Mirabilissimo100’s Weblog

agosto 18, 2020

FRANCESCO CARBONE E’ LIBERO

Filed under: aggressione, politica, proteste, violenza — Tag:, , , — mirabilissimo100 @ 7:52 am

44.000 iscritti

Intervista esclusiva a Francesco Carbone pochi minuti dopo la sua liberazione.

GUARDA VIDEO ESCLUSIVI SUL NOSTRO SITO E ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER: https://www.informaltv.it/

Terminata al tribunale di Velletri l’udienza per il caso Francesco Carbone, che si è conclusa con una convalida dell’arresto su mere dichiarazioni.

Carbone, che è uscito su un’auto della Polizia accompagnato dall’applauso dei suoi sostenitori, è stato quindi portato alla questura di Roma per il prelievo del Dna.

RICORDIAMO

Francesco Carbone è presidente dell’Associazione Governo del Popolo Aps, costituita col chiaro intento di ripristinare lo Stato di Legalità e Giustizia pretendendo l’applicazione della Carta Costituzionale che, dopo quella del 18 luglio, aveva deciso di organizzare una nuova pacifica protesta per il 15 agosto, sempre a bordo delle proprie autovetture e sempre sul GRA a Roma. Carbone, che da anni denuncia gli intrecci tra mafia e Istituzioni, si stava recando al punto di incontro sul GRA per la Manifestazione: Circondiamo Roma, che aveva lo scopo di attirare l’attenzione dei Media sulle denunce presentate e archiviate (messe a mod.45) sui crimini attribuiti allo Stato-Mafia e alla corruzione dilagante in cui versano parte della Magistratura e delle Istituzioni della Repubblica.

L’associazione Governo del Popolo APS, costituita con il chiaro intento di ripristinare lo Stato di Legalità e Giustizia pretendendo l’applicazione della Carta Costituzionale, aveva deciso di organizzare una nuova pacifica protesta per il 15 agosto, sempre a bordo delle proprie autovetture e sempre sul GRA a Roma con lo scopo di chiedere l’intervento della Legge, dell’applicazione della Costituzione e provvedere quindi agli arresti, alla confisca dei beni e avviare i processi contro tutti i crimini denunciati singolarmente dall’Associazione Governo del Popolo APS.
Il 15 Agosto 2020

Francesco Carbone dopo oltre due ore di sequestro in una stazione di servizio, con la scusa di un banale controllo, il Carbone e la compagna Virginia Cerullo, avvocato della Associazione presieduta da Carbone a Roma, per la manifestazione Circondiamo Roma, sono stati tradotti in Questura.

Lui, dopo due ore e venti minuti di estenuante trattativa con i vari finzionari della Questura di Roma, diffidata dal Carbone in seguito a denunzia su presunti reati a carico della stessa e da egli denunciati, è stato aggredito, scaraventato a terra e massacrato sotto il peso e le violenze di una quindicina di agenti che lo hanno ammanettato.

17 Agosto 2020 Fancesco Carbone vieneliberato

 

BIELORUSSIA NEL MIRINO DEI BARBARI DI WASHINGTON: COSA SUCCEDE? – DIEGO FUSARO

215.000 iscritti

 

ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE: https://bit.ly/2MeYWI7

ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU: https://www.radioradio.it/

Ciò che sta accadendo in questi giorni in #Bielorussia è la fotocopia esatta di quanto è già accaduto in precedenti aree del mondo ex #sovietico: la rioccupazione #atlantista dei vecchi spazi un tempo di pertinenza dell’#UnioneSovietica. Venuto meno ingloriosamente il #comunismo novecentesco, si è assistito a una svolta servile e filo-atlantista della #Russia, finché poi non è arrivato #Putin che ha cominciato a risollevare la dignità del suo paese. Gli #StatiUniti in tutti i modi hanno cercato di provocare la Russia, di circondarla, di occuparla, di rovesciare con delle rivoluzioni colorate le aree circostanti. E’ quello che si tenta di fare in Bielorussia: rivoluzioni colorate che si fingono organizzate dal basso, ma in realtà sono gestite e finanziate dall’alto. L’obbiettivo come sempre è fare sì che il popolo appaia oppresso dal dittatore cattivo, in questo caso #Lukashenko, di modo che poi l’intervento militare a stelle e strisce appaia come un intervento umanitario e a fin di bene. I barbari di #Washington, con il sostegno della loro vile colonia dell’Unione Europea, stanno organizzando una rivoluzione colorata in Bielorussia. La Russia di Putin ha dichiarato di sostenere Lukashenko, è da sperare che la Bielorussia con l’appoggio della Russia, abbia la forza anche militare di impedire tutto ciò, evitando che si ripeta quanto accaduto in #Ucraina nel 2014: cioè la creazione di un governo para-nazista appoggiato dai criminali di Washington e #Bruxelles. La Bielorussia di Lukashenko è già da tempo nel mirino della potenza del dollaro, ora più che mai segnatamente alla sua posizione non allineata rispetto al #FondoMonetario Internazionale, ai #lockdown e al regime terapeutico mondiale. Gli Stati Uniti da tempo sognano di porre in luogo di Lukashenko il solito fantoccio per rioccupare quelle aree in chiave atlantista. RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego #Fusaro

ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU: https://www.radioradio.it/

luglio 19, 2020

DDL ZAN-SCALFAROTTO CONTRO LE LEGGI DIVINE

 

Perché un deputato ha fatto visita ai presunti assassini di ...
Ivan Scalfarotto è un politico e attivista italiano, impegnato per i diritti LGBT, 
dal 16 settembre 2019 è Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel Governo Conte II.
 Già Sottosegretario allo Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni. 
 
Minacce al deputato dem Zan. Il Pd: "La sua colpa? Essere relatore ...
 
Alessandro Zan è un politico e attivista LGBT italiano. Esponente della comunità LGBT, 
è noto soprattutto per aver promosso ed ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto, 
aperto anche alle coppie omosessuali. 
 
***********************************************************************
IL DDL ZAN-SCALFAROTTO

Il ddl Zan-Scalfarotto è solo apparentemente contro quella che viene chiamata “omotransfobia”. 

Gli atti di violenza, infatti, sono già puniti, oltretutto con aggravanti, se l’offeso è disabile, omosessuale, ecc.

Se passa la legge, sarà tacciato e punito chiunque ha dei valori diversi da quelli imposti dalla nuova categoria LGBT: 

mamme e papà che educano i loro figli, sacerdoti e catechisti che trasmettono la fede, insegnanti che non inseriscono il gender nella didattica.

***********************************************************************
 

  GESU’ E’ VENUTO A CONVERTIRE I PECCATORI! 

  MATTEO 9:13;

CON L’APPROVAZIONE  DEL DDL ZAN-SCALFAROTTO PREDICARE LE LEGGI DIVINE CONTRO I PECCATI CONTRO NATURA 

SARA’ VIETATO E CONDANNATO

VEDIAMO I PASSI BIBLICI CHE CONDANNANO I PECCATI CONTRO NATURA E QUINDI SARANNO CENSURATI

GESU’ CONDANNA I SODOMITI
 
Gesù parlando del giudizio e della condanna eterna cita Sodoma  Gomorra, anche se subiranno un castigo più mite rispetto agli increduli, saranno sempre condannati !

Matteo 10:14-15

14 E se alcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere da’ vostri piedi. 15 In verità io vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.

 

Matteo 11: 23-24

23 E tu, Cafarnao,
sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
24 Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!”.

Luca 10:10-12

10 Ma in qualunque città sarete entrati, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: 11 Perfino la polvere che dalla vostra città s’è attaccata a’ nostri piedi, noi la scuotiamo contro a voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio s’è avvicinato a voi. 12 Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città.

I SODOMITI NON ENTRERANNO NEL REGNO DEI CIELI

 

1 Corinzi  6:9-11

6:9 Non sapete voi che gli ingiusti non eredeteranno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, 10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio. 11 E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell’Iddio nostro.

LA LEGGE DI DIO E’ CONTRO I SODOMITI

1Timoteo 1:9-10

9 riconoscendo che la legge è fatta non per il giusto, ma per gl’iniqui e i ribelli, per gli empî e i peccatori, per gli scellerati e gl’irreligiosi, per i percuotitori di padre e madre, 10 per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d’uomini, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina.

CHI SONO I SODOMITI

Romani 1:26-32

1:26 Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura, 27 e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condanna mercede del proprio traviamento. 28 E siccome non si son curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una mente reproba, perché facessero le cose che sono sconvenienti, 29 essendo essi ricolmi d’ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, d’omicidio, di contesa, di frode, di malignità; 30 delatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, inventori di mali, disubbidienti ai genitori, 31 insensati, senza fede nei patti, senza affezione naturale, spietati; 32 i quali, pur conoscendo che secondo il giudizio di Dio quelli che fanno codeste cose son degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.

2 Pietro: 2:4,8
 
 Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell’inferno, serbandoli per il giudizio;
non risparmiò il mondo antico, ma tuttavia con altri sette salvò Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un mondo di empi;

condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.

Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati.

Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie.

 
Giuda: 1, 7
 
 Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura,
stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.
LA DISTRUZIONE DI SODOMA E GOMORRA
Genesi: 18, 17-33
Genesi: 19: 1-30
 



LA LEGGE DI DIO CONDANNA I SODOMITI
 
 
Il  Levitico 18: 22 proibisce l’omosessualità e la sua pratica.
Il  Levitico 18: 24 indica la punizione per l’omosessualità: la morte.
II Levitico 20: 13  Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.
 
 
—————————————————————————————————————–
CONDANNA PER CHI NON RISPETTERA’ LA LEGGE SULL’OMOTRANSFOBIA
6 anni di galera, risarcimenti astronomici, lavori gratuiti per le associazioni LGBT.
A chi verrà condannato per omotransfobia sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto
e ogni altro documento valido per l’espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera
dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto.
 
************************************************************************************
A CURA DEL CENTRO ANTI-BLASFEMIA
 
https://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/Home/ddl-zan-scalfarotto-contro-le-leggi-divine
 

LIZZANO: IL VESCOVO SANTORO BACCHETTA IL PARROCO CON I SUOI FEDELI

 

Lorenzo Mussuto: S.E. Mons.Filippo Santoro: «Da don Giussani a ...
 
MONS.FILIPPO SARTORO VESCOVO DI TARANTO
 
**************************************************************
LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA  18 LUGLIO 2020
 
RICCARDO CASCIOLI

Taranto insegna, saranno i vescovi a consegnarci al Potere

 
Al caso di Lizzano, dove dei cattolici sono stati insultati e minacciati da Lgbt e sindaco per la preghiera in chiesa per chiedere a Dio di proteggere la famiglia naturale in Italia, si è aggiunto un nuovo capitolo: un comunicato del vescovo Santoro che bacchetta parroco e fedeli. Un altro tradimento cui siamo ormai abituati, che però addolora doppiamente, visto il passato di monsignor Santoro.

Anzitutto ricapitoliamo i fatti. Un gruppetto di fedeli della parrocchia di Lizzano (provincia e diocesi di Taranto), preoccupato per la probabile approvazione in Parlamento di una legge che: introdurrà il reato di opinione, negherà la libertà di vivere e affermare la famiglia naturale, introdurrà nella società dei princìpi che rovesciano il progetto Creatore di Dio, decide di indire una veglia di preghiera per chiedere al Signore di difendere la famiglia naturale e di allontanare da noi questa minaccia. Il parroco è d’accordo e partecipa alla stesura del volantino per invitare i parrocchiani. Tutto molto cattolico, si potrebbe dire: quante volte nelle Scritture troviamo episodi di preghiere di comunità e città perché il Signore allontani delle sciagure? E quante testimonianze, in santuari e devozioni, ci sono in Italia e nel mondo di preghiere del genere a cui Dio ha dato ascolto?

Al massimo si potrebbe rimproverare ai simpatici parrocchiani di Lizzano di farla un po’ troppo semplice. Sempre guardando agli esempi della Tradizione, di fronte a una minaccia così grave come quella attuale, pensare di cavarsela con una semplice veglia di preghiera è un po’ ingenuo: ci vogliono digiuni e penitenze oltre a una preghiera incessante. Ma tant’è, di questi tempi già è molto proporre una intenzione di preghiera.

Torniamo alla cronaca. La veglia di preghiera si svolge in chiesa, ma la notizia ovviamente circola. E già prima del momento fatidico, sui social si moltiplicano insulti e minacce. Ed ecco che all’ora della veglia fuori della chiesa arriva qualche decina di attivisti Lgbt che attaccano manifesti sui muri della chiesa e inveiscono e minacciano quanti si stanno recando in chiesa. Il parroco, don Giuseppe Zito, preoccupato per la situazione chiama giustamente i carabinieri. Al contempo gli Lgbt coinvolgono il sindaco, Antonietta D’Oria, che inveisce contro i carabinieri che vogliono identificare le persone che non hanno alcuna autorizzazione per manifestare, e li invita a identificare invece quanti sono in chiesa, perché quella preghiera «è una vergogna» (e ha anche suggerito per cosa i cattolici dovrebbero pregare).

Questi fatti sono noti, hanno occupato le cronache di tutti i giornali nei giorni scorsi, ma è opportuno richiamarli. Perché dopo ben tre giorni arriva il comunicato ufficiale dell’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro,

Così scopriamo che il problema sta anzitutto nella veglia di preghiera. Infatti, ci spiega Santoro, la preghiera «per natura è, o dovrebbe essere, un momento aggregativo che riunisce la Comunità Cristiana» e invece «è diventato un motivo di divisione e di contrapposizione». Ma davvero? Fosse proprio così, Gesù non sarebbe mai stato crocifisso né fine analoga avrebbero fatto gli apostoli e tutti i martiri che sono seguiti. Anzi, sarebbero stati portati in trionfo. Avranno sbagliato qualcosa.

Poi il comunicato continua con un insieme di frasi fatte sulla Chiesa che è madre di tutti, la bellezza della diversità, i ponti da costruire e i muri da abbattere, per poi arrivare a dire che «non si brandisce l’arma della fede». Certo, non vanno bene neanche le reazioni violente, che diamine. Anche nel calcio viene punito il fallo di reazione, ci abbiamo vinto anche un mondiale contro la Francia. E allora ecco la conclusione del vescovo «pacificatore»: parliamone insieme, dialoghiamo, anzi «mi faccio io stesso promotore di un incontro fra il parroco e il sindaco perché Piazza e Chiesa a Lizzano continuino ad essere faro di accoglienza, di incontro e di crescita civile». Che bello.

Ora rileggere per favore la cronaca dei fatti e poi rileggere il comunicato del vescovo. Dei cattolici che pregano in chiesa vengono aggrediti e minacciati, e il loro vescovo li bacchetta, dopo aver certamente strigliato in privato il parroco che, infatti, ha cercato successivamente di prendere le distanze dalla veglia di preghiera. E poco importa se il vescovo richiama anche la nota della CEI, contraria a una legge sull’omofobia, sembra un po’ di pararsi su tutti i fronti.
Ci si chiede: come può un vescovo abbandonare così il suo popolo (e il piano di Dio) per autonominarsi giudice di pace? Non ci aspettiamo certo che prenda a male parole sindaco e Lgbt, ma almeno un po’ di dignità e rispetto della realtà dei fatti.

Non che sia una novità purtroppo, abbiamo già visto cosa è accaduto a Cremona e altrove in tempo di Messe con popolo proibite. Di fronte alle minacce e alle prevaricazioni contro preti e laici, i vescovi preferiscono prendere le distanze e lisciare il pelo agli aggressori.
Abbiamo già detto che l’episodio di Lizzano è un esempio lampante di cosa succederà con l’approvazione del ddl Zan. Ma dobbiamo aggiungere che – insieme ad altri episodi analoghi – ci dimostra anche come reagiranno i nostri pastori: consegnandoci al boia di turno.

Addolorano queste vigliaccherie e tradimenti dei vescovi. Fa davvero male leggere un comunicato come quello dell’arcivescovo di Taranto. Ma fa doppiamente male ricordando che colui che oggi guida la Chiesa di Taranto, nella seconda metà degli anni ’70 lo abbiamo conosciuto come quel don Pippo Santoro che guidava a Bari gli universitari di Comunione e Liberazione. Che – come tutti i ciellini d’allora – rischiavano l’incolumità personale ogni volta che si trovavano per le lodi mattutine, per i vespri o per la Messa, per non parlare di eventuali volantinaggi e incontri pubblici. Allora era lui a spiegare che l’unico ponte possibile era la missione e la conversione, e che – come ha scritto Roberto Marchesini pochi giorni fa – Cristo non ammette neutralità: o si è con Lui o contro di Lui  Avessero letto allora a don Pippo il comunicato di un vescovo come quello di monsignor Filippo per il caso di Lizzano, altro che la fede avrebbe brandito.

Grande è la responsabilità dei pastori che non si rendono conto che è il mondo che fa la guerra ai cristiani (e a Cristo) e non il contrario. Ma enormemente più grande è la responsabilità di quei pastori che oggi ragionano così pur essendo ben consapevoli della realtà, perché l’hanno sperimentata sulla propria pelle e perché sono stati formati alla scuola di don Luigi Giussani.

CONTINUA NELLA PAGINA

https://www.lanuovabq.it/it/taranto-insegna-saranno-i-vescovi-a-consegnarci-al-potere?fbclid=IwAR2MGt2goggn74HTv50IDlJC-FTbCjG_KZ6Ts7dAnp4UeW1D0HTZonXRxPM

LIZZANO : UN ANTICIPO DEL REGIME LGBT VOLUTO DAL DDL ZAN

 

 
IL SINDACO DI LIZZANO  DOTTORESSA ANTONIETTA D’ORIA ED IL PARROCO DON GIUSEPPE ZITO
 
*******************************************************************************
LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA.IT
 
16 LUGLIO 2020
MANUELA ANTONACCI
Chiesa di San Nicola, Lizzano (Taranto), 14 luglio: una semplice veglia di preghiera per chiedere a Dio di fermare l’iter del liberticida Ddl Zan sulla cosiddetta “omotransfobia”. Alcuni attivisti Lgbt tappezzano il sagrato di volantini con slogan arcobaleno offensivi della fede. Il parroco, spaventato, chiama i carabinieri. Ma interviene il sindaco che chiede invano alle forze dell’ordine, gridando, di prendere i nominativi di chi prega in chiesa. Una scena inquietante che mostra l’intolleranza della nuova “religione di Stato” Lgbt e prefigura quel che ci attende in caso di approvazione del Ddl Zan.
 

Una scena inquietante è quella che si è svolta martedì 14 luglio, a Lizzano, in provincia di Taranto, nello spazio prospiciente la parrocchia di San Nicola, dove era stata organizzata una semplice veglia di preghiera per chiedere l’aiuto divino affinché l’iter del Ddl Zan potesse essere fermato.

Il fattaccio si è verificato subito dopo l’inizio della veglia. Si è trattato di un crescendo, iniziato con l’iniziativa di un gruppo di attivisti Lgbt che hanno pensato bene di circondare la chiesa con bandiere arcobaleno. Alcuni di loro sono anche saliti sul sagrato e hanno tappezzato il colonnato della parrocchia con volantini recanti frasi di questo tenore: “Dio ti insegna a non amare il diverso?”, “Dio ti insegna a discriminare?”. Frasi tendenziose da parte di chi evidentemente finge di non sapere che questo Ddl non gioca in difesa (cercando di prevenire davvero le discriminazioni) ma in attacco (arrivando a punire con il carcere anche le opinioni e finanziando lautamente i corsi gender nelle scuole). Ma si sa, quando si è consapevoli di aver torto in partenza, si giocano le solite due carte estreme: o l’autocommiserazione o la violenza perché, evidentemente, non si ha la forza delle argomentazioni.

In questo caso, anche se non ci sono stati episodi di violenza fisica, tuttavia, il tentativo di censura, avanzato dalle associazioni Lgbt, verso un’iniziativa che rientra nell’ambito della libertà religiosa (che dovrebbe essere considerata una sfera non solo sacra, ma intoccabile), non si può certo definire “liberale” e “democratico”. È stato invece un tentativo di imbavagliamento vero e proprio, quello che, peraltro, da tempo andiamo denunciando e che reca in sé una vera e propria violenza, quella dell’ideologia.

Per questo il parroco, don Giuseppe Zito, colto di sorpresa da una simile reazione e, temendo che la situazione potesse sfuggire di mano, ha chiamato subito i carabinieri che, giunti sul luogo della protesta, hanno fatto semplicemente il loro dovere, chiedendo i nominativi dei manifestanti per identificarli. In realtà non si è trattato nemmeno di un gesto eclatante ma di semplice prassi, dovuta al fatto che la manifestazione non era autorizzata.

Tuttavia, dulcis in fundo, proprio chi avrebbe il dovere di far rispettare le regole, soprattutto quelle civiche, ovvero il sindaco (Antonietta D’Oria), venuto a conoscenza di quanto stava accadendo, si è precipitato sul luogo, ma non per dare solidarietà al parroco (come ci aspetteremmo) di fronte a simili vergognosi tentativi di intimidazione, ma – al contrario – per chiedere alle forze dell’ordine di lasciar perdere i manifestanti e di prendere, piuttosto, i nominativi nientemeno che delle persone che erano in chiesa a pregare (vedi qui; nel fermoimmagine in alto il sindaco D’Oria mentre discute con i carabinieri), come se stessero commettendo chissà quale atto illecito. E tutto questo, per di più, inveendo contro i carabinieri, a loro volta straniti da una simile reazione del sindaco, che ha gridato a gran voce che “Lizzano è un paese democratico”. E menomale…! Evidentemente siamo di fronte ad una forma di democrazia “selettiva”, da parte del sindaco. Fortunatamente, però, i carabinieri hanno risposto picche al primo cittadino e si sono allontanati.

Non contenta, la D’Oria si è impegnata la sera stessa a scrivere un lungo post sul suo profilo Facebook e, tanto per chiarire subito la sua posizione, ha utilizzato una gigantesca bandiera arcobaleno come immagine e l’inequivocabile messaggio: “Ecco, noi da questa iniziativa prendiamo, fermamente, le distanze. Certo non sta a noi dire quello per cui si deve o non si deve pregare, ma anche in una visione estremamente laica quale è quella che connota la attuale Amministrazione Comunale, la chiesa è madre e nessuna madre pregherebbe mai contro i propri figli. Qualunque sia il loro, legittimo, orientamento sessuale. Perché, come ha scritto meglio di come potremmo fare noi, padre Alex Zanotelli, quando ha raccontato la propria esperienza missionaria nella discarica di Corogocho, la Chiesa è la madre di tutti, soprattutto di quelli che vengono discriminati, come purtroppo è accaduto, e ancora accade, per la comunità LGBT”.

Interessante notare, in questo post, la chiamata in causa strumentale della Chiesa stessa, interpellata solo quando sembra fornire “endorsement” alla causa Lgbt, ovvero quando fa comodo, ma completamente ignorata quando, come nel caso del comunicato della CEI, si mostra preoccupata per la portata liberticida del disegno di legge in questione.

E non finisce qui, però, perché al coro di proteste si è unita pure la scrittrice Francesca Cavallo, originaria di Lizzano, autrice di una serie di pubblicazioni inneggianti al “love is love”, come “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, “Elfi al quinto piano”, eccetera, in cui vengono proposti ovviamente esempi di personalità e “famiglie” queer. L’autrice si è vantata peraltro sul suo profilo Facebook di aver fatto lei stessa da delatrice nei confronti del parroco, avvisando il sindaco con una tempestiva telefonata. La stessa Cavallo ha dichiarato: “La pacifica protesta di #Lizzano è diventata una storia nazionale. Una bella storia nazionale di cittadinanza attiva e di sana partecipazione democratica, in barba a chi si ostina a credere alla favola di un sud retrogrado e menefreghista”.

A noi viene invece da dire che quanto è accaduto a Lizzano è la semplice e terrificante prefigurazione di quanto avverrebbe una volta approvato il Ddl Zan, una legge così liberticida nella sua pervasività che porterebbe persino a condizionare la vita di preghiera nelle parrocchie, stabilendo ciò per cui si può pregare e ciò che invece è vietato persino nominare nelle intenzioni di preghiera. Insomma, una volta passato il Ddl, assisteremmo all’imposizione di una nuova “fede” fondata sui dogmi Lgbt, una “religione” che, una volta approvata la legge, diventerebbe anche “religione di Stato”.

Uno scenario inquietante in cui, lo Stato, come il grande Leviatano di Hobbes, arriverebbe a penetrare anche nelle coscienze dei cittadini, fin nella sfera più intima del senso religioso. Un’operazione che evidentemente almeno a livello ideologico è già in corso, come dimostra la presa di posizione del sindaco D’Oria.

CONTINUA NELLA PAGINA

https://www.lanuovabq.it/it/lizzano-un-anticipo-del-regime-lgbt-voluto-dal-ddl-zan?fbclid=IwAR34TnYEjCGfNr4MiQFetsf8Aj0ey6lFK-56QOAW-JXVVCGO3Z__9P65bn0

LIZZANO: SCONTRO FRA IL SINDACO E IL PARROCO

 

IL SINDACO DI LIZZANO  DOTTORESSA ANTONIETTA D’ORIA ED IL PARROCO DON GIUSEPPE ZITO
 
**********************************************************************************

 
INFORMAZIONE CATTOLICA.IT
16 LUGLIO 2020
ANGELICA LA ROSA
 
Il coraggioso parroco di Lizzano, un comune di circa 10 mila abitanti della provincia di Taranto, presso la locale chiesa di San Nicola, ha organizzato una veglia di preghiera per invocare lo Spirito Santo affinché illumini i parlamentari e non approvino una proposta di legge, quella sull’omotransfobia, chiaramente liberticida, da stato di psicopolizia (per usare un termine caro ad Orwell) che introduce multe salatissime ed anni di carcere per chi proporrà i contenuti della Bibbia sull’omosessualità, per chi sosterrà che il matrimonio voluto da Dio e vissuto da tutti i popoli da quando esiste l’umanità sulla terra è quello eterosessuale, e via discorrendo.
Don Giuseppe Costantino Zito ha spiegato così la sua iniziativa: “La preghiera è il modo concreto, con il quale i credenti entrano in relazione con Dio. Essa ha caratterizzato da sempre la vita della Chiesa: ‘erano perseveranti nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere’ (At 2,42). Per questo a nessuno viene e può essere impedito di pregare! Per tale ragione, ad esplicita ed espressa richiesta, sono state aperte le porte della Parrocchia ad un gruppo laico associato di fedeli, i quali avevano richiesto la disponibilità dell’Aula Liturgica della medesima Chiesa Matrice Parrocchiale ‘San Nicola’ di Lizzano per un semplice momento di preghiera a favore della famiglia naturale, che non era stato organizzato dalla Parrocchia e per il quale non era tra l’altro prevista alcuna direzione o presidenza liturgica da parte del Parroco, né di alcun altro Ministro Ordinato. Il sottoscritto si trovava di fatto anche simultaneamente impegnato per un’Istruttoria matrimoniale. Con la diffusione di tale notizia, sin dal primo pomeriggio del 14 Luglio scorso si sono susseguite sui social espressioni di dissenso, alcune anche ingiuriose ed irrispettose, che si sono poi concretizzate in manifestazioni di protesta all’esterno della Chiesa Matrice con l’apposizione indebita di striscioni e scritte varie sulle colonne, sulle gradinate e sulla bacheca esterna del Porticato Parrocchiale sino ad arrecare preoccupazione e disturbo ai fedeli, che giungevano in Chiesa e che hanno poi preso parte alla S. Messa vespertina, rendendo così indispensabile ed opportuno l’intervento dei Carabinieri. Come affermato dal Magistero della Chiesa e ripetutamente sostenuto anche da Papa Francesco, nessuna forma di discriminazione deve e può essere consentita, poiché ‘ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza’ (Amoris laetitia, 250). Ciò detto però, a proposito dei disegni di legge, attualmente in discussione in Parlamento e che puntano a modificare alcuni articoli del Codice Penale in materia di violenza e discriminazione, ci preme evidenziare come la Conferenza Episcopale Italiana il 10 Giugno scorso abbia già manifestato ai cattolici italiani il suo chiaro pensiero, guardando ‘con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune, che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni. Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni, al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso’ (CEI, Omofobia: non serve una nuova legge, 10.VI.2020). In ogni caso, di questa vicenda ci rammarica la strumentalizzazione dell’iniziativa e il sollecito pretesto per esprimere da parte di alcuni il proprio dissenso nei confronti della Chiesa, che è e rimane certamente Madre amorevole di tutti! La ‘Chiesa, che vede chi è in difficoltà, che non chiude gli occhi, che sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere’ (Papa Francesco, Udienza Generale del 7 Agosto 2019). Risulta superfluo rimembrare qui le tante risapute attività ed azioni benefiche – anche nel corso della presente emergenza sanitaria – verso chi ‘rimane indietro’ ed è ‘debole’, da sempre poste indistintamente in essere dalla Chiesa e da questa Comunità Parrocchiale di Lizzano, talvolta pure supplendo a carenze istituzionali. Riprendendo le parole di San Paolo, affermiamo che ‘siamo poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto’ (2 Cor 6,10). E il nostro tutto è il Vangelo! Ci piace concludere con le parole del sopramenzionato Comunicato della Presidenza CEI: ‘Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto. Nella misura, in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del Paese’”. Come avete potuto leggere nel breve testo di don Zito, si parla di un’iniziativa pienamente legittima, costituzionalmente garantita, spiritualmente molto valida, pacatamente proposta e difesa. Inutile dirvi che, nel clima da psicopolizia omosessualista che l’Italia sta subendo e vivendo, la reazione è stata furiosa. Forse, profeticamente, il parroco di Lizzano aveva centrato bene la vicenda già nell’invito alla preghiera distribuito ai fedeli, che riprendeva il famoso passo della Lettera agli Efesini 6,12: «La nostra battaglia non è contro le creature fatte di sangue e di carne, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti». Come ha spiegato il parroco, è stato costretto a chiamare i Carabinieri perché un piccolissimo gruppetto di pro-lgbt, saputo dell’iniziativa di preghiera, ha cominciato ha manifestare vivacemente all’esterno della Chiesa, con l’apposizione indebita di striscioni e scritte varie sulle colonne, sulle gradinate e sulla bacheca esterna del Porticato Parrocchiale. Il tutto, non facciamo fatica a crederlo, con l’intento di “arrecare preoccupazione e disturbo ai fedeli, che giungevano in Chiesa e che hanno poi preso parte alla S. Messa vespertina”.L’indispensabile ed opportuno intervento dei Carabinieri, udite bene, è stato contestato da chi l’ordine dovrebbe tutelarlo, la prima cittadina del paese. Invece di schierarsi contro chi scriveva su colonne, gradinate e bacheca, se l’è presa con i Carabinieri, che hanno fatto pienamente il loro dovere, prendono i nomi dei pro-lgbt per scongiurare e localizzare le persone che avrebbero potuto essere coinvolte in successivi episodi incresciosi. La sindaca di Lizzano è la 5 Stelle Antonietta D’Oria, che su Facebook si presenta come pediatra di famiglia, mamma di quattro figli, da trent’anni impegnata in varie associazioni di ambito sociale, ambientale e culturale (e posta un’immagine esemplificativa del suo pensiero: “l’unica famiglia è quella felice”). La sindaca del Movimento 5 Stelle ha invitato a pregare per tanti altri motivi ma non, ha chiosato, “contro chi non ha peccato alcuno se non quello di avere il coraggio di amare. E chi ama non commette mai peccato, perché l’amore, di qualunque colore sia, innalza sempre l’animo umano ed è una minaccia solo per chi questa cosa non la comprende”. La sindaca, però, non si è era conto che si sta scontrando non con uno qualunque. Perché don Giuseppe Costantino Zito non è “l’ultimo arrivato”. Infatti è membro ordinario dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM), è il Vice Delegato Episcopale della Federazione Italiana per gli Esercizi Spirituali (FIES) della Regione Ecclesiastica Pugliese, è Assistente Ecclesiastico Diocesano Unitario dell’Azione Cattolica Italiana (ACI) e della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), a favore delle quali promuove e svolge una multiforme ed apprezzata attività culturale, spirituale e pastorale.Don Zito, oltre ad essere sacerdote dell’Arcidiocesi di Taranto, è un giornalista pubblicista e scrittore. Docente di Bioetica e di Teologia Pastorale della Salute presso la Facoltà Teologica Pugliese, è membro di redazione della Rivista Nazionale per la Formazione Permanente del Clero UAC Notizie e della Rivista Nazionale di Spiritualità Pastorale Presbyteri, oltre che autore di alcuni volumi, saggi ed articoli di Spiritualità, di Bioetica e di Pastorale Sanitaria su diverse riviste e giornali. Apprezzato conferenziere e direttore spirituale, organizza e tiene Convegni, Giornate di studio, Seminari, Ritiri Spirituali, Corsi di Esercizi Spirituali e di Aggiornamento per Sacerdoti, Seminaristi, Religiosi e Religiose delle diverse Diocesi Italiane.Alla sindaca, che forse potrebbe prendere qualche lezione gratuita di bioetica dal sacerdote che ha contestato, ci verrebbe da chiedere se, in anni di attività come pediatra, sia venuta a conoscenza di un bambino venuto alla luce dall’unione sessuale di due uomini o due donne e, ancora, ci piacerebbe chiederle se conosce l’articolo 19 della Costituzione.Sappiamo che i militanti del Movimento Cinque Stelle sono tutti preparatissimi e plurilaureati… Quindi magari il testo non servirà alla sindaca che conosce tutta la Costituzione Italiana (e forse anche le norme della Chiesa, il Magistero della Chiesa Cattolica, il Catechismo della Chiesa Cattolica e Bibbia) a memoria.Per noi poveracci alleghiamo le due righe dell’articolo 19 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.

LIZZANO: UN GRUPPO DI LGBT IMPEDISCE LA RECITA DEL ROSARIO

 

 
LIZZANO 14 LUGLIO 2020 UN GRUPPO DI LGBT PROTESTA DAVANTI LA CHIESA DI SAN NICOLA
 
*******************************************************************************
DAI VARI ARTICOLI SUL DDL ZAN-SCALFAROTTO SI DEDUCE NEL PROFONDO LA DURA REALTA’, QUESTA LEGGE LIBERTICIDA CHE VUOLE TAPPARE
LA BOCCA A CHI LA PENSA DIVERSAMENTE DAL POPOLO OMOSESSUALE E TRANSGENDER, E’ UNA PRIMA TAPPA CONTRO LA PERSECUZIONE
ALLA FEDE CRISTIANA, VOGLIONO DISTRUGGERE IL CRISTIANESIMO.
L’EPISODIO DI LIZZANO E’ UNA DIMOSTRAZIONE CHE SI TRATTA DI CRISTIANOFOBIA, UN GRUPPO DI LGBT HANNO CERCATO DI IMPEDIRE LA PREGHIERA DEL SANTO ROSARIO, CON LA SCUSA CHE ERA UNA PREGHIERA CONTRO DI LORO, MA LA PREGHIERA E’ PER IL BENE E NON IL MALE, QUINDI IL GRUPPO LGBT ILLEGALMENTE E’ ANDATO AD ATTACCARE VERBALMENTE I FEDELI CATTOLICI IN PREGHIERA, MENTRE QUANDO SI SVOLGONO I VARI GAY PRIDE NESSUN CRISTIANO VA AD IMPEDIRE LO SVOLGERSI DELLA MANIFESTAZIONE, ANZI SPESSO VI PARTECIPANO CRISTIANI PROTESTANTI E PRETI CATTOLICI, ORA CON LA DD ZAN-SCALFAROTTO NON ANCORA DEFINITIVAMENTE APPROVATA, MA SOLO E’ PASSATA DALLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORO SENTENDOSI PIU’ FORTI SI SONO PERMESSI DI ANDARE E BLOCCARE LE PREGHIERE CHE AVVENIVANO DENTRO LA CHIESA, COME ANCHE SONO INTERVENUTI GIORNO 11 LUGLIO IN VARIE CITTA’ A PROTESTARE CONTRO LA MANIFESTAZIONE ” RESTIAMO LIBERI”( LIBERI DALLA LEGGE CONTRO L’OMOTRANSFOBIA).
IL POPOLO OMOSESSUALE TRANSGENDER COSA SARA’ CAPACE DI FARA’ CONTRO I CRISTIANI UNA VOLTA CHE IL DDL ZAN-SCALFAROTTO SARA’ LEGGE?
ORA SI DEVE PRIMA DI TUTTO SAPERE CHE LE LEGGI ATTUALI ITALIANE TUTELANO I DIRITTI DI TUTTI I CITTADINI, VERSO IL POPOLO LGBT NON C’E’ ALCUNA DISCRIMINAZIONE, HANNO TUTTO IL RISPETTO, MOLTI GAY SONO NEL GOVERNO, CI SONO ARTISTI GAY MOLTO AMATI, CI SONO STILISTI GAY MOLTO APPREZZATI, INVECE IL DDL ZAN-SCALFAROTTO E’ CRISTIANOFOBICO IMPEDENDO AI CRISTIANI ED IN PARTICOLARE AI CATTOLICI DI ESPRIMERE IL PROPRIO PENSIERO ED OPINIONE, CON IL DDL ZAN-SCALFAROTTO, IL CRISTIANO NON PUO’ LEGGERE LA BIBBIA , SPECIE I PASSI CHE CONDANNANO LA SODOMIA, NON PUO’ DIRE CHE I BAMBINI NASCONO DA UN UOMO E UNA DONNA, NON PUO’ DIRE CHE IL BAMBINO HA DIRITTO AL PAPA’ E LA MAMMA, NON PUO’ DIRE CHE L’UTERO IN AFFITTO E’ ABOMINEVOLE, NON PUO’ IMPEDIRE AI FIGLIOLETTI ANDARE A SCUOLA E ASSISTERE A LEZIONI GENDER, DOVE SI FANNO LEZIONI DI SESSO FRA PERSONE DELLO STESSO SESSO E SI INSEGNA LA MASTURBAZIONE.
CON IL DDL ZAN-SCALFAROTTO, IL POPOLO LGBT RIMANE TALE E QUALE COME E’ ADESSO, MA I CRISTIANI NON POTRANNO PIU’ ESPRIMERE PENSIERO ED OPINIONE PERCHE’ VERREBBERO PESANTEMENTE PUNITI ANCHE CON IL CARCERE.
IL DDL ZAN-SCALFAROTTO VA CONTRO LA COSTITUZIONE ITALIANA CHE GARANTISCE LIBERTA’ DI CULTO A TUTTE LE RELIGIONI PRESENTI NEL TERRITORIO ITALIANO, E VA CONTRO IL CONCORDATO FRA CHIESA E STATO.
 
************************************************************************************
A CURA DEL CENTRO CONTRO LA BLASFEMIA ANTICRISTIANA
 
https://sites.google.com/site/controlablasfemiaanticristiana/home/lizzano-un-gruppo-di-lgbt-impedisce-la-recita-del-rosario

QUELLO CHE E’ ACCADUTO A LIZZANO DIMOSTRA CHE IL DDL ZAN PUNIRA’ I CRISTIANI PER LE LORO OPINIONI

 

 
PRO VITA E FAMIGLIA
16 LUGLIO 2020
Taranto, Pro Vita & Famiglia: “Ecco la prova della menzogna di Zan: i cristiani saranno puniti per le loro opinioni”
 

“Prove tecniche di totalitarismo. Come diceva Alessandro Zan? Non saranno punibili e punite le persone che credono nella famiglia e in padre e madre come genitori? E invece sì lo saranno, la dimostrazione è sotto gli occhi di tutti. Il problema è proprio il pensiero cristiano o “dissidente” che sia. Non è permesso avere opinioni contrarie al pensiero unico LGBT come dimostra la presa di posizione del sindaco di Lizzano”: hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, dopo che nella Chiesa di San Nicola a Lizzano (Taranto), il 14 luglio, durante una semplice veglia di preghiera per fermare l’iter del Ddl Zan sulla cosiddetta “omotransfobia”, attivisti LGBT hanno tappezzato i muri del luogo sacro con i loro manifesti e urlato contro i fedeli che sono stati scortati dai carabinieri all’uscita.

“Cosa ha fatto il Sindaco? Ha chiesto ai carabinieri di identificare i fedeli che pregavano, non i contestatori che insultavano e gridavano contro i fedeli! Una scena inquietante che mostra l’obiettivo della legge Zan e prefigura quel che ci attende: non si potrà più avere qualsiasi idea politica o religiosa che non sia obbediente al “pensiero unico” imposto ora dal governo e dagli LGBT che vogliono di fatto sopprimere qualsiasi dissenso” hanno continuato Brandi e Coghe.

“Ma da quando un rosario in Chiesa è reato? Chi è colpevole di “reato d’odio”? Noi? Avete mai visto Pro Vita e Famiglia protestare, urlare e insultare i propri detrattori o cercare di impedire le loro manifestazioni? Per questo e per molto altro scenderemo in campo oggi, alle ore 17 a piazza Montecitorio, in nome della libertà di espressione, di opinione e religiosa” hanno concluso Brandi e Coghe.

CONTINUA NELLA PAGINA

https://www.provitaefamiglia.it/blog/taranto-pro-vita-famiglia-ecco-la-prova-della-menzogna-di-zan-i-cristianisaranno-puniti-per-le-loro-opinioni?fbclid=IwAR0CJOBBZq3UeeOEFNgFjfdUlIWvXcIdKf80Wt295FE4pTNDDvBMidYoGZA

 

A LIZZANO PREGANO IL ROSARIO PER EVITARE DDL ZAN: ARRIVANO CONTRO SQUADRISTI LGBT E SINDACO

 

 
Bombolo con Ennio Antonelli, nel celebre film “I Carabbinieri”, 1981
**************************************************************************
RADIO SPADA
15 LUGLIO 2020

Pregano Rosario per evitare ddl Zan: arrivano contro squadristi LGBT e sindaco. Carabinieri identificano tutti

Se non si trattasse di argomenti terribilmente seri, sembrerebbe – lo specifichiamo bene: per la parte dei fatti svoltisi fuori dalla Chiesa – una scenetta da commedia all’italiana degli anni ’70-’80. Ma che accade?

A Lizzano (TA), il parroco indice un Rosario per la famiglia col fine di ottenere il blocco del ddl Zan, data fissata per ieri sera, 14 luglio alle 20.

Un gruppo di squadristi LGBT ha deciso di presentarsi davanti alla Chiesa, «con un paio di bandiere arcobaleno», […] Il risultato? Tutti identificati dai carabinieri «chiamati dal parroco», rifersice Open.

Non sono mancati volantini deliranti apposti fuori dalla chiesa e l’intervento del sindaco Antonietta D’Oria che, sfidando i carabinieri in piazza, ha tuonato: «Questo è un diritto dei cittadini, cosa stanno facendo?», «Dobbiamo identificarli perché potrebbe succedere una rissa», «Identifichi prima quelli che stanno dentro» è la stata sua risposta.

Il sindaco, poi – dotandosi di un’immagine di bandiera arcobaleno con pixel che quasi parevano tessere di un mosaico – ha voluto esternare su Facebook il suo articolato pensiero di neodottoressa della Chiesa, stabilendo tra le altre cose: chi ama non commette mai peccato, perché l’amore, di qualunque colore sia, innalza sempre l’animo umano ed è una minaccia solo per chi questa cosa non la comprende.

Insomma: ci mancava solo love love love e la spada de foco dell’intramontabile Ruggero di Un sacco bello per completare il quadro.

Quanto invece alla parte seria di questa vicenda, rimandiamo a ciò che hanno insegnato Santi e Papi:

http://www.edizioniradiospada.com/component/virtuemart/ecommerce/ed-radio-spada/sodoma-distrutta-le-parole-di-santi-e-papi-contro-l-omosessualismo-150-detail.html?Itemid=0

CONTINUA NELLA PAGINA

http://www.edizioniradiospada.com/component/virtuemart/ecommerce/ed-radio-spada/sodoma-distrutta-le-parole-di-santi-e-papi-contro-l-omosessualismo-150-detail.html?Itemid=0

 

Lizzano: Ci mancava la sindaca contro la messa per la famiglia

 
Ivan Scalfarotto è un politico e attivista italiano, impegnato per i diritti LGBT,
 dal 16 settembre 2019 è Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri
 e della cooperazione internazionale nel Governo Conte II. Già Sottosegretario allo 
Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.
 
************************************************************************************
NICOLA PORRO
15 LUGLIO 2020
 
Marco Gervasoni
 
MARCO GERVASONI
 
Immaginate se un sindaco, non gradendo la preghiera di un parroco, appoggiasse un gruppo di manifestanti intenti a interromperla e, una volta arrivati i carabinieri, li invitasse a schedare non i disturbatori ma i fedeli in chiesa a pregare. Cose da Urss e, oggi, da Corea del Nord e Cina (a Cuba e in Venezuela non si permetterebbero una cosa del genere, il che è tutto dire).
 
E invece siamo nella cittadina di Lizzano in provincia di Taranto, in quella terra di Puglia tanto aspra quanto legata a una fede ricca di santi e martiri. Fede che evidentemente infastidisce i militanti Lgbt, venuti a contestare una preghiera del parroco, don Giuseppe Zito, reo di discutere niente meno che la legge Scalfarotto-Zan. La quale, tra l’altro, se fosse già approvata, porterebbe a sanzionare il povero Zito. Ma, cari Lgbt, la legge bavaglio ancora non è passata, e speriamo, visto anche il vostro codice di comportamento, non venga approvata mai.
 

I fedeli avevano diritto di pregare e gli Lgbt di manifestare. La parte peggiore della pochade l’ha recitata infatti il sindaco, Antonietta D’Oria, guarda caso pediatra esperta di famiglie. La quale, non paga della piazzata, sulla sua pagina Facebook, dopo una citazione di rito di Alex Zanotelli, rimprovera il parroco di non pregare per “le anime dei disperati che giacciono in fondo  al Mediterraneo” e per le “vittime innocenti di abusi”, con un riferimento a quelli compiuti da religiosi, ovviamente: il tutto accompagnato da un bel bandierone arcobaleno.

La contesa parroco-sindaco comunista (cosi mi viene da classificare la D’Oria) era un classico di Guareschi. Ma attenzione, per quanto Peppone fosse uno stalinista, l’idea di obbligare don Camillo alla propaganda di partito in chiesa o di indicare al sacerdote su cosa pregare, non gli era venuta mai. Si, è vero, Peppone una volta organizza una gazzarra fuori dalla chiesa, come a Lizzano, ma ci rimedia una figura barbina e pure gli scappellotti della moglie. La sindaca di Lizzano però va ben oltre il suo antico erede staliniano: vorrebbe che in Chiesa si pregasse solo per le leggi governative, per San Giuseppi e Santa Luciana (Lamorgese). E se qualcuno andasse in chiesa a sentire i sermoni non graditi al podestà… ehm al sindaco, che sia schedato dai carabinieri!

Potrebbe sembrare un caso da baraccone, prodotto dalla calura estiva. Ma in realtà dovrebbe mettere in guardia i credenti riguardo la cultura politica della sinistra, intrisa come sempre di fanatismo ideologico. Non a caso, qualche settimana fa, quando la Cei aveva criticato la legge Scalfarotto-Zan, un esponente del Pd milanese si era spinto a chiedere non si sa bene a chi di “prendere provvedimenti” contro i vescovi; che al 99% lodano i provvedimenti del governo di sinistra e tuonano contro i suoi avversari. L’unica volta che sgarrano, però, non viene loro perdonato.

Anche perché dentro il Pd e la sinistra i gruppi di pressione e le organizzazioni Lgbt contano, eccome, e spingono, e fanno pendere minacce su capo dei dubbiosi (ricordiamo che uno dei partiti di cui è composto il Pd sarebbe la ex Dc). Non sei a favore della Zan-Scalfarotto? Sei sospetto di omofobia. Un sospetto che equivale alla condanna, e al rogo.

Per cui, cari amici cattolici, magari non vi staranno simpatici Salvini o Meloni. Ma nessuno dei sovranisti pensa di schedarvi quando andate in chiesa né tanto meno di imporre al vostro parroco cosa pregare. Lo vedete un sindaco leghista organizzare una simile pagliacciata come a Lizzano, quando un sacerdote raccoglie le preghiere ai migranti? Non mi risulta sia mai accaduto ma nel caso lo facesse sarebbe da ricovero. Ricordate, fedeli, nell’urna Dio vi vede, Scalfarotto no.

CONTINUA NELLE PAGINE

https://www.nicolaporro.it/ci-mancava-la-sindaca-contro-la-messa-per-la-famiglia/?fbclid=IwAR1sf61ubcNHrDko-R0t_O7vXHdN2d2s9DaS8kaxsBQvIqYOftYdVITYlFU

https://www.nicolaporro.it/ci-mancava-la-sindaca-contro-la-messa-per-la-famiglia/2/

Older Posts »