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giugno 10, 2012

Sister Margaret A. Farley: la suora che ha scritto un libro censurato dal Vaticano

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Giornalettismo

La suora ribelle che sfida il Papa

04/06/2012 – Margaret Farley, l’apertura ai gay e il suo libro “Just Love” censurato dal Vaticano

 

Le affermazioni e gli scritti della suora statunitense Margaret Farley su masturbazione,atti e unioni omosessuali, indissolubilita’ del matrimonio, divorzio e nuove nozze non sono ‘conformi alla dottrina cattolica’. Lo afferma una Notificazione della Congregazione per la dottrina della fede, esprimendo inoltre “rammarico”per il fatto che una suora cattolica ‘affermi posizioni in diretto contrasto con la dottrina cattolica nell’ambito della morale sessuale’.

LA CENSURA DEL LIBRO – Per questo, il Vaticano ha censurato il libro della Farley, ‘Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics’, perché non in linea con la dottrina cattolica sulla morale sessuale. La Congregazione – si legge nella nota – rende avveduti i fedeli che il suo libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics non è conforme alla dottrina della Chiesa. Non può di conseguenza essere utilizzato come valida espressione di dottrina cattolica né per la direzione spirituale e la formazione, né per il dialogo ecumenico e interreligioso”. Il Papa, in un’udienza al prefetto dell’ex Santo Uffizio card. William Levada il 16 marzo scorso, “ha approvato la presente Notificazione”, decisa nella sessione ordinaria della congregazione del 14 marzo “e ne ha ordinato la pubblicazione”. Tra i temi contestati nella notificazione, la masturbazione femminile, gli atti omosessuali, le unioni gay, l’indissolubilità del matrimonio, il divorzio e le nuove nozze.

 

LA REPLICA DELLA SUORA – La replica di suor Margaret non si è fatta attendere: “Anche se le mie risposte ad alcune particolari questioni etiche e sessuali si discostano da quelle cristiane tradizionali, ho cercato di dimostrare che comunque riflettono una profonda coerenza con gli obiettivi centrali e le intuizioni delle nostre tradizioni teologiche e morali.” Secondo la Farley le sue citazioni non sono state apprezzate: ” In questo modo “la Chiesa travisa – forse inconsapevolmente – gli obiettivi del mio lavoro e la natura di esso che rimane una proposta  non contro la chiesa e i suoi fedeli”, ha detto. Just Love: Un quadro di etica sessuale cristiana è stato pubblicato nel 2006 da Continuum, una casa editrice internazionale specializzata in opere accademiche. Il libro sostiene che la giustizia è una qualità fondamentale in rapporti sessuali umani, perché l’amore autentico è formato, guidato e protetto dalla giustizia. Nel capitolo 6, “Quadro per un etica sessuale: Just Love”, tra gli argomenti trattati ci sono la personalità, il libero consenso, la reciprocità, l’uguaglianza, l’impegno, la fecondità e la giustizia sociale. “In definitiva, in questo libro propongo un quadro di etica sessuale che utilizza criteri di giustizia nella valutazione di rapporti sessuali veri “, ha aggiunto.

 

MA NON C’E’ SOLO LEI –  Non c’è solo il caso Farley, però. Il Washington Post ci racconta del momento di crisi che la Chiesa americana sta vivendo in questo senso; pare che, in effetti, il problema delle suore cattoliche stia diventando abbastanza pressante. “Un’indagine vaticana sulla Leadership Conference of Women Religious, il gruppo che rappresenta l’80% delle suore cattoliche negli Stati Uniti, ha rinvenuto errori teologici importanti nei documenti dei membri, dissenso generalizzato sull’insegnamento della Chiesa in maniera di sessualità e “tematiche radicalmente femministe incompatibili con la fede cattolica”, ha scritto il documento della commissione d’indagine che è stata sguinzagliata contro le suore cattoliche.

 

POVERTA’ – “Credo che noi gli facciamo paura”, ha detto sorella Simone Campbell, suora-avvocato parte dell’ufficio legale della LCWR. Le suore hanno anche un gruppo rappresentativo a Washington, il NETWORK, una realtà lobbista qualificata che però, secondo il Vaticano, “è troppo silente sul diritto alla vita”; secondo la religiosa a capo della struttura, il NETWORK non è stato “contattato durante l’indagine, e noi ci concentriamo sulla povertà, sull’immigrazione e sui problemi del servizio sanitario”; non solo, ricorda il WaPo che le suore cattoliche americane lavorano “nell’educazione, nel servizio sanitario, nei servizi sociali, nei servizi alle parrocchie, nell’educazione religiosa e nei consultori”.

SUORE “PROGRESSISTE” – L’Huffington Post invece ci parla della mobilitazione in tutti gli Stati Uniti dei fedeli cattolici contro il Vaticano che ha accusato le suore americane di avere dei “problemi seri di dottrina”. Ne parlammo lo scorso 19 aprile. I vescovi degli Stati Uniti non riescono più a sopportare l’azione delle suore ormai impegnate ad aiutare gli americani a sopportare la povertà, a occuparsi della loro salute e di fare volontariato negli ospedali anziché parlare di contraccezione. Un’indagine vaticana sulla Leadership Conference of Women Religious, il gruppo che rappresenta l’80% delle suore cattoliche negli Stati Uniti, ha rinvenuto errori teologici importanti nei documenti dei membri, dissenso generalizzato sull’insegnamento della Chiesa in maniera di sessualità e “tematiche radicalmente femministe incompatibili con la fede cattolica.

MOBILITAZIONE – Per il Vaticano gli unici soggetti “autorizzati” alla dottrina della fede sono i vescovi. Per meglio affermare questo ruolo la Santa Sede ha pensato di riformare la Leadership Conference of Women Religious, un gruppo che raccoglie i dirigenti dei singoli gruppi delle suore americane. Questo atteggiamento non è però piaciuto ai fedeli della chiesa di St. Colman a Cleveland i quali hanno manifestato così come hanno fatto altri componenti di diverse chiese da Anchorage fino a Boston.

 

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LA SANZIONE – La “Leadership Conference of Women Religious” ha pubblicato una nota rivolta al Vaticano dai toni parecchio aspri al fine di respingere le critiche rivolte dalla Santa Sede relativamente alla posizione dell’Associazione in tema di ordinazione delle donne. La Santa Sede ha rimproverato ai 1.500 iscritti della Lcwr, rappresentanti l’80 per cento delle suore negli Usa, di aver provato ad affermare una specie di “femminismo radicale” contrario ai principi del Vaticano.  La direzione della Lcwr ha espresso nella nota la sua “preoccupazione sia per il contenuto della valutazione dottrinale sia per il processo attraverso il quale è stato preparato”. Secondo l’associazione il documento del Vaticano si è basato su “accuse infondate e frutto di un processo sbagliato e privo di trasparenza”.

 

http://www.giornalettismo.com/archives/345722/la-suora-ribelle-che-sfida-il-papa/2/

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“Profondo rammarico” della Congregazione della Dottrina della Fede per il libro di una suora americana

Il saggio “Just love. A Framework for Christian Sexual Ethics” di Sr. Margaret A. Farley, R.S.M. afferma posizioni “in contrasto con la morale sessuale cattolica”

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 5 giugno 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo la Notificazione diffusa ieri sul libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics di suor Margaret A. Farley, appartenente alle Sisters of Mercy of the Americas, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il cardinal Levada, prefetto della Congregazione, esprime nel documento “profondo rammarico” per il fatto che un membro di un Istituto di vita consacrata “affermi posizioni in diretto contrasto con la dottrina cattolica nell’ambito della morale sessuale”.

La Notificazione arriva dopo uno scambio di lettere con la stessa religiosa nelle quali le veniva richiesta una correzione delle “tesi inaccettabili” contenute nel suo libro. Tuttavia le risposte di suor Farley non hanno chiarito adeguatamente i problemi presenti nel testo, portando i membri della Congregazione a pubblicare questo documento.

***

Introduzione

La Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di un primo esame del libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics (New York: Continuum, 2006) di Sr. Margaret A. Farley, R.S.M., con lettera del 29 marzo 2010 indirizzò all’Autrice, per i buoni uffici di Sr. Mary Waskowiak, allora Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, un’ampia valutazione preliminare, indicando i problemi dottrinali presenti nel testo.

La risposta del 28 ottobre 2010, fornita da Sr. Farley, non risultò sufficiente a chiarificare i problemi segnalati. Poiché il caso riguardava errori dottrinali presenti in un libro la cui pubblicazione si è rivelata causa di confusione tra i fedeli, la Congregazione decise di intraprendere un “esame con procedura urgente”, secondo il Regolamento per l’esame delle dottrine (cf. cap. IV, artt. 23-27).

Al riguardo, dopo la valutazione condotta da parte di una Commissione di esperti (cf. art. 24), la Sessione Ordinaria della Congregazione in data 8 giugno 2011 confermò che il libro in parola conteneva proposizioni erronee, la cui divulgazione arrischiava grave danno ai fedeli. Successivamente, con lettera del 5 luglio 2011, fu trasmesso a Sr. Waskowiak l’elenco delle proposizioni erronee, chiedendole di invitare Sr. Farley ad offrire una correzione delle tesi inaccettabili contenute nel suo libro (cf. artt. 25-26).

Con lettera del 3 ottobre 2011, Sr. Patricia McDermott, nel frattempo subentrata a Sr. Mary Waskowiak quale Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, trasmise alla Congregazione la risposta di Sr. Farley, accompagnata dal parere proprio e di Sr. Waskowiak, in conformità con l’art. 27 del suddetto Regolamento.

Tale risposta, valutata dalla Commissione di esperti, il 14 dicembre 2011 fu sottoposta all’esame della Sessione Ordinaria per la decisione. In tale occasione, considerando che la risposta di Sr. Farley non chiariva adeguatamente i gravi problemi contenuti nel suo libro, i Membri della Congregazione decisero di procedere alla pubblicazione di questa Notificazione.

 1. Problemi di carattere generale

L’Autrice non presenta una comprensione corretta del ruolo del Magistero della Chiesa quale insegnamento autorevole dei Vescovi in comunione col Successore di Pietro, che guida la comprensione sempre più profonda, da parte della Chiesa, della Parola di Dio, come si trova nella Sacra Scrittura ed è trasmessa fedelmente dalla tradizione vivente della Chiesa. Nel trattare argomenti di carattere morale, Sr. Farley o ignora l’insegnamento costante del Magistero oppure, quando occasionalmente lo menziona, lo tratta come un’opinione tra le altre.

Simile atteggiamento non può essere in alcun modo giustificato, neppure all’interno di una prospettiva ecumenica che l’Autrice desidera promuovere. Sr. Farley rivela altresì una comprensione difettosa della natura oggettiva della legge morale naturale, scegliendo invece di argomentare sulla base di conclusioni selezionate da determinate correnti filosofiche o dalla sua propria comprensione dell’”esperienza contemporanea”. Un tale approccio non è conforme alla genuina teologia cattolica.

 2. Problemi specifici

Tra i numerosi errori e ambiguità del libro, sono da rilevare le prese di posizione circa la masturbazione, gli atti omosessuali, le unioni omosessuali, l’indissolubilità del matrimonio e il problema del divorzio e delle seconde nozze. 

Masturbazione

Sr. Farley scrive: «La masturbazione […] generalmente non comporta alcun problema di carattere morale. […] Si è certamente verificato che molte donne […] abbiano trovato un gran bene nel piacere ricercato con se stesse – e forse proprio nella scoperta delle loro proprie possibilità in rapporto al piacere –, qualcosa che molte non avevano sperimentato e nemmeno conosciuto al riguardo nelle loro relazioni sessuali ordinarie con mariti o amanti.

In questo senso, è possibile affermare che la masturbazione favorisce realmente i rapporti più di quanto non li ostacoli. La mia osservazione conclusiva è perciò che i criteri della giustizia, così come sono venuta presentandoli, sembrerebbero applicabili alla scelta di provare piacere sessuale autoerotico solo in quanto tale attività può favorire o danneggiare, mantiene o limita, il benessere e la libertà di spirito. E questa rimane ampiamente una questione di carattere empirico, non morale» (p. 236).

Queste affermazioni non sono conformi alla dottrina cattolica: «Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato. Qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità.

Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana.Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale».1

Atti omosessuali

Sr. Farley scrive: «Dal mio punto di vista […], le relazioni e gli atti omosessuali possono essere giustificati, conformemente alla stessa etica sessuale, proprio come le relazioni e gli atti eterosessuali. Perciò, le persone con inclinazione omosessuale, così come i loro rispettivi atti, possono e devono essere rispettati, sia che abbiano o non abbiano l’alternativa di essere altrimenti» (p. 295).

Tale posizione non è accettabile. La Chiesa Cattolica, infatti, distingue tra persone con tendenze omosessuali e atti omosessuali. Quanto alle persone con tendenze omosessuali, il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che esse devono essere accolte «con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione».2

Quanto agli atti omosessuali, invece, il Catechismo afferma: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».3

Unioni omosessuali

Sr. Farley scrive: «Legislazioni sulla non-discriminazione degli omosessuali, ma anche sulle coppie di fatto, le unioni civili e i matrimoni gay, possono svolgere un ruolo importante nella trasformazione dell’odio, dell’emarginazione e della stigmatizzazione di gay e lesbiche, che vengono tuttora rafforzati da insegnamenti circa il sesso “contro natura”, il desiderio disordinato o l’amore pericoloso. […] Una delle questioni al momento più urgenti, davanti all’opinione pubblica degli Stati Uniti, è il matrimonio tra persone dello stesso sesso – vale a dire la concessione di un riconoscimento sociale e di una qualifica giuridica alle unioni omosessuali, sia maschili che femminili, paragonabile alle unioni tra eterosessuali» (p. 293).

Tale posizione è opposta all’insegnamento del Magistero: «La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società.

Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società»4.

«A sostegno della legalizzazione delle unioni omosessuali non può essere invocato il principio del rispetto e della non discriminazione di ogni persona. Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia. Non attribuire lo statuto sociale e giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali non si oppone alla giustizia, ma, al contrario, è da essa richiesto».5

Indissolubilità del matrimonio

Sr. Farley scrive: «La mia personale posizione è che l’impegno matrimoniale sia soggetto a scioglimento per le stesse ragioni fondamentali per le quali ogni impegno permanente, estremamente grave e quasi incondizionato, può cessare di esigere un vincolo. Ciò comporta che ci possano in effetti essere situazioni nelle quali troppo è cambiato – uno o entrambi i partner sono cambiati, la relazione tra di loro è cambiata, la ragione primaria del loro impegno reciproco sembra essere completamente estinta.

Il senso di un impegno permanente è d’altronde proprio quello di vincolare a dispetto di tutti i cambiamenti che possono sopraggiungere. Ma lo si può sostenere sempre? Lo si può sostenere assolutamente, nonostante cambiamenti radicali e inaspettati? La mia risposta è: talvolta non è possibile. Talvolta l’obbligo deve essere sciolto e l’impegno può essere legittimamente modificato» (pp. 304-305).

Simile opinione è in contraddizione con la dottrina cattolica sull’indissolubilità del matrimonio: «L’amore coniugale esige dagli sposi, per sua stessa natura, una fedeltà inviolabile. È questa la conseguenza del dono di se stessi che gli sposi si fanno l’uno all’altro. L’amore vuole essere definitivo. Non può essere “fino a nuovo ordine”. Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità. La motivazione più profonda si trova nella fedeltà di Dio alla sua alleanza, di Cristo alla sua Chiesa.

Dal sacramento del Matrimonio gli sposi sono abilitati a rappresentare tale fedeltà e a darne testimonianza. Dal sacramento, l’indissolubilità del Matrimonio riceve un senso nuovo e più profondo. Il Signore Gesù ha insistito sull’intenzione originaria del Creatore, che voleva un matrimonio indissolubile. Abolisce le tolleranze che erano state a poco a poco introdotte nella Legge antica. Tra i battezzati il matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte»6.

Divorzio e nuove nozze

Sr. Farley scrive: «Se dal matrimonio sono nati figli, gli ex-coniugi si saranno sostenuti a vicenda per anni, forse per tutta la vita, nel progetto familiare intrapreso. A ogni modo, le vite di due persone una volta sposate l’una con l’altra rimangono per sempre segnate dall’esperienza di quel matrimonio. La profondità di ciò che rimane ammette gradazioni, ma qualcosa rimane. Ciò che rimane, tuttavia, impedisce un secondo matrimonio? Secondo me, no. Qualunque tipo di obbligo comporti un legame residuo, non deve includere la proibizione di un nuovo matrimonio – non più di quanto il legame in corso tra sposi comporti tale proibizione per chi permane in vita dopo la morte del coniuge» (p. 310).

Simile visione contraddice la dottrina cattolica che esclude la possibilità di seconde nozze successive a un divorzio: «Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio.

Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza».7

Conclusione

Con questa Notificazione, la Congregazione per la Dottrina della Fede esprime profondo rammarico per il fatto che un membro di un Istituto di Vita Consacrata, Sr. Margaret A. Farley, R.S.M., affermi posizioni in diretto contrasto con la dottrina cattolica nell’ambito della morale sessuale. La Congregazione rende avveduti i fedeli che il suo libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics non è conforme alla dottrina della Chiesa. Non può di conseguenza essere utilizzato come valida espressione di dottrina cattolica né per la direzione spirituale e la formazione, né per il dialogo ecumenico e interreligioso. La Congregazione desidera inoltre incoraggiare i teologi perché proseguano nel compito dello studio e dell’insegnamento della teologia morale in piena conformità con i principi della dottrina cattolica.

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, nell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto in data 16 marzo 2012, ha approvato la presente Notificazione, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione in data 14 marzo 2012, e ne ha ordinato la pubblicazione.

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1 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2352; cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione Persona humana circa alcune questioni di etica sessuale (29 dicembre 1975), n. 9: AAS 69 (1976), 85-87.

2Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2358.

3 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357; cf. Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; I Cor 6,10; I Tm 1,10; CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione Persona humana, n. 8: AAS 68 (1976), 84-85; ID., Lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1 ottobre 1986): AAS 79 (1987), 543-554.

4 CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali (3 giugno 2003), n. 11: AAS 96 (2004), 48.

5 Ibid., n. 8: AAS 96 (2004), 46-47.

6 Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1646-1647 e 2382; cf. Mt 5,31-32; 19, 3-9; Mc 10,9; Lc 16,18; I Cor 7-10-11; CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, nn. 48-49; Codice di Diritto Canonico, can. 1141; GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio circa i compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi (22 novembre 1981), n. 13: AAS 74 (1982), 93-96.

7 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1650; cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio, n. 84: AAS 74 (1982), 184-186; CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera Annus Internationalis Familiae circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati (14 settembre 1994): AAS 86 (1994), 974-979.

http://www.zenit.org/article-31034?l=italian

 

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

 Notificazione sul libro

Just love. A Framework for Christian Sexual Ethics

di Sr. Margaret A. Farley, R.S.M.

 Introduzione

La Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di un primo esame del libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics (New York: Continuum, 2006) di Sr. Margaret A. Farley, R.S.M., con lettera del 29 marzo 2010 indirizzò all’Autrice, per i buoni uffici di Sr. Mary Waskowiak, allora Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, un’ampia valutazione preliminare, indicando i problemi dottrinali presenti nel testo. La risposta del 28 ottobre 2010, fornita da Sr. Farley, non risultò sufficiente a chiarificare i problemi segnalati. Poiché il caso riguardava errori dottrinali presenti in un libro la cui pubblicazione si è rivelata causa di confusione tra i fedeli, la Congregazione decise di intraprendere un “esame con procedura urgente”, secondo il Regolamento per l’esame delle dottrine (cf. cap. IV, artt. 23-27).

Al riguardo, dopo la valutazione condotta da parte di una Commissione di esperti (cf. art. 24), la Sessione Ordinaria della Congregazione in data 8 giugno 2011 confermò che il libro in parola conteneva proposizioni erronee, la cui divulgazione arrischiava grave danno ai fedeli. Successivamente, con lettera del 5 luglio 2011, fu trasmesso a Sr. Waskowiak l’elenco delle proposizioni erronee, chiedendole di invitare Sr. Farley ad offrire una correzione delle tesi inaccettabili contenute nel suo libro (cf. artt. 25-26).

Con lettera del 3 ottobre 2011, Sr. Patricia McDermott, nel frattempo subentrata a Sr. Mary Waskowiak quale Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, trasmise alla Congregazione la risposta di Sr. Farley, accompagnata dal parere proprio e di Sr. Waskowiak, in conformità con l’art. 27 del suddetto Regolamento. Tale risposta, valutata dalla Commissione di esperti, il 14 dicembre 2011 fu sottoposta all’esame della Sessione Ordinaria per la decisione. In tale occasione, considerando che la risposta di Sr. Farley non chiariva adeguatamente i gravi problemi contenuti nel suo libro, i Membri della Congregazione decisero di procedere alla pubblicazione di questa Notificazione.

 1. Problemi di carattere generale

L’Autrice non presenta una comprensione corretta del ruolo del Magistero della Chiesa quale insegnamento autorevole dei Vescovi in comunione col Successore di Pietro, che guida la comprensione sempre più profonda, da parte della Chiesa, della Parola di Dio, come si trova nella Sacra Scrittura ed è trasmessa fedelmente dalla tradizione vivente della Chiesa. Nel trattare argomenti di carattere morale, Sr. Farley o ignora l’insegnamento costante del Magistero oppure, quando occasionalmente lo menziona, lo tratta come un’opinione tra le altre. Simile atteggiamento non può essere in alcun modo giustificato, neppure all’interno di una prospettiva ecumenica che l’Autrice desidera promuovere. Sr. Farley rivela altresì una comprensione difettosa della natura oggettiva della legge morale naturale, scegliendo invece di argomentare sulla base di conclusioni selezionate da determinate correnti filosofiche o dalla sua propria comprensione dell’”esperienza contemporanea”. Un tale approccio non è conforme alla genuina teologia cattolica.

 2. Problemi specifici

Tra i numerosi errori e ambiguità del libro, sono da rilevare le prese di posizione circa la masturbazione, gli atti omosessuali, le unioni omosessuali, l’indissolubilità del matrimonio e il problema del divorzio e delle seconde nozze. 

Masturbazione

Sr. Farley scrive: «La masturbazione […] generalmente non comporta alcun problema di carattere morale. […] Si è certamente verificato che molte donne […] abbiano trovato un gran bene nel piacere ricercato con se stesse – e forse proprio nella scoperta delle loro proprie possibilità in rapporto al piacere –, qualcosa che molte non avevano sperimentato e nemmeno conosciuto al riguardo nelle loro relazioni sessuali ordinarie con mariti o amanti. In questo senso, è possibile affermare che la masturbazione favorisce realmente i rapporti più di quanto non li ostacoli. La mia osservazione conclusiva è perciò che i criteri della giustizia, così come sono venuta presentandoli, sembrerebbero applicabili alla scelta di provare piacere sessuale autoerotico solo in quanto tale attività può favorire o danneggiare, mantiene o limita, il benessere e la libertà di spirito. E questa rimane ampiamente una questione di carattere empirico, non morale» (p. 236).

Queste affermazioni non sono conformi alla dottrina cattolica: «Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato. Qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità. Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana.Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale».1

 Atti omosessuali

Sr. Farley scrive: «Dal mio punto di vista […], le relazioni e gli atti omosessuali possono essere giustificati, conformemente alla stessa etica sessuale, proprio come le relazioni e gli atti eterosessuali. Perciò, le persone con inclinazione omosessuale, così come i loro rispettivi atti, possono e devono essere rispettati, sia che abbiano o non abbiano l’alternativa di essere altrimenti» (p. 295).

Tale posizione non è accettabile. La Chiesa Cattolica, infatti, distingue tra persone con tendenze omosessuali e atti omosessuali. Quanto alle persone con tendenze omosessuali, il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che esse devono essere accolte «con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione».2 Quanto agli atti omosessuali, invece, il Catechismo afferma: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».3

 Unioni omosessuali

Sr. Farley scrive: «Legislazioni sulla non-discriminazione degli omosessuali, ma anche sulle coppie di fatto, le unioni civili e i matrimoni gay, possono svolgere un ruolo importante nella trasformazione dell’odio, dell’emarginazione e della stigmatizzazione di gay e lesbiche, che vengono tuttora rafforzati da insegnamenti circa il sesso “contro natura”, il desiderio disordinato o l’amore pericoloso. […] Una delle questioni al momento più urgenti, davanti all’opinione pubblica degli Stati Uniti, è il matrimonio tra persone dello stesso sesso – vale a dire la concessione di un riconoscimento sociale e di una qualifica giuridica alle unioni omosessuali, sia maschili che femminili, paragonabile alle unioni tra eterosessuali» (p. 293).

Tale posizione è opposta all’insegnamento del Magistero: «La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società»4. «A sostegno della legalizzazione delle unioni omosessuali non può essere invocato il principio del rispetto e della non discriminazione di ogni persona. Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia. Non attribuire lo statuto sociale e giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali non si oppone alla giustizia, ma, al contrario, è da essa richiesto».5

 Indissolubilità del matrimonio

Sr. Farley scrive: «La mia personale posizione è che l’impegno matrimoniale sia soggetto a scioglimento per le stesse ragioni fondamentali per le quali ogni impegno permanente, estremamente grave e quasi incondizionato, può cessare di esigere un vincolo. Ciò comporta che ci possano in effetti essere situazioni nelle quali troppo è cambiato – uno o entrambi i partner sono cambiati, la relazione tra di loro è cambiata, la ragione primaria del loro impegno reciproco sembra essere completamente estinta. Il senso di un impegno permanente è d’altronde proprio quello di vincolare a dispetto di tutti i cambiamenti che possono sopraggiungere. Ma lo si può sostenere sempre? Lo si può sostenere assolutamente, nonostante cambiamenti radicali e inaspettati? La mia risposta è: talvolta non è possibile. Talvolta l’obbligo deve essere sciolto e l’impegno può essere legittimamente modificato» (pp. 304-305).

Simile opinione è in contraddizione con la dottrina cattolica sull’indissolubilità del matrimonio: «L’amore coniugale esige dagli sposi, per sua stessa natura, una fedeltà inviolabile. È questa la conseguenza del dono di se stessi che gli sposi si fanno l’uno all’altro. L’amore vuole essere definitivo. Non può essere “fino a nuovo ordine”. Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità. La motivazione più profonda si trova nella fedeltà di Dio alla sua alleanza, di Cristo alla sua Chiesa. Dal sacramento del Matrimonio gli sposi sono abilitati a rappresentare tale fedeltà e a darne testimonianza. Dal sacramento, l’indissolubilità del Matrimonio riceve un senso nuovo e più profondo. Il Signore Gesù ha insistito sull’intenzione originaria del Creatore, che voleva un matrimonio indissolubile. Abolisce le tolleranze che erano state a poco a poco introdotte nella Legge antica. Tra i battezzati il matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte»6.

Divorzio e nuove nozze

Sr. Farley scrive: «Se dal matrimonio sono nati figli, gli ex-coniugi si saranno sostenuti a vicenda per anni, forse per tutta la vita, nel progetto familiare intrapreso. A ogni modo, le vite di due persone una volta sposate l’una con l’altra rimangono per sempre segnate dall’esperienza di quel matrimonio. La profondità di ciò che rimane ammette gradazioni, ma qualcosa rimane. Ciò che rimane, tuttavia, impedisce un secondo matrimonio? Secondo me, no. Qualunque tipo di obbligo comporti un legame residuo, non deve includere la proibizione di un nuovo matrimonio – non più di quanto il legame in corso tra sposi comporti tale proibizione per chi permane in vita dopo la morte del coniuge» (p. 310).

Simile visione contraddice la dottrina cattolica che esclude la possibilità di seconde nozze successive a un divorzio: «Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza».7

 Conclusione

Con questa Notificazione, la Congregazione per la Dottrina della Fede esprime profondo rammarico per il fatto che un membro di un Istituto di Vita Consacrata, Sr. Margaret A. Farley, R.S.M., affermi posizioni in diretto contrasto con la dottrina cattolica nell’ambito della morale sessuale. La Congregazione rende avveduti i fedeli che il suo libro Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics non è conforme alla dottrina della Chiesa. Non può di conseguenza essere utilizzato come valida espressione di dottrina cattolica né per la direzione spirituale e la formazione, né per il dialogo ecumenico e interreligioso. La Congregazione desidera inoltre incoraggiare i teologi perché proseguano nel compito dello studio e dell’insegnamento della teologia morale in piena conformità con i principi della dottrina cattolica.

 Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, nell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto in data 16 marzo 2012, ha approvato la presente Notificazione, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione in data 14 marzo 2012, e ne ha ordinato la pubblicazione.

 Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 30 marzo 2012.

 

William Cardinale Levada
Prefetto

+ Luis F. Ladaria, S.I.
Arcivescovo titolare di Thibica
Segretario

______________

 

1

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2352; cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione Persona humana circa alcune questioni di etica sessuale (29 dicembre 1975), n. 9: AAS 69 (1976), 85-87.

2

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2358.

 

3

 

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357; cf. Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; I Cor 6,10; I Tm 1,10; CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione Persona humana, n. 8: AAS 68 (1976), 84-85; ID., Lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1 ottobre 1986): AAS79 (1987), 543-554.

 

4

 

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali (3 giugno 2003), n. 11: AAS96 (2004), 48.

 

5

 

Ibid., n. 8: AAS96 (2004), 46-47.

 

6

 

Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1646-1647 e 2382; cf. Mt 5,31-32; 19, 3-9; Mc 10,9; Lc 16,18; I Cor 7-10-11; CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, nn. 48-49; Codice di Diritto Canonico, can. 1141; GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio circa i compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi (22 novembre 1981), n. 13: AAS74 (1982), 93-96.

 

7

 

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1650; cf. GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio, n. 84: AAS 74 (1982), 184-186; CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera Annus Internationalis Familiae circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati (14 settembre 1994): AAS86 (1994), 974-979.

 
 
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Sister Margaret A. Farley. Courtesy Western Illinois University.

Vatican City, Jun 4, 2012 / 09:49 am (CNA/EWTN News).-

The Vatican has declared that a book on sexual morality written by a controversial American sister runs so contrary to Church teaching that it cannot be considered Catholic.

“The Congregation for the Doctrine of the Faith expresses profound regret that a member of an Institute of Consecrated Life, Sr. Margaret A. Farley, R.S.M., affirms positions that are in direct contradiction with Catholic teaching in the field of sexual morality,” says the notification, issued in Rome on June 4.

The decision follows a two-year audit of Sr. Farley’s book “Just Love: A Framework for Christian Sexual Ethics,” which argues against the Church’s teaching on masturbation, homosexual acts, homosexual unions and marriage. The Sister of Mercy and emeritus professor of Christian Ethics at Yale Divinity School published her book in 2006.
 
The audit found that “Just Love” did not present “a correct understanding of the role of the Church’s Magisterium as the teaching authority of the Bishops united with the Successor of Peter” but, instead, presented it as just “one opinion among others.”
 
It further concluded that Sr. Farley’s work rejected “the objective nature of the natural moral law,” choosing instead to argue “on the basis of conclusions selected from certain philosophical currents” or “from her own understanding of ‘contemporary experience.’”

The issuing of a notification from the Congregation for the Doctrine of the Faith is both significant and infrequent.

Highlighting some specific areas of concern, the congregation noted that Sr. Farley argued in her book that masturbation “usually does not raise any moral questions at all.”
 
She also suggested that homosexual acts “can be justified according to the same sexual ethic as heterosexual relationships,” while homosexual civil unions “can also be important in transforming the hatred, rejection, and stigmatization of gays and lesbians” that is reinforced by “teachings of ‘unnatural’ sex, disordered desire, and dangerous love.”

On marriage, Sr. Farley’s book proposed that re-marriage should not be prohibited “any more than the ongoing union between spouses after one of them has died prohibits a second marriage.”
 
Despite discussions that lasted three years, the Congregation for the Doctrine of the Faith concluded that Sr. Farley “did not adequately clarify the grave problems contained in her book,” which would have prevented the publication of today’s notification.

In response, Sr. Farley said June 4 that she “appreciated the efforts made by the Congregation and its consultants” and did “not dispute the judgment that some of the positions contained within it are not in accord with current official Catholic teaching.”
 
She also stated that her book “was not intended to be an expression of current official Catholic teaching” but as a way of offering “contemporary interpretations of traditional meanings for the human body, gender and sexuality.”

Her religious congregation, the Sisters of Mercy of the Americas, also expressed its “profound regret” at the decision against the work of “a highly respected and valued member.”

“While being faithful to her own faith tradition and commitments, her sensitivity to the varied circumstances, realities and needs of her students is the context she consistently honors,” said the order’s president, Sr. Patricia McDermott, in a June 4 statement.

Today’s ruling means that the book “cannot be used as a valid expression of Catholic teaching, either in counseling and formation,” as the dissemination of such ideas “risks grave harm to the faithful.” The book also cannot be used in ecumenical and inter-religious dialogues.

Tags: Vatican, CDF, Religious Sisters

 

http://www.catholicnewsagency.com/news/vatican-rules-sisters-sexual-ethics-book-is-not-catholic/

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