Mirabilissimo100’s Weblog

Maggio 8, 2020

CORONAVIRUS COVID-19-FASE 2: EMILIA CLEMENTISI DISPERA PER NON POTER LAVORARE ANCORA

https://www.facebook.com/EmiliaClementiUfficiale

LUCA NALI VIDEO

 

aprile 2, 2020

CORONAVIRUS COVID-19: IN PIENA EMERGENZA IL GOVERNO ITALIANO NON PENSA AL POPOLO BISOGNOSO MA INVIA 50 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE TUNISINE 21 MILIONI DI EURO ALLA BOLIVIA E 200 MILA ALLA SOMALIA -VERGOGNA!

 
50 milioni dall’Italia alla Tunisia per l’emergenza coronavirus.
La denuncia di Donzelli a Dritto e Rovescio
 
GIOVANNI DONZELLI.IT
28 MARZO 2020

50 milioni dall’Italia alla Tunisia: nessuna Bufala o Fake news. Ecco le prove

L’ On. Andrea Delmastro, responsabile esteri di Fratelli d’Italia, il 26 marzo ha denunciato con un’interrogazione alla Camera l’invio di 50 milioni di euro alla Tunisia per aiutare le aziende a superare l’emergenza coronavirus. La sera stessa, invitato da Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio su Rete 4, ho rilanciato io stesso questa denuncia. Guarda qui il video del mio intervento:
 

La mattina successiva Delmastro ha rilanciato su Facebook e alla trasmissione Agorà di Rai3 la notizia della sua interrogazione.

Immediatamente sono partiti gli attacchi di troll grillini e piddini a gridare che era tutto falso, che era una ” Fake news “, una ” Bufala “. Prima hanno provato a sostenere, supportando le bugie raccontate in tv da una giornalista in difficoltà, che si trattasse di aiuti alle aziende italiane in Tunisia, poi che fosse tutto falso e che non fossero mai stati inviati 50 milioni alla Tunisia. Alla fine hanno ammesso che sono stati inviati, ma non per il coronavirus. Vediamo insieme come stanno davvero le cose.

I 50 milioni alla Tunisia sono una Fake news? Vediamo se la fonte è autorevole

Per capire se una notizia è vera o falsa, la cosa migliore da fare è sempre verificare la fonte citata e la sua autorevolezza. Se un politico racconta una cosa in tv senza citare una fonte, la notizia può essere messa in discussione. Se un post pubblicato su Facebook cita “Lercio” come fonte della notizia, ad esempio, è evidente che sia ironico. Viceversa la fonte non è autorevole (e anzi ingannevole) se l’indirizzo è una falsa testata “acchiappa Like” che gioca sull’equivoco tentando di emulare in modo subdolo noti quotidiani, tipo “Il Corsaro della Sera” o “La Repubblichina”. Dato che non siamo dei “bufalari”, ecco che citiamo sempre fonti autorevoli.

La fonte mostrata in tv da me e utilizzata da Delmastro per l’interrogazione parlamentare sui 50 milioni alla Tunisia è direttamente la pagina Facebook ufficiale dell’Ambasciata italiana a Tunisi. Ecco qui sotto lo screenshot del post messo in rete direttamente dai nostri diplomatici e la comunicazione ufficiale pubblicata dall’Ansa il 23 di marzo.

La notizia dei 50 milioni alla Tunisia diffusa direttamente dall’Ambasciata italiana a Tunisi

 
50 milioni alla Tunisia
 
 
50 milioni alla Tunisia: la fonte diretta e ufficiale della notizia
 
 

Coronavirus: Italia a sostegno imprese tunisine

(ANSAmed) – TUNISI, 25 MAR – “Italia e Tunisia continuano a cooperare per superare questo difficile momento insieme.

L’Italia, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, ha versato 50 milioni di euro (circa 157 milioni di dinari) a titolo di credito d’aiuto alla Banca Centrale tunisina”. Lo rende noto su Facebook l’ambasciata d’Italia in Tunisia aggiungendo che “questa somma è destinata a sostenere le imprese tunisine e potrà essere utilizzata per rispondere all’impatto socioeconomico del coronavirus in Tunisia, supportando le misure messe in campo dal Governo tunisino. È un primo passo, mano nella mano, per far fronte al Covid-19”. Il presidente tunisino Kaies Saied due giorni fa ha informato il presidente Sergio Mattarella della “volontà della Tunisia di inviare in Italia una delegazione medica a sostegno degli sforzi intrapresi dalle autorità italiane, nonostante i modesti mezzi a disposizione della Tunisia, poiché la situazione oggi nel mondo riguarda tutte le nazioni e non più un paese soltanto”.(ANSAmed).

Esistono fonti più autorevoli dell’Ambasciata italiana a Tunisi e della principale agenzia di stampa in Italia? Nessuna Fake news o Bufala. Ci dispiace per troll grillini, ma la notizia da noi diffusa è vera e con fonti autorevolissime.

Farnesina in imbarazzo costretta ad ammissioni, retromarcia e post cancellati. 50 milioni alla Tunisia, non è una Bufala

Dopo la nostra denuncia pubblica e l’interrogazione parlamentare moltissimi cittadini hanno iniziato a riempire di commenti critici il post, tanto che poche ore dopo è sparito dalla pagina Facebook dell’Ambasciata, come denunciato nuovamente dallo stesso Delmastro (Riportiamo integralmente lancio di Agenzia Adnkronos).

CORONAVIRUS: DELMASTRO (FDI), ‘AMB. ITALIA A TUNISI RIMUOVE NOTIZIA 50 MLN DA GOVERNO’ =

Presentata interrogazione, rimozione non cancella stanziamento Roma, 27 mar. ( Adnkronos) – “Si infittisce il mistero dei 50 milioni di euro sciaguratamente versati dall’Italia, tramite Cassa depositi e prestiti, alla Tunisia e destinati alle imprese Tunisine. Ho depositato interrogazione che chiede conto del motivo della rimozione della notizia dal sito ufficiale della nostra ambasciata a TUNISI“. Lo dichiara Andrea Delmastro, deputato e capogruppo Fdi in commissione Esteri. “Fratelli d’Italia pretende che non venga rimossa la notizia, ma venga rimosso, cancellato, azzerato il contributo. Si chieda indietro il contributo anziché preoccuparsi di rimuovere la notizia. La vergogna non è la propalazione della notizia, ma la contribuzione. Di Maio è come mio figlio che, beccato con le mani nella marmellata, crede che nascondendo le mani tutto sia a posto: non è così”, conclude Delmastro. (Ruf/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 27-MAR-20 13:06 NNNN

Ma la telenovela non finisce qui: sempre il 27 marzo, in serata, è uscita una nota di precisazione della Farnesina che, sempre per correttezza (noi siamo fatti così), riportiamo a seguire integralmente.

Nella comunicazione qui sotto, come potete leggere, il Ministero degli Esteri ammette di aver inviato i 50 milioni di euro a Tunisi, ma adesso – smentendo la propria Ambasciata – precisa che erano già stati stanziati e non sarebbero quindi, nella nuova versione, legati al coronavirus.

La replica della Farnesina che di fatto conferma i 50 milioni alla Tunisia

In merito ad alcune polemiche sollevate nelle ultime ore, la Farnesina precisa che quello nei confronti della Tunisia non è un dono, né un regalo, bensì un credito (di aiuto), appunto di 50 milioni di euro, che rientra nel quadro del più ampio Memorandum of Understanding Italia – Tunisia siglato nel 2017, dunque ben tre anni fa. Non solo: il contratto di finanziamento è stato poi perfezionato il 18 marzo 2019, contestualmente alla sottoscrizione del relativo accordo intergovernativo Italia – Tunisia,  su risorse del Fondo Rotativo per la Cooperazione allo Sviluppo (ex lege 125/2014) di cui CDP è gestore per sostenere gli investimenti privati nel settore agricolo e dell’economia sociale e solidale. Si tratta dell’esecuzione di un’intesa bilaterale poi giunta nel marzo 2019 e, proprio a tal proposito, sorprendono non poco le strumentalizzazioni giunte al riguardo. Si evince facilmente, dunque, che la finalità del credito, proprio perché connessa ad accordi del 2017, non potrebbe essere collegata in alcun modo all’emergenza Covid, ma a un programma a supporto delle PMI tunisine definito a livello intergovernativo nella prima metà dello scorso anno. Programma di supporto come peraltro ve ne sono molteplici e dei quali, si ricorda, giova in modo indiretto anche il tessuto imprenditoriale italiano attivo sul territorio.

Aiuti in Somalia

Altri soldi italiani in Bolivia e Somalia

Mentre dal dicastero gestito da Luigi Di Maio sono costretti ad ammettere il contributo a Tunisi, ma provano ad arrampicarsi sugli specchi cancellando il post, cambiando versione e giustificando l’ingiustificabile, Andrea Delmastro rilancia e denuncia che il caso dei 50 milioni alla Tunisia non solo non è una Fake news, ma non è nemmeno isolato. Altri 21 milioni sono andati in Bolivia e 200 mila euro in Somalia.

Di Maio farà cancellare anche questo Tweet della nostra Ambasciata in Somalia?

VEDI VIDEO E CONTINUA NELLA PAGINA

https://www.giovannidonzelli.it/attivita/50-milioni-dallitalia-alla-tunisia-nessuna-bufala-o-fake-news-ecco-le-prove.html

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VIDEO

Coronavirus: in piena emergenza l’Italia invia 50 milioni alle imprese tunisine

 

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La scoperta del responsabile esteri di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro
 
 
 

 

CORONAVIRUS COVID-19: L’ITALIA UN PAESE CON MILLE DIFFICOLTA’ E SOFFERENZE

 

Coronavirus, Confcommercio: "A Milano chiuso il 50% delle attività ...

LE CITTA’ SONO VUOTE E DESERTE LA GENTE E’ CHIUSA IN CASA

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QUI ITALIA NEWS

CONSIDERAZIONI

LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS COVID-19 HA COLPITO L’ITALIA IMPREPARATA,

CON UN GOVERNO CHE ALL’INIZIO HA PRESO TUTTO ALLA LEGGERA, E CON DEI MEDICI CHE NON SI RENDEVANO CONTO DELLA GRAVITA E FACEVANO DISINFORMAZIONE, DICENDO CHE ERA SEMPLICE INFLUENZA E NON ERANO NECESSARIE LE MASCHERINE. 

L’ITALIA SI E’ FERMATA CHIUDENDO FABBRICHE INDUSTRIE AZIENDE MERCATI NEGOZI RISTORANTI BAR SCUOLE UNIVERSITA’ PALESTRE TEATRI ED ANCHE LE CHIESE.

LE VIE E LE STRADE SONO DESERTE CON LA GENTE CHIUSA IN CASA.

ORA DOPO TANTI GIORNI ABBIAMO FAMIGLIE DISTRUTTE DAI LUTTI GRAVI, PERSONE MORTE PER CURE INADEGUATE, CON OSPEDALI CARENTI DI ATTREZZATURE, MOLTI MALATI NEGLI OSPEDALI, IL POPOLO ITALIANO AGLI ARRESTI DOMICILIARI.

MENTRE CHI E’ RICCO O STIPENDIATO SI RIPOSA E SI RILASSA, TANTI PADRI NON SANNO COME SFAMARE I FIGLIOLETTI, NON AVENDO NESSUNA RISORSA ECONOMICA  ORA COSTRETTI A NON LAVORARE.

IL GOVERNO ITALIANO INTANTO PENSA A MANTENERE GLI IMMIGRATI E A PRESTARE DENARO A TUNISIA E BOLIVIA, PERFINO HA SPEDITO MASCHERINE A PAESI ESTERI QUANDO SERVIVANO IN ITALIA.

POVERA ITALIA, POVERI ITALIANI, POVERE FAMIGLIE ITALIANE, POVERI BAMBINI ITALIANI, POVERI NONNINI ITALIANI MOLTI DEI QUALI SONO PASSATI AD ALTRA VITA PER COLPA DEL CORONAVIRUS COVID-19 E MANCATA

ASSISTENZA MEDICA !

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QUI ITALIA NEWS

https://sites.google.com/site/quiitalianews/home/coronavirus-covid-19-l-italia-un-paese-in-mille-difficolta

CORONAVIRUS COVID-19: CONTE CON UN NUOVO DECRETO STANZIA 4,3 MILIARDI IN FAVORE DEI BISOGNOSI

 
INTERRIS.IT
 
28 MARZO 2020

Conte: “Nuovo Dpcm, 4,3 miliardi ai comuni per aiutare bisognosi”

“Vogliamo dare il segno concreto della presenza dello Stato”. Lo ha spiegato in conferenza stampa il premier Giuseppe Conte, che annuncia in diretta alla Nazione un nuovo provvedimento varato dal governo per supportare economicamente gli italiani: “Ai cittadini in difficoltà dico che non stiamo girando il volto dall’altra parte: ci sono sofferenze psicologiche, non tutti eravamo abituati a limitare gli spostamenti. Ma ci sono anche tante sofferenze materiali, per quanto riguarda approvvigionamento e prodotti farmaceutici. Abbiamo lavorato intensamente per lavorare a un provvedimento di grande urgenza. I sindaci sono le nostre prime sentinelle per quanto riguarda le necessità dei cittadini e ci affidiamo a loro: abbiamo firmato un Dpcm da 4,3 miliardi. Con un’ordinanza della Protezione Civile, aggiungiamo a questo fondo 400 milioni per i comuni, con il vincolo di essere utilizzati per quelle persone che non riescono a fare la spesa. Nasceranno buoni spesa, possibilità per i comuni di fornire beni alimentari…”.

“Confidiamo che già dall’inizio della prossima settimana i sindaci siano nella condizione di erogare concretamente questi buoni spesa. Non vogliamo lasciare nessuno indietro. Siamo tutti sulla stessa barca, e in questi sacrifici dobbiamo aiutare chi è maggiormente in difficoltà. Nell’ordinanza abbiamo anche previsto misure rafforzate per favorire le donazioni, da parte di produttori e distributori. non vogliamo tassare la solidarietà. I grandi distributori possono aggiungere un disconto del 5 o 10% per chi acquista”.

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https://www.interris.it/primo-piano/conte-nuovo-dpcm-43-miliardi-ai-comuni-per-aiutare-bisognosi/

CORONAVIRUS COVID-19: INIZIANO PICCOLE RIVOLTE AL SUD PER LA POVERTA’ DOVUTA AL DIVIETO DI USCIRE DI CASA E LAVORARE

 
CONTROINFORMAZIONE.INFO
 
27 MARZO 2020

INIZIANO LE PRIME FIAMMATE DI RIVOLTE POPOLARI AL SUD

di Luciano Lago

Lo stato d’assedio imposto con le misure per prevenire la pandemia del coronavirus inizia a determinare i primi focolai di rivolta fra le masse popolari delle persone e delle famiglie che, vivendo alla giornata e non disponendo di risparmi, non hanno il denaro per fare la spesa tutti i giorni e provvedere alle proprie necessità e a quelle dei loro figli.
Non era difficile da prevedere che questa è una situazione diffusa soprattutto nelle grandi aree urbane del sud, come Napoli, Palermo e non solo in quelle.

Tuttavia lo scollamento del governo dai problemi reali del paese inizia ad emergere e, come alcuni vaticinavano, la cura potrebbe essere peggiore della malattia tanto che, l’effetto di varie settimane di blocco totale dell’economia, potrebbe determinare rivolte sociali con assalto ai supermercati e barricate in mezzo alla strada.
Uno scenario molto concreto visto che , con negozi e mercati chiusi, piccole imprese, dai ristoranti alle attività turistiche, come tutto l’indotto che gira attorno a queste, ci sarà non solo un tracollo di questa economia di sopravvivenza ma soprattutto saranno gettate nella disperazione decine di migliaia di famiglie che non avranno di che sopravvivere e presto la disperazione si tramuterà in rabbia.
Una brutta situazione considerando che buona parte della gente non ha la possibilità di aspettare i tempi della burocrazia per ricevere dei sussidi che non si sa se e quando arriveranno e tanto meno attendere le decisioni dell’Unione Europea che, anche stavolta, ha dimostrato la sua propensione allo strozzinaggio piuttosto che alla solidarietà strombazzata dalla propaganda dei suoi sostenitori.

A Palermo iniziano ad accadere fatti significativi che dimostrano come il clima si stia surriscaldando.

E’ successo che una ventina di persone, dopo essersi contattate a vicenda sui social, hanno assaltato un supermercato in viale Regione siciliana.
In pratica le persone sono entrate, hanno riempito i carrelli di generi alimentari e, una volta alle casse, circa 20 persone hanno cercato di forzarle al grido di “Non abbiamo soldi, non vogliamo pagare”.

http://www.palermotoday.it/cronaca/tensione-ressa-supermercato-lidl-spesa-senza-pagare.html

Naturalmente gli addetti del market hanno chiamato poi polizia e carabinieri, mentre all’esterno tra la gente in fila, a distanza di un metro, come impongono le regole anti Covid-19, è scoppiato il panico.
In questo caso, grazie all’intervento della polizia, tutto alla fine, sembra rientrato ma la tensione resta palpabile ed un momento di panico c’è stato.
Circola la paura fra la gente, la paura di non avere i soldi per sopravvivere, una sensazione che ormai sembra dilagare anche su Facebook dove in molti ormai inneggiano alle rivolte tipo gilet gialli e si scrivono post di incitamento alla rivolta.

 
Tentativo di spesa gratis. Interviene Polizia a Palermo
Non è un caso che i primi focolai di rivolta si sviluppino a Palermo, dato il fatto che, come molti sanno ma il governo ignora, l’economia in nero è la tipica forma di sopravvivenza per una gran parte della gente e diventa impossibile lavorare alla giornata e sopravvivere rimanendo bloccati in casa.
Dopo Palermo la stessa situazione potrebbe diffondersi a Napoli e dintorni ma il governo Conte, Di Maio, Gualtieri trascura forse queste situazioni del Mezzogiorno e pensa ad emettere nuovi decreti e nuovi (ennesimi) moduli di autocertificazione.

Tuttavia la fame non si autocertifica e determina una rabbia che potrebbe spingere anche a gesti estremi.

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marzo 15, 2020

CORONAVIRUS COVID-19 EMERGENZA IN ITALIA: UE BLOCCA I TIR ITALIANI MA LASCIA PASSARE I CLANDESTINI VERSO L’ITALIA

 
Gli operai sloveni piazzano i new jersey in cemento e li posano sulla strada
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VOX NEWS.INFO
15 MARZO 2020

CORONAVIRUS, UE BLOCCA COSÌ I TIR ITALIANI MA LASCIA PASSARE I CLANDESTINI VERSO L’ITALIA – FOTO

 
Gli operai sloveni piazzano i new jersey in cemento e li posano sulla strada. Le carreggiate sono bloccate. Succede a tutti i valichi secondari che dividono l’Italia dall’ex repubblica Jugoslavia. Che poi è sempre e sempre sarà territorio italiano.
Per oltrepassare la frontiera bisogna affidarsi ai sei punti di valico primari, posti sotto il rigido controllo delle autorità:
 
E lì, nessuno che abbia passaporto italiano può passare, se non dietro presentazione di un certificato medico. Dovevamo farlo noi coi cinesi, invece no, e ora è una strage quotidiana.
 
Ma c’è un ma: se agli italiani è vietato l’ingresso in Slovenia così non è per i clandestini che quotidianamente oltrepassano la frontiera per raggiungere illegalmente l’Italia dalla Slovenia. Loro non trovano ostacoli. “Non c’è nessun controllo in uscita”, denuncia Edoardo Alessio, segretario provinciale dell’Fsp Polizia. “I colleghi sloveni non fanno controlli per gli immigrati, che sono liberi di camminare per strada e sui sentieri per superare i confini”.
 
Nel 2019 ne sono passati, quelli individuati, 5.526. Ora sono in arrivo le centinaia di migliaia che premono, spinti da Erdogan, al confine greco.
 
A inizio settimana la polizia ne ha intercettati alcune decine: “La maggior parte dei valichi di frontiera secondari sbarrati dagli ostacoli – spiega Alessio – sono quasi tutti sulle montagne del Carso. Se i migranti continuano ad attraversarli, non li vede nessuno”. Il problema, spiega il sindacato, è che se dovesse “arrivare una grossa quantità” di irregolari, il lavoro per rintracciarli distoglierebbe “la polizia dal controllo del territorio per quanto riguarda i nuovi decreti del governo contro la diffusione del coronavirus”. Senza contare che da giorni gli operatori chiedono, inascoltati, dispositivi di protezione per affrontare chi approda via terra nel Belpaese. “Abbiamo riduttissime forniture di Dpi, come mascherine FFP3, guanti e occhiali protettivi”, spiega Alessio. Per questo “avevamo chiesto all’amministrazione di respingere alla frontiera quanti più migranti possibili, vista l’emergenza sanitaria in atto”.
 
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VOX NEWS.INFO
 
15 MARZO 2020
 
LA UE VUOLE AFFAMARE L’ITALIA: CENTINAIA TIR BLOCCATI A FRONTIERE
 
Centinaia di Tir restano bloccati ai valichi con la Slovenia Il governatore Fedriga: “Fate riaprire subito il traffico merci”

Non solo. Tir bloccati anche al Brennero. L’espandersi del contagio del Coronavirus sta purtroppo rinfocolando un’annosa diatriba commerciale tra il nostro Paese e l’Austria relativamente al transito dei TIR italiani al Brennero. Tuttavia è inaccettabile che, attraverso il pretesto di misure precauzionali, vengano applicati provvedimenti discriminatori nei confronti dei nostri autotrasportatori e del servizio che svolgono. Per questo motivo, l’eurodeputato Danilo Oscar Lancini, in qualità di membro della Commissione “Commercio Internazionale” (INTA) del Parlamento Europeo, ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione Europea.

«Allo stato attuale delle informazioni – spiega l’On. Lancini – è in vigore per i veicoli industriali italiani un blocco verso l’Austria e la Slovenia: tale misura segue quella che vincolava l’ingresso in Austria solo previa esibizione di un certificato sanitario del conducente. Tali misure, adottate oltretutto senza alcuna consultazione con il Governo italiano e le istituzioni europee, arrecano danni irreversibili alle esportazioni italiane prima ancora che alle imprese di trasporto nazionale».

Pertanto Lancini chiede alla Commissione «di intervenire rapidamente al fine di porre rimedio con urgenza a tali misure discriminatorie e di vigilare costantemente per evitarne il ripetersi».

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https://voxnews.info/2020/03/15/la-ue-vuole-affamare-litalia-centinaia-tir-bloccati-a-frontiere/

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A CURA DI QUI ITALIA NEWS

https://sites.google.com/site/quiitalianews/home/coronavirus-covid-19-emergenza-in-italia

Nuovi scenari nell’epoca del Coronavirus del Prof. Roberto de Mattei-Video

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Il Coronavirus è un castigo divino? Considerazioni politiche, storiche e teologiche del prof. Roberto de Mattei.

 

dicembre 7, 2019

REDDITO DI CITTADINANZA: MENO DI 1000 POSTI DI LAVORO CREATI

 

 
 
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VOCE CONTRO CORRENTE.IT 
 
1 DICEMBRE 2019
Doppio affondo contro il reddito di cittadinanza, la misura voluta dal MoVimento 5 Stelle per contrastare la povertà in Italia.
 
Su Facebook il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha scritto: «Il dramma vero è che il reddito di cittadinanza è un flop incredibile. Prima o poi anche chi l’ha votato – Lega e Cinque Stelle – dovrà prenderne atto. Vanno creati posti di lavoro con Italia Shock, altro che sussidi».
 
Sulla stessa scia Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, che, sempre su Facebook, ha scritto: «Più che reddito di cittadinanza ci sembra un flop di proganda: tre miliardi di euro spesi, 700 mila persone beneficiate (tra cui brigatisti, lavoratori in nero, pusher, contrabbandieri…) e meno di 1000 posti di lavoro prodotti. Il grande bluff del M5S sta tutto qua. A pagarlo però come sempre siamo noi #vergogna #mandiamoliacasa».
 
Il riferimento è a un articolo pubblicato su  secondo cui, riprendendo fonti sindacali, i percettori del sussidio che hanno trovato un impiego dopo aver siglato i patti per il lavoro sono al momento meno di mille. Il tutto su un totale di oltre 700mila beneficiari occupabili.
 
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https://vocecontrocorrente.it/reddito-cittadinanza-posti-lavoro/

MES: SI PROFILA UNO SCONTRO ISTITUZIONALE

MES, si profila uno scontro istituzionale

 
L’ANTIDIPLOMATICO.IT
 
28 11 2019
di Pasquale Cicalese
Siamo ritornati al 1989, quando, con la caduta del Muro di Berlino, il Presidente Cossiga picconò il Parlamento. L’oggetto del contendere ora è il Mes che, a quanto pare, sembra sia stato sottoscritto il 21 giugno scorso da Conte nonostante una risoluzione contraria della maggioranza parlamentare. 

 

I leghisti stanno allertando costituzionalisti e giuristi per, eventualmente, denunciare il Presidente del Consiglio. Oggi Salvini invoca l’intervento di Mattarella. Qui sta il vulnus. Il Presidente della Repubblica, ma questo discorso vale da Oscar Luigi Scalfaro in poi, è espressione diretta anche generazionale del principio europeo, Mattarella  invoca l’Europa, o meglio l’Unione Europea, a ogni discorso pubblico. Come si comporterà ora, visto che si profila una violazione del regime parlamentare come previsto dalla Costituzione del 1948? Si può dire quel che si vuole, ma la Lega ha ora la stessa forza elettorale del Pci degli anni settanta, assieme a Fdi supera il 40%. Parla a nome delle banche cooperative, delle piccole e medie imprese, dei professionisti, ma anche degli operai, quest’ultime figure avendo da decenni abbandonato i partiti di “sinistra”. Cossiga picconò il Pci, ma aveva un obiettivo, transitare il paese dopo la caduta del Muro di Berlino. 

 

Una chiarezza che manca in questo Paese da due decenni. Rino Formica da un anno esorta Mattarella a mandare una lettera al Parlamento anche per verificare la posizione del nostro Paese circa l’Ue, per non subire sempre. Quella lettera mai pervenuta. Ora Salvini coinvolge Mattarella, sul Mes vi potrebbe essere un potenziale conflitto istituzionale. Ma a quel punto, occorre dirlo, siamo ancora in una Repubblica Parlamentare o, a partire da Scalfaro, ma ancor di più con Napolitano, siamo in una Repubblica Presidenziale? 

 

I cittadini hanno votato nel 2016 no alla riforma costituzionale. Sarebbe bene che Mattarella mandi un messaggio ufficiale alle Camere. Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione potrebbe essere eccellente.

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https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-mes_si_profila_uno_scontro_istituzionale/29785_31937/

MES:AUMENTANO I RISCHI DI UNA CRISI FINANZIARIA INDOTTA PER DEPREDARE L’ITALIA

MES: aumentano i rischi di una crisi finanziaria indotta per “depredare l’Italia”

 
L’ANTIDIPLOMATICO.IT
 
5 12 2019
 


di Claudio Conti – Contropiano

L’Eurogruppo ha confermato che il testo del trattato Mes è inemendabile. Il ministro dell’economia, Gualtieri, è tornato dicendo che “abbiamo ottenuto cambiamenti significativi”. Indovinate chi mente?


L’Eurogruppo è istituzione potente (riunisce i ministri dell’economia), ma non è prevista da nessun trattato. Praticamente è illegale, ma prende decisioni sulla vita di mezzo miliardi di persone. Lì dentro, come in tutte le altre istituzioni, comandano gli ordoliberisti tedeschi.


In pratica, la “riforma” del Meccanismo europeo di stabilità” sarà firmato così com’era stato contrattato durante il governo gialloverde e come non poteva certo essere criticato dal Pd.


Come si sia arrivati ancora una volta a firmare un trattato con su scritto “depredare l’Italia” non è un mistero. Lo ricostruisce con esperienza Luca Ricolfi, studioso ed editorialista ormai settantenne, una vita a La Stampa, Panorama e ora per Il Messaggero.


Ma la cosa più interessante è che conferma anche lui l’analisi che abbiamo proposto fin dal primo momento: quel dispositivo non serve a prevenire o tamponare una crisi finanziaria di un qualsiasi paese dell’Eurozona, serve a provocarla.


Il meccanismo, in combinazione con la definizione di “rischiosità” per i titoli di Stato (contenuta nella bozza di unione bancaria presentata dalla Germania e di fatto contenuta anche negli stress test condotti dalla Bce), invita infatti “i mercati” ad aprire il fuoco della speculazione finanziaria contro i titoli di Stato dei paesi con più alto debito, perché garantisce preventivamente agli speculatori che otterranno il risultato fin qui solo sognato: la ristrutturazione del debito dei paesi sottoposti ad attacco. E quindi guadagni favolosi ottenuti con poco sforzo.


In secondo luogo, poiché a detenre i titoli di Stato di quei paesi – come l’Italia – sono sopratttutto le banche nazionali, gli speculatori potranno assalire anche gli istituti di credito, costringendoli a dure perdite e svendite a prezzi di saldo.


Al contrario, le banche europee più in crisi perché riempite di “titoli illiquidi” – prodotti finanziari derivati, alla base della crisi del 2008, che non hanno mercato e sono invendibili – potranno in parte risanare i propri bilanci speculando sui titoli di Stato (italiani, spagnoli, greci, ecc) e puntando all’acquisizione dei grandi quote del sistema banciario dei relativi paesi.


Non per caso le banche che beneficeranno di questa possibilità speculativa sono principalmente francesi e tedesche (e olandesi). Messo a punto il meccanismo, se necessario, si potrà fare altrettanto con qualche altro sistema-paese…


Di fatto, siamo da anni in una situazione di crisi-stagnazione, simile a una frana incombente sul fianco di una montagna. E’ logico che si cerchi di farla cadere nel modo più controllato possibile. Ma sulle montagne in genere non mancano spazi disabitati disponibili, mentre sui mercati finanziari il vuoto non esiste. Se c’è una crisi (se si stacca una frana), qualcuno si farà male di sicuro. In questo caso, insomma, chi gestisce il Mes può scegliere un percorso che salvi qualcuno uccidendo qualcun altro. A Bruxelles hanno confezionato e posizionato le cariche esplosive in modo che la frana cada su di noi, invece che sui “maestri” del Grande Nord.


Il governo gialloverde – con la Lega sul punte di comando, ma senza cervello strategico – si è fatto confezionare su misura una ghigliottina. Ora i due vecchi contraenti strepitano, cercano di passare per ignare verginelle. Complici, subordinati e un po’ cretini, come tutta la classe politica che ha gestito l’ultimo trentennio, dagli accordi di Maastricht in poi.


Noi e l’Europa/Quel Trattato nasconde troppi rischi per il Paese

Luca Ricolfi – Il Messaggero

Credo che, sulla questione della riforma del Mes (il Meccanismo Europeo di Stabilità), sia essenziale tenere distinte tre domande.

Domanda 1: è pericoloso per l’Italia? O meglio: l’Italia, con il nuovo Mes, corre più o meno rischi che con il vecchio?

Ebbene, qui la mia riposta è netta. Prima di leggere il testo non ero eccessivamente preoccupato, dopo averlo letto attentamente lo sono moltissimo. Il trattato è pericoloso per l’Italia, e aumenta il rischio di una crisi finanziaria che ci costringa a una pesante “ristrutturazione del debito” (eufemismo per non dover dire: perdite patrimoniali e relativa catena di conseguenze). Questo giudizio non è solo dell’opposizione ma è condiviso da numerosi politici e tecnici di sicura fede europeista e progressista, che hanno messo in evidenza i molti punti deboli dell’accordo: dall’eccesso di potere del Mes (a scapito della Commissione Europea) alla pericolosità delle Clausole di Azione Collettiva (le cosiddette Cacs) che dal 2022 renderanno più facile costringere gli Stati a ristrutturare il debito, per non parlare dello scudo penale a favore dei membri del Mes (articoli 32 e 35 del trattato).

A minimizzare più o meno convintamente i rischi restano solo l’ex ministro Tria (che ha negoziato le modifiche), il ministro Gualtieri (che ha ereditato la patata bollente), la maggioranza degli esponenti del Pd, nonché i più acritici fra gli “europeisti a prescindere”.


Domanda 2: di chi è la colpa se ci troviamo in questa situazione, ossia a dover firmare un trattato che ci danneggia?

A mio parere la colpa principale è del governo giallo-verde, anche se la ripartizione delle responsabilità fra Conte-Tria-Salvini-Di Maio è impossibile da valutare per un osservatore esterno come me (se volessi scoprirlo proverei a sapere qualcosa da Giorgetti). L’idea che mi sono fatto è più o meno questa. Tria negozia quel che può, e non può molto perché il governo vuole flessibilità, e non può certo permettersi la procedura di infrazione per debito eccessivo. Poi dice a Conte (che è un avvocato, e di economia non si intende) che è un buon accordo.

Conte non spiega a Salvini e Di Maio che, in realtà, quel che lui e Tria stanno negoziando – oltreché bruttino – è quasi definitivo. Salvini e Di Maio, che preferiscono i bagni di folla (gratificanti) allo studio dei dossier (noiosissimi), fra un comizio e un salto in discoteca non si rendono conto né di quel che sta passando, né del fatto che quel che sta passando è sostanzialmente irreversibile. Personalmente sono più arrabbiato con Salvini e Di Maio che con Tria.
Domanda 3: e adesso? Adesso che l’Eurogruppo, nella riunione di ieri, ha detto chiaramente che il testo del trattato è sostanzialmente inemendabile, che cosa dovrebbe fare l’Italia?

La mia risposta è: non lo so. Perché ci sono gravi rischi sia se si rifiuta di firmare il trattato, sia se lo si accetta. In entrambi i casi la nostra vulnerabilità alla speculazione e alle crisi finanziarie è destinata ad aumentare considerevolmente.

C’è una domanda, però, cui mi sento di abbozzare una risposta. La domanda non è «che cosa dobbiamo fare?» ma «che cosa effettivamente faranno i nostri politici?».

Ed ecco la mia previsione. Conte e Gualtieri pregheranno in ginocchio l’establishment europeo di concedere almeno una piccola modifica al trattato, in modo da consentire al governo giallo-rosso di salvare la faccia e farlo approvare in Parlamento (già si parla di eliminare, attenuare o ritardare l’entrata in vigore della cosiddette Cacs, ossia delle clausole che – dal 2022 – renderanno più facile la ristrutturazione del debito). Le autorità europee concederanno qualche ritocco marginale, e magari qualche promessa sugli altri due tasselli del pacchetto che include il Mes (unione bancaria, budget europeo).

Il governo rassicurerà gli italiani, dicendo che già avevamo ottenuto molto (nel testo attuale la ristrutturazione del debito non è automatica), e abbiamo ancora “migliorato” il trattato che era stato chiuso a giugno. Poi l’attività di governo riprenderà, con questo o con altro governo. Ma chiunque prenderà il timone della politica economica continuerà sulla strada di sempre: richiesta di flessibilità, deficit tra il 2 e il 3%, nessuna sostanziale diminuzione del rapporto debito/Pil. Perché su una cosa destra e sinistra, giallo-rossi e giallo-verdi sono sempre d’accordo: il risanamento dei conti pubblici, ossia l’unica cosa che ci metterebbe al riparo da crisi future, «è un obiettivo strategico». Così strategico che ci penseremo domani, anzi ci penseranno quelli che verranno dopo di noi.

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