Ieri il popolo della famiglia è tornato a far sentire la sua voce: tra venerdì e sabato oltre 50 piazze per dire sì alla libertà di pensiero, di parola, di associaziine, di educazione, di religione, tutte minacciate dal pdl zanscalfarottoboldrini. Altre ne seguiranno.
Saremo sempre per il rispetto di tutti ma
resteremo liberi contro questa dittatura strisciante, che prova a imporre il pensiero unico delle lobby LGBT, appoggiata da un governo che proroga lo stato di emergenza fino a dicembre per manipolare meglio la gente.
Fermeremo tutto questo solo se ci aiuterete.
Libertà. Sempre.
In Italia non ci sono discriminazioni, tant’è vero che molte persone con orientamento omosessuale hanno raggiunto i vertici della vita sociale: basti pensare al mondo della moda, del cinema, della TV, dell’arte o della politica, con più di un ministro gay. Se qualche delinquente aggredisce una persona per i suoi gusti sessuali, già oggi si prende, giustamente, fino a 10 anni di galera, com’è successo a Napoli, ma non servono leggi pericolose e liberticide.
Fare propaganda in modo individuale o organizzato contro l’utero in affitto o contro le adozioni gay sarà reato, punibile con pene da 18 mesi fino a 6 anni di reclusione, come pure opporsi alla ideologia gender nelle scuole, o semplicemente leggere un brano di san Paolo sulla morale cristiana.
Tutto questo è inaccettabile. Oltretutto con questa legge si vogliono stanziare 4 milioni di euro che finiranno nelle tasche delle organizzazioni LGBT e – con la scusa della giornata nazionale contro omofobia, bifobia e transfobia – si imporrà a bambini e ragazzi dalla scuola dell’infanzia fino all’università l’indottrinamento genderista.
Zan, Scalfarotto, Renzi, Zingaretti e Crimi ascoltino la voce delle piazze e fermino questa pericolosa legge liberticida.
Le famiglie hanno avuto fin troppa pazienza, lasciate sole a fronteggiare il Covid. Non accetteranno una ulteriore compressione della loro libertà.
Avete presente le migliaia di persone nelle piazze d’Italia, ferme a leggere, in silenzio, per fermare la legge zanscalfarottoboldrini? Ecco, quelli sono i pericolosi omofobi pronti a malmenare e a discriminare chi non la pensi come loro.
Avete presente invece i poveri attivisti LGBTqyzetcetc discriminati e impauriti? No?
Ve li mostro.
Erano in piazza ieri a Torino, per la loro contromanifestazione.
Trattenuti dal cordone di polizia, hanno trascorso il loro tempo minacciando e insultando chi stava in silenzio fermo a leggere.
Gli slogan sono stati di assoluto livello. Si parte dal classico “lotta dura contro natura” fino al sorprendente “lotta anale contro il capitale”.
Poi hanno preso la parola due compassati oratori. Il primo signore, con fare elegante, ha invitato i manifestanti a “non rompere il c@#$o” visto che siamo nel 2020.
Poi è intervenuto un secondo signore, probabilmente un nobiluomo, visti i modi particolarmente aristocratici, vestito con una tutina nera aderente che gli nascondeva il volto e le parti intime. Questo distinto gentiluomo si è platealmente arraffato i genitali e, mostrandoli con gesto inequivocabile alle madri di famiglia che manifestavano in piazza, ha solennemente affermato, riferendosi al suo pacchettino, che “questa è la democrazia se vi piace” str***i porc* ***”
La bestemmia finale era solo la ciliegina, visto che tutte le parole precedenti, chiaramente percepibili, erano contro Dio e contro i cattolici.
Ora, chi sono i discriminati?
Chiudete gli occhi per un minuto e immaginate una scena del genere al contrario: apriti cielo. Tutti i tg del sistema solare avrebbero parlato di vile aggressione fascista. Giornali e rubriche di approfondimento avrebbero rotto gli zebedei per mesi sulla grave intolleranza delle milizie cattoliche etc etc.
Diffondete queato video, perchè nessuno invece parlerà delle mamme di famiglia, ferme e silenziose in piazza, volgarmente apostrofate con insulti sessisti e bestemmie.
Gruppi pro lgbt aggrediscono verbalmente cittadini che in silenzio dico no al ddl Zan Scalfarotto
Chi discrimina chi?
Fermiamo questa legge orribile, prima che sia troppo tardi.
SIMONE PILLON