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luglio 1, 2020

Santi Primi Martiri della Chiesa Romana 30 Giugno 2020 Santa Messa

Oratorio san Luigi Capriolo

SANTI PRIMI MARTIRI DELLA CHIESA DI ROMA 30 GIUGNO

 


Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma Martiri
30 Giugno

sec. I, dall’anno 64

La Chiesa celebra oggi molti cristiani che, come attesta Papa Clemente, furono trucidati nei giardini vaticani da Nerone dopo l’incendio di Roma (luglio 64). Anche lo storico romano Tacito nei suoi Annali dice: ‘alcuni ricoperti di pelle di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno in modo che servissero di illuminazione notturna’. (Mess. Rom.)

Emblema: Palma
Martirologio Romano: Santi protomartiri della Santa Chiesa di Roma, che accusati dell’incendio della Città furono per ordine dell’imperatore Nerone crudelmente uccisi con supplizi diversi: alcuni, infatti, furono esposti ai cani coperti da pelli di animali e ne vennero dilaniati; altri furono crocifissi e altri ancora dati al rogo, perché, venuta meno la luce del giorno, servissero da lampade notturne. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei martiri che la Chiesa di Roma presentò al Signore.

 
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L’odierna celebrazione introdotta dal nuovo calendario romano universale si riferisce ai protomartiri della Chiesa di Roma, vittime della persecuzione di Nerone in seguito all’incendio di Roma, avvenuto il 19 luglio del 64. Perché Nerone perseguitò i cristiani? Ce lo dice Cornelio Tacito nel XV libro degli Annales: “Siccome circolavano voci che l’incendio di Roma fosse stato doloso, Nerone presentò come colpevoli, punendoli con pene ricercatissime, coloro che, odiati per le loro abominazioni, erano chiamati dal volgo cristiani”.
Ai tempi di Nerone, a Roma, accanto alla comunità ebraica, viveva quella esigua e pacifica dei cristiani. Su questi, poco conosciuti, circolavano voci calunniose. Nerone scaricò su di loro, condannandoli ad efferati supplizi, le accuse a lui rivolte. Del resto le idee professate dai cristiani erano di aperta sfida agli dei pagani gelosi e vendicativi… “I pagani – ricorderà più tardi Tertulliano – attribuiscono ai cristiani ogni pubblica calamità, ogni flagello. Se le acque del Tevere escono dagli argini e invadono la città, se al contrario il Nilo non rigonfia e non inonda i campi, se vi è siccità, carestia, peste, terremoto, è tutta colpa dei cristiani, che disprezzano gli dei, e da tutte le parti si grida: i cristiani ai leoni!”.
Nerone ebbe la responsabilità di aver dato il via all’assurda ostilità del popolo romano, peraltro molto tollerante in materia religiosa, nei confronti dei cristiani: la ferocia con la quale colpì i presunti incendiari non trova neppure la giustificazione del supremo interesse dell’impero. Episodi orrendi come quello delle fiaccole umane, cosparse di pece e fatte ardere nei giardini del colle Oppio, o come quello di donne e bambini vestiti con pelle di animali e lasciati in balia delle bestie feroci nel circo, furono tali da destare un senso di pietà e di orrore nello stesso popolo romano. “Allora – scrive ancora Tacito – si manifestò un sentimento di pietà, pur trattandosi di gente meritevole dei più esemplari castighi, perché si vedeva che erano eliminati non per il bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo”, Nerone. La persecuzione non si arrestò a quella fatale estate del 64, ma si prolungò fino al 67.
Tra i martiri più illustri vi furono il principe degli apostoli, crocifisso nel circo neroniano, dove sorge la basilica di S. Pietro, e l’apostolo dei gentili, S. Paolo, decapitato alle Acque Salvie e sepolto lungo la via Ostiense. Dopo la festività congiunta dei due apostoli, il nuovo calendario vuole appunto celebrare la memoria dei numerosi martiri che non poterono avere un posto peculiare nella liturgia.


Autore: Piero Bargellini

http://www.santiebeati.it/dettaglio/28000

giugno 29, 2020

La Santa Messa – Solennità dei Santi Pietro e Paolo -29.06

Santuario San Michele

giugno 28, 2020

29 GIUGNO SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI: SANTA MESSA IN VETUS ORDO

 

 
29 GIUGNO
SANTI  PIETRO E PAOLO, APOSTOLI
Solennità
 
MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO
 
 
 
 
MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
LETTURE: At 3,1-10; Sal 18; Gal 1,11-20; Gv 21,15-19
 
MESSA DEL GIORNO
LETTURE: At 12,1-11; Sal 33; 2 Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
 
 
 
La solennità odierna è antichissima: è stata inserita nel Santorale romano molto prima di quella di Natale. Nei secolo IV si celebravano già tre messe: una in san Pietro in Vaticano, l’altra in san Paolo fuori le mura, la terza alle catacombe di san Sebastiano dove furono probabilmente nascosti per un certo tempo, all’epoca delle invasioni, i corpi dei due apostoli.
 
San Pietro
Simone era un pescatore di Betsaida (Lc 5,3; Gv 1,44), che si era più tardi stabilito a Cafarnao (Mc 1,2 1.29). Il fratello Andrea lo introduce al seguito di Gesù (Gv 1,42); ma probabilmente Simone era stato preparato a questo incontro da Giovanni Battista. Il Cristo gli cambia nome e lo chiama «Pietra» (Mt 16,17-19; Gv 21,15-17), per realizzare nella sua persona il tema della pietra fondamentale. Simon Pietro è uno dei primi testimoni che vede la tomba vuota (Gv 20,6) ed ha una speciale apparizione di Gesù risorto (Lc 24,34).
Dopo l’ascensione egli prende la direzione della comunità cristiana (At 1,15; 15,7), enuncia le linee programmatiche della Buona Novella (At 2,14-41) e, per diretto intervento dello Spirito Santo, è il primo a prendere coscienza della necessità di aprire la Chiesa ai pagani (At 10—11).
Questa missione spirituale non lo libera dalla condizione umana, né dalle deficienze dei suo temperamento (cf, ad es.: Mt 14,30; Gv 13,6; 18,10).
Paolo non esita a contraddirlo nella famosa discussione di Antiochia (At 15; Gal 2,11-14), per invitarlo a liberarsi dalle pratiche ebraiche. Pare infatti che su questo punto Pietro abbia tardato ad aprire lo spirito e che egli tendesse a considerare i cristiani di origine pagana come una comunità inferiore a quella dei cristiani di origine ebraica (At 6,1-2). Quando viene a Roma, Pietro diviene l’apostolo di tutti. Allora egli compie pienamente la sua missione di «pietra angolare», riunendo in un solo «edificio» i Giudei ed i pagani e suggella questa missione con il suo sangue
 
San Paolo
Paolo, dopo la conversione sulla strada di Damasco, percorre, in quattro o cinque viaggi, il Mediterraneo. Fa il primo viaggio in compagnia di Barnaba (At 13—14): partono da Antiochia, si fermano nell’isola di Cipro e poi percorrono l’Asia Minore, l’attuale Turchia. Dopo il convegno degli apostoli a Gerusalemme, Paolo inizia un secondo viaggio, questa volta espressamente quale «inviato» dei «Dodici» (At 15,36—18,22). Riattraversa l’Asia Minore, evangelizza la Frigia e la Galazia ove si ammala (Gal 4,13). Passa poi in Europa assieme a Luca e fonda la comunità di Filippi (Grecia settentrionale). Dopo un periodo di prigionia evangelizza la Grecia: ad Atene la sua missione si incaglia davanti ai filosofi; a Corinto fonda la comunità che gli dà più fastidi. Poi rientra ad Antiochia.
Un terzo viaggio (At 18,23—21,17) lo riporta alle Chiese fondate nella attuale Turchia, specialmente a Efeso, poi in Grecia e a Corinto. Di passaggio a Mileto, annuncia agli anziani le sue prove imminenti. Infatti, poco dopo il suo ritorno a Gerusalemme, è arrestato dagli Ebrei e imprigionato (At 21). Essendo cittadino romano, Paolo si appella a Roma.
Intraprende così un quarto viaggio, verso Roma, ma non più in stato di libertà (At 21—28). Raggiunge Roma verso l’anno 60 o 61; è trattenuto in prigione fin verso il 63; intanto, approfittando di alcune facilitazioni, entra in frequente contatto con i cristiani della città e scrive le « lettere della prigionia ».
Liberato dalla prigione nel 63, compie, probabilmente, un ultimo viaggio in Spagna (Rm 15,24-28) o verso le comunità dirette da Timoteo e da Tito, ai quali scrive delle lettere che lasciano intravedere la sua prossima fine. Arrestato e di nuovo imprigionato, Paolo subisce il martirio intorno all’anno 67.
 
Pietro e Paolo: due nomi che lungo i secoli hanno personificato la Chiesa intera nella sua ininterrotta Tradizione; con la loro predicazione infatti il Signore ha «dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana» (cf le due collette). Ai due primi maestri della fede si è giunti anche a «confessare» i peccati nel Confiteor, proprio riconoscendo in essi la Chiesa storica. Anche per gli Orientali i due «fratelli» sono sinonimo di tutto il collegio apostolico, come pietre fondamentali della fede.
Ancora oggi il Papa invoca l’autorità dei santi apostoli Pietro e Paolo quando nei suoi atti ufficiali intende riferire la Tradizione alla sua sorgente: la parola di Dio. Solo dall’ascolto di tale parola nello Spirito la Chiesa può essere «resa perfetta nell’amore in unione con il Papa, con i Vescovi e tutto l’ordine sacerdotale».
 
 
 
 
 
 
Questi martiri hanno visto ciò che hanno predicato
 
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo (Disc. 295, 1-2. 4. 7-8; PL 38, 1348-1352)
Il martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo ha reso sacro per noi questo giorno. Noi non parliamo di martiri poco conosciuti; infatti «per tutta la terra si diffonde la loro voce ai confini del mondo la loro parola» (Sal 18, 5). Questi martiri hanno visto ciò che hanno predicato. Hanno seguito la giustizia. Hanno testimoniato la verità e sono morti per essa.
Il beato Pietro, il primo degli apostoli, dotato di un ardente amore verso Cristo, ha avuto la grazia di sentirsi dire da lui: «E io ti dico: Tu sei Pietro» (Mt 16, 18). E precedentemente Pietro si era rivolto a Gesù dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). E Gesù aveva affermato come risposta: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Su questa pietra stabilirò la fede che tu professi. Fonderò la mia chiesa sulla tua affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Tu infatti sei Pietro. Pietro deriva da pietra e non pietra da Pietro. Pietro deriva da pietra, come cristiano da Cristo.
Il Signore Gesù, come già sapete, scelse prima della passione i suoi discepoli, che chiamò apostoli. Tra costoro solamente Pietro ricevette l’incarico di impersonare quasi in tutti i luoghi l’intera Chiesa. Ed è stato in forza di questa personificazione di tutta la Chiesa che ha meritato di sentirsi dire da Cristo: «A te darò le chiavi del regno dei cieli» (Mt 16, 19). Ma queste chiavi le ha ricevute non un uomo solo, ma l’intera Chiesa. Da questo fatto deriva la grandezza di Pietro, perché egli è la personificazione dell’universalità e dell’unità della Chiesa. «A te darò» quello che è stato affidato a tutti. E’ ciò che intende dire Cristo. E perché sappiate che è stata la Chiesa a ricevere le chiavi del regno dei cieli, ponete attenzione a quello che il Signore dice in un’altra circostanza: «Ricevete lo Spirito Santo» e subito aggiunge: «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 22-23).
Giustamente anche dopo la risurrezione il Signore affidò allo stesso Pietro l’incombenza di pascere il suo gregge. E questo non perché meritò egli solo, tra i discepoli, un tale compito, ma perché quando Cristo si rivolge ad uno vuole esprimere l’unità. Si rivolge da principio a Pietro, perché Pietro è il primo degli apostoli.
Non rattristarti, o apostolo. Rispondi una prima, una seconda, una terza volta. Vinca tre volte nell’amore la testimonianza, come la presunzione è stata vinta tre volte dal timore. Deve essere sciolto tre volte ciò che hai legato tre volte. Sciogli per mezzo dell’amore ciò che avevi legato per timore.
E così il Signore una prima, una seconda, una terza volta affidò le sue pecorelle a Pietro.
Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Pietro precedette, Paolo seguì. Celebriamo perciò questo giorno di festa, consacrato per noi dal sangue degli apostoli.
Amiamone la fede, la vita, le fatiche, le sofferenze, le testimonianze e la predicazione. 
 
 
MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
 
 
Antifona d’Ingresso  
Pietro apostolo e Paolo dottore delle genti
hanno insegnato a noi la tua legge, Signore.
 
 
Petrus apóstolus et Paulus doctor géntium,
 
ipsi nos docuérunt legem tuam, Dómine.
 
 
Colletta
Signore Dio nostro, che nella predicazione dei santi apostoli Pietro e Paolo hai dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana, per loro intercessione vieni in nostro aiuto e guidaci nel cammino della salvezza eterna. Per il nostro Signore…
 
 
Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, beatórum apostolórum Petri et Pauli intercessiónibus sublevári, ut, per quos Ecclésiæ tuæ supérni múneris rudiménta donásti, per eos subsídia perpétuæ salútis impéndas. Per Dóminum.
 
 
LITURGIA DELLA PAROLA
 
Prima Lettura   At 3, 1-10
Quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!
 
Dagli Atti degli apostoli.
In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio.
Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina. Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa.
Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.
Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.
 
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 18
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
 
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
 
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
 
Seconda Lettura   Gal 1,11-20
Dio mi scelse fin dal seno di mia madre.
 
Dalla lettera di san Paolo ai Gàlati
Fratelli, vi dichiaro che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo – lo dico davanti a Dio – non mentisco.
 
Canto al Vangelo   Gv 21,17d 
Alleluia, alleluia.
Signore, tu conosci tutto;
tu sai che ti voglio bene.
Alleluia. 
 
 
 
Vangelo   Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.
 
Dal vangelo secondo Giovanni.
[ Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli, ] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
 
Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni che portiamo al tuo altare nella festa dei gloriosi apostoli Pietro e Paolo, e alla povertà dei nostri meriti supplisca la grandezza della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
 
Múnera, Dómine, tuis altáribus adhibémus, de beatórum apostolórum Petri et Pauli sollemnitátibus gloriántes, ut quantum sumus de nostro mérito formidántes, tantum de tua benignitáte gloriémur salvándi. Per Christum.
 
Prefazio
La duplice missione di Pietro e di Paolo nella Chiesa
 
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
 
Tu hai voluto unire in gioiosa fraternità  i due santi apostoli:
Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo,
Paolo, che illuminò le profondità del mistero;
il pescatore di Galilea,
che costituì la prima comunità con i giusti di Israele,
il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti.
Così, con diversi doni, hanno edificato l’unica Chiesa,
e associati nella venerazione del popolo cristiano
condividono la stessa corona di gloria.
 
E noi, insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l’inno della sua lode:
 
Santo, Santo, Santo …
 
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
 
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
 
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus.
 
 
 
Quia nos beáti apóstoli Petrus et Paulus
 
tua dispositióne lætíficant: hic princeps
 
fídei confiténdæ, ille intellegéndæ clarus assértor;
 
hic relíquiis Isræl instítuens Ecclésiam primitívam,
 
ille magíster et doctor géntium vocandárum.
 
Sic divérso consílio unam Christi famíliam congregántes,
 
par mundo venerábile, una coróna sociávit.
 
 Et ídeo cum Sanctis et Angelis univérsis te collaudámus,
 
sine fine dicéntes:
 
 
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth…
 
 
Comunione   Gv 21,15.17 
«Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?».
«Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo».
 
 
Simon Ioánnis, díligis me plus his?
 
Dómine, tu ómnia nosti; tu scis, Dómine, quia amo te.
 
 
Dopo la Comunione
Sostieni, i tuoi fedeli, Signore, con la forza di questi sacramenti e conferma nella verità coloro che hai illuminato con la dottrina degli Apostoli. Per Cristo nostro Signore.
 
Cæléstibus sacraméntis, quæsumus, Dómine, fidéles tuos corróbora, quos Apostolórum doctrína illuminásti. Per Christum.
 
 
MESSA DEL GIORNO
 
 
Antifona d’Ingresso    
Sono questi i santi apostoli che nella vita terrena
hanno fecondato con il loro sangue la Chiesa:
hanno bevuto il calice del Signore,
e sono diventati gli amici di Dio.
 
 
Isti sunt qui, vivéntes in carne,
 
plantavérunt Ecclésiam sánguine suo:
 
cálicem Dómini bibérunt, et amíci Dei facti sunt.
 
 
Colletta
O Dio, che allieti la tua Chiesa con la solennità dei santi Pietro e Paolo, fa’ che la tua Chiesa segua sempre l’insegnamento degli Apostoli dai quali ha ricevuto il primo annunzio della fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te…
 
 
Deus, qui huius diéi venerándam sanctámque lætítiam in apostolórum Petri et Pauli sollemnitáte tribuísti, da Ecclésiæ tuæ eórum in ómnibus sequi præcéptum, per quos religiónis sumpsit exórdium. Per Dóminum.
 
 
LITURGIA DELLA PAROLA
  
Prima Lettura   At 12, 1-11
Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.
 
Dagli Atti degli Apostoli
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
 
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 33
Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
 
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
 
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
 
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
 
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.  
 
Seconda Lettura   2 Tm 4,6-8.17.18
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia.
 
Dalla seconda lettera di san Paolo a Timoteo
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
 
Canto al Vangelo   Mt 16,18 
Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Alleluia. 
 
 
 
 
 
Vangelo   Mt 16, 13-19
Tu sei Pietro: a te darò le chiavi del regno dei cieli.
 
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 
 
Sulle Offerte
O Signore, la preghiera dei santi Apostoli accompagni l’offerta che presentiamo al tuo altare e ci unisca intimamente a te nella celebrazione di questo sacrificio, espressione perfetta della nostra fede. Per Cristo nostro Signore.
 
 
Hóstiam, Dómine, quam nómini tuo exhibémus sacrándam, apostólica prosequátur orátio, nosque tibi reddat in sacrifício celebrándo devótos. Per Christum.
 
  
Prefazio
La duplice missione di Pietro e di Paolo nella Chiesa
 
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
 
Tu hai voluto unire in gioiosa fraternità  i due santi apostoli:
Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo,
Paolo, che illuminò le profondità del mistero;
il pescatore di Galilea,
che costituì la prima comunità con i giusti di Israele,
il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti.
Così, con diversi doni, hanno edificato l’unica Chiesa,
e associati nella venerazione del popolo cristiano
condividono la stessa corona di gloria.
 
E noi, insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l’inno della sua lode:
 
Santo, Santo, Santo …
 
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
 
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
 
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus.
 
 
 
Quia nos beáti apóstoli Petrus et Paulus
 
tua dispositióne lætíficant: hic princeps
 
fídei confiténdæ, ille intellegéndæ clarus assértor;
 
hic relíquiis Isræl instítuens Ecclésiam primitívam,
 
ille magíster et doctor géntium vocandárum.
 
Sic divérso consílio unam Christi famíliam congregántes,
 
par mundo venerábile, una coróna sociávit.
 
Et ídeo cum Sanctis et Angelis univérsis te collaudámus,
 
sine fine dicéntes:
 
 
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth…
 
 
Comunione   Mt 16,16.18 
Pietro disse a Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Gesù rispose: «Tu sei Pietro,
e su questa pietra edificherò la mia Chiesa».
 
 
Dixit Petrus ad Iesum: Tu es Christus, Fílius Dei vivi.
 
Respóndit Iesus: Tu es Petrus,
 
et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam.
 
 
Dopo la Comunione
Concedi, Signore, alla tua Chiesa, che hai nutrito alla mensa eucaristica, di perseverare nella frazione del pane e nella dottrina degli Apostoli, 
per formare nel vincolo della tua carità un cuor solo e un’anima sola. Per Cristo nostro Signore.
 
Da nobis, Dómine, hoc sacraménto reféctis, ita in Ecclésia conversári, ut, perseverántes in fractióne panis Apostolorúmque doctrína,
 cor unum simus et ánima una, tua caritáte firmáti. Per Christum.
 
https://www.maranatha.it/Festiv2/festeSolen/0629Page.htm

Santi Pietro e Paolo, Santi Apostoli – Santa Messa della vigilia 28.06.2020

Santuario San Michele

 

giugno 24, 2020

SAN GIOVANNI IL BATTISTA DAL NUOVO TESTAMENTO

SAN GIOVANNI IL BATTISTA SECONDO I VANGELI

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 LA NASCITA DI GIOVANNI BATTISTA

L’ANNUNCIO DELL’ANGELO A ZACCARIA

 Dal Vangelo secondo San Luca 1: 5-25;

 [5] Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta.

[6] Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore.

[7] Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

[8] Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe,

[9] secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso.

[10] Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso.

[11] Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso.

[12] Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore.

[13] Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.

[14] Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita,

[15] poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre

[16] e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio.

[17] Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto”.

[18] Zaccaria disse all’angelo: “Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”.

[19] L’angelo gli rispose: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio.

[20] Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo”.

[21] Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio.

[22] Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

[23] Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.

[24] Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva:

[25] “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini”.

 

Dal Vangelo secondo San Luca 1: 26-80;

 

LA NASCITA DI GIOVANNI

 [57] Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.

[58] I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.

[59] All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.

[60] Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”.

[61] Le dissero: “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”.

[62] Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.

[63] Egli chiese una tavoletta, e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati.

[64] In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.

[65] Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.

[66] Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: “Che sarà mai questo bambino?” si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.

[67] Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:

[68] “Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,

[69] e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,

[70] come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:

[71] salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.

[72] Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,

[73] del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,

[74] di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore,

[75] in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

[76] E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

[77] per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,

[78] grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge

[79] per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace”. 

[80] Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

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LA MISSIONE DI GIOVANNI BATTISTA

SAN GIOVANNI BATTISTA, UNA VOCE NEL DESERTO.

GIOVANNI PREDICA ALLE FOLLE

Dal Vangelo secondo San Matteo 3: 1-17;

[3] Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: 

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!

[4] Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.

[5] Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano;

[6] e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

[7] Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente?

[8] Fate dunque frutti degni di conversione,

[9] e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.

[10] Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.

[11] Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.

[12] Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”. 

[13] In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.

[14] Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”.

[15] Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì.

[16] Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.

[17] Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.

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ECCO L’AGNELLO DI DIO

SAN  GIOVANNI INDICA GESU’ L’AGNELLO DI DIO

Dal Vangelo secondo San Giovanni 1: 29-34;

[29] Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!


[30] Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.

[31] Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”.

[32] Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.

[33] Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.

[34] E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.

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 GESU’  PARLA DI GIOVANNI BATTISTA

Dal Vangelo secondo San Luca 7: 18-35;

 

[18] Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi

[19] e li mandò a dire al Signore: “Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?”.

[20] Venuti da lui, quegli uomini dissero: “Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?”.

[21] In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.

[22] Poi diede loro questa risposta: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella.

[23] E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!”.

[24] Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento?

[25] E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re.

[26] Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta.

[27] Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via davanti a te.

[28] Io vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

[29] Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni.

[30] Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio.

[31] A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?

[32] Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!

[33] È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.

[34] È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.

[35] Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli”.

 

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Martirio di San Giovanni Battista | Medjugorje

LA MORTE DI GIOVANNI BATTISTA


Dal Vangelo secondo San Marco 6: 14-29;

 [14] Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: “Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui”.

[15] Altri invece dicevano: “È Elia”; altri dicevano ancora: “È un profeta, come uno dei profeti”.

[16] Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: “Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!”.

[17] Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.

[18] Giovanni diceva a Erode: “Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello”.

[19] Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,

[20] perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

[21] Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.

[22] Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: “Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò”.

[23] E le fece questo giuramento: “Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno”.

[24] La ragazza uscì e disse alla madre: “Che cosa devo chiedere?”. Quella rispose: “La testa di Giovanni il Battista”.

[25] Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: “Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista”.

[26] Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.

[27] Subito il re mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa.

[28] La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.

[29] I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

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Questa è la vita dell’uomo più grande tra i nati di donna, grande santo, vero asceta, castissimo e virtuosissimo,

ultimo profeta del popolo eletto e precursore del Messia.

Citazioni Bibbia Cei

 

http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM

A CURA DEL CENTRO STUDIO NUOVO TESTAMENTO STUDIO E RICERCA

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giugno 23, 2020

LA STORIA DI MADRE FLORA E DEL VOLTO SANTO DI GESU’

 

 

 
SANTA MADRE FLORA
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Storia di Madre Flora, venerata nella Casa del Volto Santo ai Ponti Rossi
La commovente storia di Santa Madre Flora, la madre dei Ponti Rossi passò da condizioni di grande povertà e privazione
 dell’infanzia a essere punto di riferimento per i malati e i poveri di Napoli. Fece costruire la Casa del Volto Santo dopo aver assistito
 all’umanizzazione del volto di Cristo.


Madre Flora nacque a Napoli nel 1899 nel popoloso borgo di Sant’Antonio Abate, in una modestissima famiglia, ancora ragazzina visse diversi lutti e sofferenze. Ancora giovanissima si unì in matrimonio con il commendatore Ernesto De Santis. La differenza di età tra i due era notevole: lui aveva 45 anni e lei 19. De Santis, che lavorava in banca a Meta di Sorrento, dove per un periodo la coppia visse, e amava immensamente la Chiesa e l’infanzia abbandonata.
 


 I coniugi vissero una perfetta intesa, soprattutto spirituale. In un giorno come tanti, mentre la vita scorreva monotona nella casa di Meta di Sorrento, il 10 febbraio del 1932, in un Mercoledì delle Ceneri, Flora era in preghiera nella sua camera, con il rosario tra le mani pregava e fissava l’immagine da lei ritagliata, del Volto Sacro di Gesù pubblicato sul frontespizio di “Crociata Missionaria”, disegnato dalla pittrice Rina Maluta. Aveva da poco ultimato di preparare il pranzo per i bisognosi che si recavano a casa sua, quando il Signore le dimostrò di averla scelta. Improvvisamente una luce intensa illuminò quel quadro e il Signore si umanizzò. Nel silenzio di quegli istanti Egli le rivolse queste parole: “Flora, guarda questo volto tanto offeso ed ingiuriato; amalo e fallo amare”.
 
Madre Flora venerata al Volto Santo ai Colli Aminei
 
Da quel momento la sua vita si trasformò totalmente e l’unica preoccupazione fu aderire alla volontà del Signore. Il suo unico costante pensiero fu la diffusione nel mondo dell’immagine sacra del Volto di Cristo, il Volto Santo, la diffusione del Vangelo, e portare Cristo nel mondo che per lei significava incontrare i fratelli toccati da dolore, dalla sofferenza. Nel periodo storico in cui incombeva nel mondo la guerra con le sue difficoltà e restrizioni di cui la città di Napoli non ne fu esonerata, Madre Flora si sforzò di diffondere parole e atteggiamenti di solidarietà e di fiducia in Dio. Amò i poveri in maniera particolare e gli ammalati, a loro donò quanto possedeva e quanto riceveva attraverso la carità. Suo grande progetto fu la realizzazione della Casa del Volto Santo, che sorge nel quartiere dei Ponti Rossi, sulla Collina di Capodimonte, dove fu concesso da monsignor Giuseppe de Nicola, vicario generale della diocesi di Napoli, di poter celebrare l’Eucaristia la domenica e nei giorni festivi.
 
 
https://napoli.fanpage.it/storia-di-madre-flora-volto-santo-ai-ponti-rossi/

giugno 20, 2020

Il Sacro Cuore di Gesù. Dagli scritti di Santa Margherita Maria Alacoque

Nel Cuore di Gesù Preghiere

giugno 13, 2020

SANT’ANTONIO DA PADOVA FESTA 13 GIUGNO 2020 SANTA MESSA DALLA PARROCCHIA DI SANT’ANTONIO A SCANNO IN PROVINCIA DELL’AQUILA

Santa Messa In diretta streaming dalla Chiesa di Sant’Antonio di Padova in Scanno

PARROCCHIA DI SCANNO VIDEO

13 GIUGNO SANT’ANTONIO DA PADOVA SANTA MESSA VETUS ORDO

 

   

13 GIUGNO
SANT’ ANTONIO DI PADOVA

Sacerdote e Dottore della Chiesa (1195-1231) 

Memoria

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO

   LETTURE: Is 61, 1-3; Sal 18; Lc 10,1-9

    

Fernando de Bulloès y Taveira nacque a Lisbona in Portogallo. Divenuto sacerdote fra i canonici regolari di sant’Agostino, rimase affascinato dall’ideale francescano, per aver visto i corpi dei cinque primi martiri francescani del Marocco. Entrò nel convento di sant’Antonio di Coimbra dove ricevette il nome di Antonio. Aspirando al martirio, volle andare missionario tra gli islamiti del Nord-Africa; ma una malattia lo fece ritornare. La nave, costretta dalla burrasca, dovette approdare in Sicilia. Antonio si mise a percorrere l’Italia, predicando. Nel 1221 partecipò al Capitolo generale alla Porziuncola, e vide Francesco. Predicò, con frutto di conversioni, contro gli eretici in Italia e in Francia, rivolgendosi al popolo. La quaresima del 1231 segna il vertice della sua predicazione, in cui predominano le istanze sociali. Stremato di forze, morì a 36 anni nel giugno seguente, all’Arcella (Padova). Per primo aveva insegnato teologia tra i francescani. Nei suoi scritti e nelle prediche è tale la profusione di testi biblici, che Pio XII, nel 1946, lo onorò dei titolo di «Dottore evangelico». Il culto in suo onore è tra i più popolari della storia, e prese l’avvio dalla canonizzazione, l’anno dopo della sua morte.

  

La predica è efficace quando parlano le opere  

Dai «Discorsi» di sant’Antonio di Padova, sacerdote (I, 226)
Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue. Le diverse lingue sono le varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri di umiltà, di povertà, di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché egli maledì il fico, in cui non trovò frutto, ma solo foglie. «Una legge, dice Gregorio, si imponga al predicatore: metta in atto ciò che predica». Inutilmente vanta la conoscenza della legge colui che con le opere distrugge la sua dottrina.
Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito e non secondo l’inclinazione del suo animo. Vi sono infatti alcuni che parlano secondo il loro spirito, rubano le parole degli altri e le propalano come proprie. Di costoro e dei loro simili il Signore dice a Geremia: «Perciò, eccomi contro i profeti, oracolo del Signore, che muovono la lingua per dare oracoli. Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri, dice il Signore, che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine. Essi non gioveranno affatto a questo popolo. Parola del Signore» (Ger 23, 30-32).
Parliamo quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamo umilmente che ci infonda la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell’osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.

MESSALE

Antifona d’Ingresso  Sir 44,15.14
I popoli proclamino la sapienza dei santi,
e la Chiesa ne celebri le lodi;
il loro nome vivrà in eterno.

Sapiéntiam Sanctórum narrent pópuli,

et laudes eórum núntiet Ecclésia;

nómina autem eórum

vivent in sæculum sæculi (T.P. allelúia).


Colletta

Dio onnipotente ed eterno, che in sant’Antonio di Padova,
hai dato al tuo popolo un insigne predicatore
e un patrono dei poveri e dei sofferenti,
f
a’ che per sua intercessione
seguiamo gli insegnamenti del Vangelo
e sperimentiamo nella prova
il soccorso della tua misericordia.
Per il nostro Signore…

Omnípotens sempitérne Deus, qui pópulo tuo beátum Antónium prædicatórem insígnem dedísti, atque in necessitátibus intercessórem, concéde, ut, eius auxílio, christiánæ vitæ documénta sectántes, in ómnibus adversitátibus te subveniéntem sentiámus. Per Dóminum. 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Is 61, 1-3
Il Signore mi ha consacrato e mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri.

Dal  libro del profeta Isaìa 
Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per allietare gli afflitti di Sion,
per dare loro una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell’abito da lutto,
canto di lode invece di un cuore mesto.
Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore per manifestare la sua gloria.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 18
La tua legge, o Dio, è nel mio cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.

Canto al Vangelo  Lc 4,18
Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato ad annunziare ai poveri il lieto
messaggio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
 

  

Vangelo   Lc 10,1-9
La messe è molta, ma gli operai sono pochi.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede.
Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». 

Sulle Offerte

La partecipazione ai tuoi misteri, o Padre, ci riempia della luce del tuo Spirito, che illuminò sant’Antonio e lo fece messaggero e testimone della tua gloria. Per Cristo …

Illa nos, quæsumus, Dómine, divína tractántes, Spíritus Sanctus fídei luce perfúndat, qua beátum N. ad glóriæ tuæ propagatiónem iúgiter collustrávit. Per Christum.

Antifona alla Comunione  1 Cor 1,23-24
Noi predichiamo Cristo crocifisso,
Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.

Nos prædicámus Christum crucifíxum,

Christum, Dei virtútem et Dei sapiéntiam (T.P. allelúia).


Dopo la Comunione

O Dio, che ci hai accolti al tuo sacro convito, f
a’ che per gli insegnamenti di sant’Antonio raggiungiamo un’esperienza sempre più viva del tuo amore, per rimanere in perenne rendimento di grazie. Per Cristo …

Cælésti alimónia refécti, súpplices te, Dómine, deprecámur, ut, beáti N. mónitis obsequéntes, de accéptis donis semper in gratiárum actióne maneámus. Per Christum…

https://www.maranatha.it/Feriale/santiProprio/0613Page.htm

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