca porta oggi i due ricercatori a spiegare perchè non bisogna demonizzare la birra: ” Bisogna sfatare un mito generato dal fatto che, soprattutto i britannici, consumano la birra in grosse quantità, accompagnandola il più delle volte a una montagna di patatine fritte e scarso movimento” . Così pare proprio che da oggi basti ad esempio una pinta di birra al giorno per combattere il diabete, tenuto a bada mangiando mandorle o assumendo medicinali, dai tanti malati che ne soffrono. Non solo, grazie alle sue molteplici proprietà terapeutiche, questa bevanda economica e appettitosa, è uno scudo infallibile per il nostro sistema cardiovascolare e perciò un valido aiuto contro i problemi di pressione.

Per chi poi ha paura di ingrassare bevendo birra e si tiene alla larga dalla bionda in attesa di ridurre il doppio mento con il nuovo farmaco scoperto, ecco un’altra importante rassicurazione dai due studiosi. Non solo la birra fa bene, ma se vi limitate a berne un poco al giorno, potrete addirittura dimagrire velocemente! Pensate infatti che una pinta contiene 200 calorie, vale a dire come un cappuccino macchiato con del latte intero. Preoccupati dagli sviluppi che una rivelazione del genere potrebbe comportare, soprattutto vista l’attuale tendenza al consumo eccessivo di alcolici diffusa tra i giovani, molti si dicono scettici e diffidano dal mitizzare il consumo di birra come bevanda della salute.

Starà insomma come sempre al buon senso di ciascuno non abusare di questa scoperta e speriamo che non si arrivi al paradosso di suggerire la birra contro l’obesità infantile, che si può curare con la frutta!

 

SERENA SETTI E AGNESE LASAGNI RAGAZZE SPARITE DA CORREGGIO SONO STATE TROVATE A ROMA

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Agnese Lasagni e Serena Setti (Ansa)

 

TG.COM

Roma, ritrovate le 16enni fuggite

20/1/2011

Le due teenager scappate da R. Emilia

Sono state ritrovate a Roma le due 16enni scomparse lunedì pomeriggio, Serena Setti e Agnese Lasagni di Correggio, piccolo centro a una quindicina di chilometri da Reggio Emilia. Le due adolescenti stanno bene. I carabinieri hanno già avvisato i familiari.

Lunedì i genitori le avevano accompagnate al centro commerciale verso le 17. Una telecamera di un negozio le ha riperse con certezza alle 17.55: le due amiche avevano acquistato un paio di scarpe. Le famiglie avevano lanciato un accorato tramite la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Alcuni telespettatori avevano segnalato la loro presenza a Modena. Fino al ritrovamento a Roma.

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo501102.shtml

gennaio 20, 2011

El Baradei: «La minaccia nucleare iraniana esagerata dall’occidente»

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GREENREPORT

19 gennaio 2011

El Baradei: «La minaccia nucleare iraniana esagerata dall’occidente»

 

 

LIVORNO. Mohamed ElBaradei, premio Nobel e fino al 2010 direttore generale dell’International atomic energy agency (Iaea), ha detto che i Paesi occidentali hanno esagerato sui rischi del programma nucleare iraniano per creare una bufera mediatica sul caso. Secondo El Baradei «La propaganda mediatica degli occidentali sui rischi legati allo sviluppo nucleare iraniano è stata eccessiva e le richieste irrealistiche dell’Occidente hanno impedito la realizzazione di un accordo con la Repubblica Islamica».

L’ex direttore dell’Iaea ha detto all’agenzia stampa austriaca Apa che «La minaccia posta dal programma nucleare iraniano è stata esagerata dall’occidente». I servizi di intelligence Usa dicevano in un rapporto pubblicato nel 2007 che l’Iran aveva già sviluppato un’arma atomica, ma El Baradei dice che «Teheran aveva di fatto messo fine a questo tentativo all’inizio del 20o3. Attualmente,  questa valutazione rimane corretta».

Però il premio Nobel non esclude affatto che l’Iran possa aver effettuato esperimenti per sviluppare la bomba atomica negli anni ’80, durante la guerra Iraq-Iran, quando minacciava un massiccio attacco chimico contro le truppe di Saddam Hussein.

«Tutti i Paesi, in una situazione simile, dovrebbero riflettere sulla maniera in cui difendersi»,  ha detto EIBaradei, aggiungendo che comunque «Il programma nucleare aiuterà l’Iran a diventare un grande protagonista in Medio Oriente. L’arricchimento dell’uranio è un mezzo per un fine. Un Paese che gestisce le tecniche di arricchimento dell’uranio potrebbe sviluppare l’arma nucleare in un tempo relativamente breve. L’Iran ha pensato che questo poteva inviare un messaggio forte al resto del mondo ed ai suoi vicini».

EI Baradei ha accusato gli americani e i loro alleati occidentali di non aver voluto firmare un accordo con l’Iran facendo negli ultimi anni «Richieste irrealistiche», però spera che Barack Obama possa contribuire ad una soluzione del problema nucleare iraniano durante il suo mandato, sottolineando che «Uno dei punti centrali è quello di abbassare la tensione e i sospetti reciproci  tra Washington e Teheran. L’Iran è uno dei Paesi più importanti del Medio Oriente e potrebbe diventare una chiave della stabilità nella regione. Senza la partecipazione dell’Iran, è difficile risolvere la questione afghana e quelle della Siria e del Libano». Ed  EI Baradei di Medio Oriente se ne intende, visto che è egiziano.

Stranamente le posizioni dell’ex direttore dell’Iaea non hanno avuto molto risalto sulla stampa iraniana (la radiotelevisione ufficiale Irib gli ha dedicato poche righe  di un dispaccio), L’Iran è forse troppo preso a prepararsi al summit con il G5+1 del 21 e 22 gennaio a Istanbul, in Turchia, e l’ambasciatore iraniano all’Onu, Mohammad Khazaei, ha avvertito dagli schermi della rete satellitare iraniana in lingua inglese PressTv, che «I diritti di Teheran per l’uso pacifico dell’energia nucleare non sono negoziabili. I colloqui con il gruppo 5 +1 (Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia, Stati Uniti e Germania) saranno concentrati sui temi di sicurezza, politica, economia e questioni energetiche a livello regionale e internazionale. A nostro avviso, i colloqui in generale sono stati un passo avanti e come abbiamo ricordato anche in precedenza, l’Iran è pronto a impegnarsi nei negoziati seri e pratici e difende il disarmo nucleare internazionale».

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=8570

Energia nucleare. Perché no?

Filed under: Senza Categoria — Tag:, , , , — mirabilissimo100 @ 12:44 PM

GREENREPORT

 19 gennaio 2011

 

Energia nucleare. Perché no?

  

Rianne Teule, senior climate and energy campaigner di Greenpeace International

La domanda più comune che mi viene fatta quando mi trovo ad una festa e qualcuno scopre che lavoro per Greenpeace è: “Che cosa pensi riguardo all’energia nucleare?».

La maggior parte delle persone non vuole sapere qualcosa su come blocco le baleniere con un gommone, o se di recente ho scalato una ciminiera di una centrale elettrica a carbone. No, vogliono discutere di nucleare.

Allora io dico che Greenpeace ha sempre combattuto, e continueremo a combattere, contro il nucleare perché è costoso, comporta un rischio inaccettabile per l’ambiente e per l’umanità e non aiuterà a risolvere il problema del clima.

“Ma l’energia nucleare è pulita!” No.

L’energia nucleare potrebbe produrre meno emissioni di carbonio rispetto ai combustibili fossili, ma è tutt’altro che pulita. Produce scorie radioattive e causa inquinamento radioattivo in tutto il mondo. L’energia nucleare gioca con la salute dell’uomo e dell’ambiente fin dall’inizio della catena nucleare: l’estrazione di uranio. Rovino la festa raccontando alla gente della mia visita piuttosto deprimente in Niger, dove le miniere di uranio contaminano l’aria, l’acqua e il suolo, e creano enormi volumi di scorie radioattive. Ma soprattutto,  l’energia nucleare crea decine di migliaia di tonnellate di scorie letali, che sono radioattive per centinaia di migliaia di anni. Nessuna soluzione è stata ancora trovata per un deposito sicuro per la salute e in sicurezza per scorie pericolose per un periodo di tempo così lungo, che potenzialmente abbraccia molte ere glaciali.

“Ma ci sono nuove e più sicure tecnologie nucleari!” No.

Non ci sono nuove tecnologie che offrono una soluzione per le scorie o per garantire la sicurezza delle centrali nucleari. Dal tempo in cui ho fatto l’esperienza di visitare la zona intorno alla centrale nucleare di Chernobyl, che esplose nel 1986, aree di grandi dimensioni, anche fino a più di 100 km dall’impianto, non sono ancora sicure per viverci. E un succedersi continuo di incidenti nei reattori nucleari e in altri impianti nucleari dimostra come la tecnologia sia vulnerabile.

– Nel settembre 2010, 79 addetti alla centrale nucleare di Koeberg, vicino a Città del Capo, sono stati esposti a livelli significativi di cobalto radioattivo. L’allarme non è scattato e l’incidente è stato rilevato solo dopo che gli operai hanno concluso il loro turno. Attualmente uno dei reattori di Koeberg è chiuso a causa di una o più barre di combustibile difettose che hanno causato alti livelli di radioattività nel reattore.

– Nel dicembre del 2010, oltre 30 milioni di litri di fanghi radioattivi, provenienti dalla rottura di  tre vasche di scorie, si sono riversati nell’ambiente da una miniera di uranio in Niger, gestita dalla società nucleare francese Areva. Almeno 20 ettari di terreno sono contaminati.

– Negli Usa la Nuclear regulatory commission ha rilevato che il trizio radioattivo viene disperso da almeno 27 dei 104 reattori nucleari nazionali, sollevando il problema di come si stia disperdendo dagli obsoleti impianti nucleari.

“Ma l’energia nucleare è a buon mercato!” No.

L’energia nucleare è spesso descritta come “il modo più costoso per bollire l’acqua.” Nonostante quel che ci dice l’industria nucleare, costruire abbastanza centrali nucleari per ottenere una significativa riduzione delle emissioni di gas serra costerebbe migliaia di miliardi di dollari. I costi di costruzione di nuove centrali nucleari in Francia e Finlandia sono in aumento

E abbiamo davvero disperatamente bisogno di queste risorse per mettere in atto le vere e proprie soluzioni per i cambiamenti climatici! L’energia nucleare mina le soluzioni reali per il cambiamento climatico deviando gli investimenti urgenti e necessari lontano dalle fonti di energia pulite e rinnovabili e dall’efficienza energetica.

L’energia nucleare è una cattiva idea. E non è un argomento molto stimolante da discutere ad un party…

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=8563

Fusione fredda: poche le prove a Bologna

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Fusione fredda: poche le prove a Bologna

di Caterina Visco | Pubblicato il 19 Gennaio 2011 12:06

 

Una gran bella scoperta. Se fosse vera. Ma in assenza di verifiche, è necessario mantenere un atteggiamento prudente. E’ un po’ questa l’aria che si respira tra i fisici che hanno assistito all’esperimento dello scorso 14 gennaio. Quando, in un capannone di via dell’Elettricista, a Bologna, l’ingegnere Andrea Rossi e Sergio Focardi, professore emerito dell’Alma Mater Studiorum ed ex preside della facoltà di Scienze dello stesso ateneo, hanno presentato a un gruppo di esperti e giornalisti un macchinario in grado – stando alle loro dichiarazioni – di realizzare il famigerato processo di fusione fredda (vedi Galileo). I due scienziati, però, non hanno voluto dare dettagli rispetto al funzionamento del macchinario, di cui sperano di vendere il brevetto (attualmente di proprietà della moglie di Rossi) e avviare presto la produzione industriale. Per capire meglio cosa è successo e se veramente si tratta di fusione fredda, Galileo ha intervistato Antonio Zoccoli, fisico dell’Infn e docente dell’Università di Bologna, che era presente alla dimostrazione.

Professor Zoccoli, dobbiamo credere o no all’esperimento di Bologna?
“Per ora è come se qualcuno dicesse “ho trovato la cura per il cancro”. Benissimo. Potrebbe essere vero o no, ma per verificarlo è necessaria una lunga serie di sperimentazioni e studi clinici. Qui la situazione è la stessa: c’è stata una dimostrazione – relativamente breve, per la verità, una mezz’ora in tutto – in cui gli autori hanno presentato una macchina che in teoria produce energia in quantità rilevante. L’apparecchio è stato alimentato con un kWatt circa di energia, ottenendone 15 volte tanto, il che è effettivamente una produzione notevole. Ma come ho detto, il risultato deve essere riproducibile. Gli autori dicono che l’intenzione di fare ulteriori misure e verifiche c’è. Ma non hanno specificato né il come, né il quando”.

È possibile che si sia trattato effettivamente di un fenomeno di fusione fredda?
“Il punto è proprio questo: non possiamo saperlo finché non capiamo cosa è successo dentro la macchina, cioè finché non verifichiamo che ci sia produzione di energia nella quantità che gli autori sostengono, che questa produzione sia riproducibile e quale sia l’origine di questa energia. Il problema è che anche gli autori non hanno saputo indicare con certezza l’origine dell’energia prodotta dalla macchina. Tuttavia, se si trattasse di un fenomeno di fusione, dovrebbe esserci, in teoria, emissione di fotoni, sotto forma di raggi gamma. E questo durante la dimostrazione non è avvenuto: i nostri strumenti di rilevazione non hanno registrato nessuna emissione. Ovviamente, anche questo nostro esperimento andrebbe ripetuto più volte, perché può essere condizionato da diversi fattori”.

In genere, prima di annunciare una scoperta così importante, i ricercatori fanno sperimentazioni e verifiche, e pubblicano su riviste accreditate con peer review. In questo caso è avvenuto il contrario. Come mai?
“È un problema di carattere economico. Se gli autori intendono guadagnare da questa scoperta, la segretezza è necessaria per evitare concorrenti, dal punto di vista economico è una scelta ragionevole. Al contrario, sul piano scientifico, è un procedimento discutibile, perchè in questo modo è più difficile verificare la validità di una scoperta”.

http://www.galileonet.it/articles/4d36c65872b7ab2278000031

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VIDEO

SERENA SETTI E AGNESE LASAGNI RAGAZZE SPARITE DA CORREGGIO

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REGGIO EMILIA, SPARITE DUE
16ENNI: APPELLO IN TV -VIDEO

http://www.leggo.it/fotogallery.php?id_fg=13003&id_news=101750&nf=1

Giovedì 20 Gennaio 2011 – 13:08

REGGIO EMILIA – Proseguono le ricerche delle due ragazze di 16 anni scomparse da lunedì pomeriggio, Serena Setti e Agnese Lasagni, residenti a Correggio, ad una quindicina di chilometri da Reggio Emilia. Questa mattina i cani delle unità cinofile dei carabinieri hanno nuovamente battuto il centro commerciale ‘I Petali del Gigliò, attiguo allo stadio di Reggio Emilia, dove sono state viste per l’ultima volta le due ragazze, e le zone vicine, per cercare di ripercorrere l’ itinerario delle sedicenni e raccogliere testimonianze nei negozi dove sono entrate. Gli investigatori stanno anche passando al setaccio tutte le telecamere presenti in quella parte della città. Finora hanno appurato che le due amiche sono uscite dal centro commerciale volontariamente, da sole. Lunedì scorso i genitori le avevano accompagnate al centro commerciale verso le 17. Una telecamera di un negozio le ha riperse con certezza alle 17.55: le due amiche avevano acquistato un paio di scarpe. Già ieri, in tarda sera, i carabinieri erano tornati negli uffici della direzione del centro commerciale per visionare nuovamente le immagini delle telecamere di videosorveglianza. I carabinieri hanno concentrato la loro attenzione soprattutto sugli incontri fatti dalle due giovani all’interno dei ‘Petalì. Inoltre i militari hanno sentito gli amici delle ragazze e stanno svolgendo indagini tecniche sui cellulari delle due amiche, spenti da lunedì sera. Ieri sera si sono recati a Correggio, per fare il punto delle indagini, il sostituto procuratore Maria Rita Pantani e il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Giovanni Fichera. «Sono fuggite», è l’opinione diffusa fra i conoscenti delle due ragazze, che stamane a Correggio si interrogavano sulla sorte delle due amiche nei bar e nei luoghi pubblici del paese. Le famiglie ieri sera hanno lanciato un accorato tramite la trasmissione televisiva di Raitre ‘Chi l’ha visto?’, ma non hanno poi parlato coi cronisti. Dopo la trasmissione, alcuni telespettatori hanno segnalato di averle notate a Modena; segnalazioni al vaglio, come altre, degli investigatori.

APPELLO IN TV “Non sappiamo più nulla di loro da lunedì. appiamo solo che sono state nel centro commerciale e Reggio Emilia lunedì pomeriggio, perché le telecamere a cercuito chiuso ce le hanno fatte vedere mentre acquistavano scarpe, come ci avevano detto, e poi sono sparite. Hanno spento i cellulari e dopo non c’è stato alcun contatto”. Sono le parole dei genitori di Agnese Lasagni e Serena Setti a “Chi l’ha visto” mercoledì sera. Le due sedicenni, originarie di Correggio, non si trovano da lunedì scorso. Le ultime notizie risalgono a inizio settimana quando le due sono state notate al centro commerciale ‘I Petali del Giglio’, di Reggio Emilia. L’area è attigua allo stadio sportivo Giglio nella periferia nord di Reggio. Per le ricerche sono state mobilitate anche le unità cinofile dei carabinieri.

APPELLO DISPERATO La madre di Agnese a “Chi l’ha visto?” quasi non è riuscita a parlare. “Senza di loro non possiamo continuare, che tornino a casa”, ha chiesto con la voce rotta dal pianto. “Vogliamo solo implorare che ritornino”, ha detto il padre di Serena, aggiungendo un particolare quasi a convincere la figlia: “Abbiamo un cagnolino, un beagle, che ha capito che è successo qualcosa e non mangia più, se potesse implorare lo farebbe anche lui. Non siamo arrabbiati tornate e se ci sono dei problemi siamo pronti a parlare”. Anche in serata i carabineri sono rimasti ad indagare nel centro commerciale ‘I petali del Giglio’ dove le sedicenni sono state viste per l’ultima volta.

VIDEO

“Chi l’ha visto?” sulle due sedicenni sparite
 
 

 

YARA GAMBIRASIO: UNA SENSITIVA DICE CHE SI TROVA IN FRIULI

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LA STAMPA.IT
  
  
20/01/2011
 LA RAGAZZINA SCOMPARSA A BREMBATE SOPRA

Una sensitiva: “Yara è in Friuli”
Ma di lei non c’è nessuna traccia

Le indagini sulla 13enne si sono concentrate a Viaso, in Friuli

Non hanno dato esito le ricerche avviate in Friuli, in Carnia, dai carabinieri per ritrovare Yara Gambirasio, la ragazza di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa da 55 giorni. Una sensitiva – scrivono oggi i giornali locali – aveva detto ai carabinieri che «la tredicenne avrebbe potuto trovarsi lungo un torrente nei pressi dell’abitato di Viaso, nel comune di Socchieve». I controlli sono scattati, come sempre in questi casi. I carabinieri della stazione di Ampezzo, coadiuvati dai colleghi della compagnia di Tolmezzo, hanno cercato l’adolescente, o qualsiasi indizio riconducibile a lei, per due giorni, ma senza risultati, hanno spiegato.

Alle ricerche hanno partecipato anche alcune unità cinofile appartenenti al Nucleo carabinieri di Torreglia (Padova). «Non è stato trovato nulla che abbia a che fare con la ragazza – è stato riferito – neppure un oggetto». Secondo il Gazzettino.it da 48 ore gli investigatori hanno concentrato le indagini nella zona vicino a Viaso, in Friuli Venezia Giulia.

Sono statai setracciati torrenti e boschi di una zona della Carnia. «Si tratta di una segnalazione non completamente circostanziata, ma che ha richiesto in ogni caso un’approfondita verifica», ha detto il magistrato che coordina le indagini al Gazzettino. Per questo sono scese in campo tutte le forze disponibili, dal Soccorso alpino della Finanza, ai Carabinieri, alla Polizia, fino ai volontari di Protezione civile e a quelli del Soccorso alpino della zona.

L’informazione ha portato a concentrare le ricerche della ragazza nel piccolo borgo di Viaso, una frazione di Socchieve che conta una sessantina di residenti. «Da lì – spiega il sindaco Roberto Fachin – si sale verso una montagna caratterizzata da un territorio piuttosto impervio, l’altura di Col Gentile». «Fino ad ora – riferisce il procuratore Buonocore – le ricerche non hanno portato a nulla di concreto».

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/385176/

LIONE: LALITA BAMBINA SUICIDA A 9 ANNI

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LEGGO.IT

HA IL DIABETE: BIMBA SUICIDA
PER LE CARAMELLE

Mercoledì 19 Gennaio 2011 – 22:29

LIONE – «Non ci sono dubbi, è un suicidio»: stenta a credere alle sue stesse parole il procuratore della Repubblica di Lione, nell’annunciare che a togliersi la vita, gettandosi dalla finestra di casa, è stata Lalita, una bambina di nove anni. È «un caso rarissimo», dicono gli psicologi. Impressiona la determinazione della piccola, affetta da diabete cronico, che prima di uccidersi ha scarabocchiato su un foglio le sue intenzioni. Il dramma è avvenuto ieri sera a Pierre-Benite, un piccolo comune vicino a Lione, nel centro della Francia. La bambina si è lanciata nel vuoto dalla finestra della sua cameretta, al quinto piano del palazzo in cui abitava con la sua famiglia. Subito portata all’ospedale in condizioni disperate, è morta nella notte. Lalita aveva il diabete cronico, una malattia che la tormentava da sempre e che la costringeva a una dieta ferrea. La disperata decisione di uccidersi è arrivata dopo una lite con la baby-sitter: «la donna l’aveva sgridata sulla dieta e sul fatto che mangiava troppe caramelle». Lalita, disperata come un’adulta, ha anche scritto su un foglio le sue intenzioni prima di passare all’atto: «qualche parola da bambina – spiega il procuratore – scarabocchiata su un pezzo di carta proprio prima di buttarsi giù». Quelle «parole di bambina» – continua il magistrato – «dicono che lei non ne poteva più e che si sarebbe buttata di sotto. È un fatto tragico e molto raro». «I suicidi di bambini sono episodi eccezionali – sostiene Michel Debout, psichiatra e presidente di un’associazione per la prevenzione del suicidio – meno di cinque casi all’anno. C’è anche un problema di interpretazione del gesto. C’è chi pensa che per suicidarsi bisogna avere la coscienza di essere mortali. Da bambini il confine fra la volontà di morire e il gesto impulsivo dovuto a una situazione difficile da accettare è molto fluido».

I familiari sono sprofondati nella tragedia. Continuano a ripetere che non c’era proprio niente che potesse far pensare che Lalita rischiava di compiere un gesto del genere. Frequentava la quarta e partecipava sempre alle attività del doposcuola. Era stata eletta rappresentante dei bambini nel consiglio municipale ed amava molto la danza. Era l’ultima di tre sorelle e tutti, nel quartiere, la descrivono come una bambina «piena di vita» e «dinamica». Tutti sono vicini ai genitori e alle sorelle di Lalita, a cominciare da Serge Tarassioux, il sindaco: «a questa famiglia è successo quanto di peggio possa accadere. È un dolore immenso che coinvolge tutti, parenti, amici, tutto il paese. Pierre-Benite è sotto shock». Sia a scuola sia in paese, sono stati inviati psicologi per stare vicino a familiari e compagni di scuola della bambina. Stamattina, i bambini che erano in quarta con lei hanno deposto orsacchiotti di peluche, piccoli ricordini e disegni, soprattutto tanti cuori, colorati, davanti al portone di scuola: «alla mia amica – si legge su uno dei foglietti – ci mancherai. Che Dio ti protegga».

http://www.leggo.it/articolo.php?id=101656

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