Mirabilissimo100’s Weblog

novembre 1, 2012

CHICAGO: BABY SITTER UCCIDE DUE BIMBI

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USA, TATA UCCIDE A COLTELLATE DUE BIMBI:
“ME LO HANNO ORDINATO I DEMONI” -FOTO 

Elzbieta M. Plackowska

 
 
Giovedì 01 Novembre 2012 – 20:17

NEW YORK – Tragedia in Illinois: una donna di 40 anni, Elzbieta M. Plackowska, ha accoltellato a morte la bambina a cui stava facendo da babysitter e il suo stesso figlio. L’episodio – come riporta il quotidiano Chicago Tribune – è avvenuto a Naperville, vicino a Chicago.

“I DEMONI MI HANNO SPINTA” La tragedia ha scosso la cittadina, riportando alla mente quanto avvenuto sei giorni fa a New York, dove la nanny Yoselyn Ortega è accusata di aver ucciso due piccoli di 2 e 6 anni, affidati alle sue cure. La donna di Chicago, originaria della Polonia, avrebbe compiuto il folle gesto martedì sera, e ora è stata portata nel carcere della contea di DuPage. Agli inquirenti ha spiegato di aver sentito alcune voci demoniache che l’hanno spinta a uccidere i due bambini, identificati come Olivia Dworakowski, 5 anni, e Justin Plackowska, 7 anni. Ma ha anche confessato di essere sconvolta per la recente morte del padre e per una lite avvenuta con il marito. Elzbieta dovrà rispondere di due capi d’accusa per omicidio di primo grado. Secondo le prime ricostruzioni, la madre della piccola Olivia, Marta Dworakowski, un’infermiera che effettua il turno notturno in un laboratorio di analisi, aveva lasciato la figlia alla babysitter per recarsi al lavoro. La tata killer, dopo aver ucciso Olivia e Justin, è salita al volante della sua auto guidando fino a casa, dove il figlio maggiore vedendola coperta di sangue, ha chiamato il 911, il pronto intervento americano.

http://www.leggo.it/news/mondo/usa_tata_uccide_a_coltellate_due_bimbi_me_lo_hanno_ordinato_i_demoni_foto_/notizie/200807.shtml

 
 
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CHICAGO, BABY SITTER UCCIDE DUE BIMBI.
SI RIPETE L’ORRORE DI NEW YORK -VIDEO

 
Mercoledì 31 Ottobre 2012 – 20:03

CHICAGO – Negli Stati Uniti si ripete l’orrore: una baby sitter ha ucciso i bambini di cui avrebbe dovuto prendersi cura. Non è passata nemmeno una settimana dall’episodio analogo avvenuto a New York, arriva la notizia del massacro di Chicago

ANCHE SUO FIGLIO Questa volta la baby sitter si occupava sia del proprio bambino che della figlia di un’altra donna, che era andata al lavoro. Le vittime sono una bambina di otto anni e un bambino di cinque. Sono stati trovati ieri sera uccisi a pugnalate nel proprio letto. Accanto a loro anche i corpi senza vita dei due cani della famiglia. La donna è stata presa in custodia dalla polizia.  La tragedia di New York. La settimana scorsa due bambini, di due e sei anni erano stati uccisi dalla baby sitter in un elegante appartamento di Manhattan. La baby sitter si era poi tagliata la gola, davanti alla madre dei bambini.

IL VIDEO DEL SUNTIMES

http://www.leggo.it/news/mondo/chicago_baby_sitter_uccide_due_bimbi_si_ripete_lorrore_di_new_york_video/notizie/200710.shtml

ottobre 27, 2012

NY: LA BABY SITTER MASSACRA A COLTELLATE DUE BIMBI DI 2 E 6 ANNI

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CHOC A NY, LA BABY SITTER MASSACRA
A COLTELLATE DUE BIMBI DI 2 E 6 ANNI

 
Venerdì 26 Ottobre 2012 – 09:48

NEW YORK – La mamma era andata ad accompagnare una delle sue figlie alla lezione di nuoto, il papà era fuori città per lavoro, così Leo, 2 anni, e Lulu, 6, erano rimasti a casa con la tata cinquantenne. Tornata a casa, un condomionio di lusso a New York che affaccia su Central Park, Marina Krim è rimasta sorpresa dal trovare tutte le luci spente. Pensava che i suoi bimbi fossero usciti con la baby sitter, e invece li ha ritrovati in bagno, uccisi nella vasca, la donna riversa in una pozza di sangue con una ferita alla gola ma ancora viva.

A dare l’allarme sarebbe stata una vicina di casa dopo aver sentito le forti grida della donna nel pomeriggio. Sui corpi dei bambini, dichiarati morti sulla scena del crimine, c’erano numerose ferite da taglio inflitte con un coltello da cucina. La tata è stata ricoverata in stato di arresto e le sue condizioni sono critiche. 

 

http://www.leggo.it/news/mondo/choc_a_ny_la_baby_sitter_massacra_a_coltellate_due_bimbi_di_2_e_6_anni_foto/notizie/199783.shtml

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TATA UCCIDE DUE BIMBI, POI TENTA
IL SUICIDIO: CHOC A NEW YORK -FOTO
 
Yoselyn Ortega e i piccoli Lucia e Leo

Yoselyn Ortega e i piccoli Lucia e LeoYoselyn Ortega e i piccoli Lucia e LeoI piccoli Lucia e Leo uccisi dalla tata Jocelyn Ortega
 

 

Sabato 27 Ottobre 2012 – 22:00

NEW YORK – L’omicidio dei due bimbi a New York continua a sconvolgere l’America. Dopo aver ucciso Lucia, 6 anni, e suo fratellino Leo, 2 anni, la tata assassina ha tentato di suicidarsi con lo stesso coltello del duplice delitto. È successo quando la madre dei due bambini, Marina Krim, 36 anni, ha scoperto la scena dell’orrore, urlando a più non posso, sconvolta dal mare di sangue. Sono queste le ultime indiscrezioni della stampa Usa sull’ orribile omicidio dell’Upper West Side, uno dei quartieri di Manhattan che si affacciano su Central Park.

CHOC. Oggi, in una New York sconvolta dal dramma, tutti si interrogano ancora sui motivi che hanno spinto Yoselyn Ortega, 50 anni, ad accoltellare a morte i due bambini di cui era la tata. Ortega si trova ancora in ospedale per le ferite che si sarebbe procurata. La polizia continua a indagare ma finora non è stato possibile interrogare la tata omicida, sulla quale iniziano a filtrare informazioni sui suoi problemi «mentali, fisici e finanziari». Negli ultimi mesi «sembrava nervosa. Era molto dimagrita e sembrava non stare bene: era molto invecchiata, dopo pochi mesi sembrava avesse sette anni in più» riferiscono alcuni dei vicini di casa di Yoselin alla stampa americana.
E la stessa sorella della tata, Celia Ortega, spiega al New York Post che «ha perso la testa, non riusciamo a capire che cosa le sia successo.

TESTIMONI. Le informazioni vengono confermate dal portavoce della Polizia, Paul Browne, secondo il quale i parenti di Ortega l’avrebbero descritta come «fuori di sè negli ultimi mesi. Non sembrava più lei e stava cercando l’aiuto di uno specialista». Secondo alcuni amici della tata, Ortega stava già vedendo uno psicologo. A preoccupare la donna sarebbero state soprattutto questioni finanziarie. Al momento però non ci sono certezze: Ortega, di origine dominicana, è cittadina americana da 10 anni e non ha alcun precedente penale nè segnalazioni di nessun tipo alla polizia. «L’unica indizio che abbiamo al momento è il fatto che potrebbe aver ucciso i due bambini» riferiscono fonti della polizia alla stampa, anche se in realtà i dubbi che non sia lei l’assassino sono vicini allo zero.

STRANEZZE. Con la famiglia Kirm Yoselin lavorava da due anni ma fra le altre tate del vicinato non era molto conosciuta, sempre secondo alcune indiscrezioni. «Era molto strana, sempre rinchiusa nell’appartamento», raccontano i vicini. La famiglia Kirm, con la quale lavorava da qualche anno, non sembra però mai aver notato nulla di strano, anzi era in ottimi rapporti tanto da averla accompagnata una volta nel suo paese di origine, la Repubblica Domenicana. A Maria Lajara, una sua vicina di casa, Ortega aveva confidato, in questi ultimi mesi si essere contenta del suo lavoro, che era pagato bene . La famiglia Kirm – racconta Lajara – la trattava bene e di recente le aveva regalato una giacca di Ann Taylor, una nota stilista della Grande Mela.

 

 

 

febbraio 8, 2011

BIMBI MORTI BRUCIATI NEL CAMPO ROM-NAPOLITANO DAI GENITORI

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BIMBI MORTI NEL CAMPO ROM,
NAPOLITANO DAI GENITORI.
IL PAPÀ: “NESSUNO CI VUOLE”
 
Lunedì 07 Febbraio 2011 – 21:16
 

ROMA – A quella povera madre, oggi, parla per tutti gli italiani il capo dello Stato Giorgio Napolitano. La raggiunge in obitorio, il presidente, dove ci sono i 4 bimbi rom uccisi dal fuoco a Tor Fiscale, come una persona comune. Poi si rivolge al Paese e alle istituzioni. Via gli accampamenti insicuri. Le istituzioni trovino la «soluzione a un problema così grave in termini umani e civili». Intanto la Procura di Roma indaga: c’è una ipotesi di reato per «abbandonò di minori a carico di ignoti. Rischiano i genitori e la sorella di 18 anni, cui loro avevano affidato i piccoli. »Questa tragedia pesa dolorosamente su ciascuno di noi«, dice il capo dello Stato. Giusto leggervi un appello implicito alla futura collaborazione della società civile? Poi chiede massimo impegno a tutte le istituzioni: questa tragedia »ci rende ancor più convinti della necessità di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi«. »Le autorità locali e nazionali – aggiunge – non possono non sentirsi impegnate ancor più fortemente a dare soluzione a un problema così grave in termini umani e civili«.

Dal canto suo, Gianni Alemanno, nell’angolo, non ci va. Chiede poteri e altre risorse al Governo: 30 milioni. Aspetta una risposta domani. Chiede tendopoli alla Protezione civile e caserme dismesse alla Difesa. Annuncia sgomberi immediati, e »obbligatori«, dei siti abusivi. Addirittura immagina di imbrigliare i nomadi nelle regole: perchè il »pietismo«, spiega, la pseudo-comprensione dello spirito di libertà, si è visto, purtroppo, »dove porta…«. Alla fine della giornata, però, lo slancio della reazione si arresta per qualche istante. Quando, intervenendo a ‘Porta Porta‘, il sindaco di Roma, viso pallidissimo e sguardo amaro, dice quello che ha dentro: »Ieri io ho visto… E quello che ho visto non lo scorderò mai più. Sarà per me un tormento quotidiano«. Dopo aver reagito, per una ventina di ore, con energia anche piccata alla tragedia, attaccando chi non ha permesso di completare il piano nomadi: la maledetta burocrazia, la sovrintendenza, i ricorsi dei Comuni. Dopo aver annunciato l’intenzione di liberarsi di »lacci e lacciuoli« – »Non ci saranno veti, non ci saranno presidenti di municipio, comitati civici che tengano«, dice chiedendo nuovi strumenti per l’emergenza – traspare in serata una punta di avvilimento già vista negli sguardi di diversi amministratori italiani. Ricorrono parole già udite: la sindrome di Nimby, la cultura del no, l’impotenza di fronte ai veti incrociati. Alemanno lo spiega di nuovo: »L’opposizione non può parlare, non fece nulla sui nomadi. Noi abbiamo chiuso 310 campi abusivi«. Erano »tollerati« dal centro-sinistra. »Ma poi il piano si è bloccato, per i tanti vincoli che ci sono«. »Abbiamo perso un anno e tre mesi per la Sovrintendenza, due mesi per quattro ricorsi al Tar, quando a 6 km da Tor Fiscale avevamo un campo a portata di mano, La Barbuta, che si sarebbe potuto realizzare velocemente. Quei bambini oggi potevano essere lì, al sicuro. Invece, ci hanno fermato«. Perciò, in una lettera congiunta col prefetto di Roma, al ministro Maroni, al presidente del Consiglio e tutto il Governo, il sindaco ha chiesto poteri speciali per il prefetto – che però già ne ha essendo già commissario su questa emergenza – per ottenere di derogare la conferenza dei servizi. Si perde troppo tempo, i campi regolari devono essere fatti, invece, subito. E va anche oltre, sfidando quella »libertà« che in tutta Europa si stenta a dominare con le regole: se le famiglie non accetteranno di vivere in luoghi sicuri, i minori dovranno andare in affidamento. »Perchè non si può consentire che vivano ancora in quelle baracche della morte«.

IL DOLORE DEL PADRE «Qualcuno dice che non abbiamo accettato accoglienza, non è vero. Il Comune e nessun altro ce lo ha mai proposto. Inoltre siamo stati sgomberati più volte. Ora vogliamo solo riportare le salme in Romania: spero che succeda presto, nei prossimi giorni». Sono le parole di Mirca Erdea, il padre di tre dei quattro bimbi morti nell’incendio di una baracca di un insediamento abusivo a Roma ieri sera. I genitori dei bimbi non hanno specificato dove si trovano in queste ore.

http://www.leggo.it/articolo.php?id=105284

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ROMA. BARACCA A FUOCO,
MORTI 4 BIMBI ROM -FOTO

Lunedì 07 Febbraio 2011 – 03:13
Ultimo aggiornamento: 03:48

ROMA – Erano soli e si riparavano dal freddo rannicchiati, nel sonno, mentre dal tizzone di un braciere è partita una prima scintilla che ha provocato le fiamme divampate nella baracca dove dormivano. In poco tempo i loro corpicini erano carbonizzati. Si è consumata al buio di una boscaglia, in una casupola di plastica e legno, la tragedia in un campo nomadi abusivo a Roma dove 4 bambini sono morti in un incendio. Raul, di 4 anni, Fernando di 5, Patrizia di 8 e Sebastian di 11, erano stati lasciati soli dalla madre, che era andata in un fast food a comperare del cibo mentre la zia era fuori per recuperare dell’acqua. Nel frattempo i 20 abitanti del campo, che popolavano in tutto 5 baracche, si sono ritrovati di fronte alla casupola avvolta dalle fiamme.

Ma quando ormai l’incendio era stato domato dai pompieri rimaneva solo cenere, qualche vestito e una bicicletta bruciacchiata. A provocare le fiamme è stato un tizzone di una stufetta, probabilmente un braciere, che forse è finito in terra e in poco tempo ha fatto divampare l’incendio che ha bruciato plastica, legno e tutti gli oggetti che erano nella baracca. C’era anche un cucinino con un fornelletto e una bombola di gas, che però non è esplosa. Ma le fiamme hanno carbonizzato tutto in poco tempo. Da allora, per diverse ore, si sentivano nella notte solo le urla strazianti di Elena Moldovan, la madre dei quattro piccoli stretta nell’abbraccio di Erdei Mircea, padre di tre dei bimbi morti. Calim Vasile, l’altro padre, quello di Raul, è in Romania. «Ora posso anche morire, non ho più parole», dice Erdei mentre Elena, la madre dei bambini urla «non voglio andare via, resto qui con i miei figli».

Quei corpicini erano ancora a terra nella baracca tra la cenere rannicchiati mentre la polizia scientifica era impegnata per i rilievi. Gli abitanti del campo si stringevano intorno alla famiglia infreddoliti e riparandosi con alcune coperte. Il campo, che sorge su un’area di proprietà della società di trasporti Cotral, era stato ripopolato un anno fa, ma già nel 2005 era stato sgomberato una prima volta a causa di un episodio di pedofilia. In quel luogo, una boscaglia ai margini di via Appia Nuova dove sorgevano fino a qualche giorno fa alcuni insediamenti abusivi, gli abitanti erano arrivati dopo la bonifica di un campo nella zona della Caffarella.

Sul posto è giunto anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha incontrato i genitori confortandoli e cercando di rassicurarli. «Aiutateci – hanno detto i genitori dei bambini rivolgendosi al sindaco – speriamo di avere assistenza. Vorremmo organizzare i funerali in Romania e quindi portare le salme». Alemanno, che ha offerto il supporto ai genitori delle vittime e agli orami ex abitanti del campo, offrirà ai 20 nomadi dell’insediamento l’accoglienza in una struttura. «Ho visto il fuoco all’improvviso – ha poi spiegato Silvia, una rom del campo ricordando con terrore quei momenti – ci siamo spaventati tutti. Ho paura di vivere nella mia baracca come tutti. Chiunque potrebbe entrare e persino ucciderci». Oggi, l’intero campo e gli altri insediamenti vicini saranno smantellati e tutti quei nomadi lasceranno per sempre quel posto.

ALEMANNO: POTERI SPECIALI Vuole urlare Gianni Alemanno, e a un certo punto lo dice esplicitamente. Mette quel verbo in agenda per domani: «Chiamerò il governo e chiederò urlando poteri speciali per il prefetto, perché si possa realizzare il nostro piano nomadi». L’ ‘urlo’ evocato dal sindaco stride con i lamenti, che non smettono mai, delle donne, e col pianto, inconsolabile, della madre che stasera ha perso quattro figli in una baracca. Il sindaco attacca: la maledetta burocrazia dei cavilli, i ricorsi al Tar dei Comuni, la Sovrintendenza, tutti coloro che, insomma – spiega – in questi anni di amministrazione, gli hanno impedito di realizzare i «campi regolari, sicuri, autorizzati».

C’erano, ce ne sono tre a portata di mano, e potevano essere già pronti. «Via per sempre da Roma i maledetti campi abusivi – esordisce – Questa è una tragedia terribile per la nostra città. La tragedia dei campi abusivi: noi avevamo lanciato l’allarme, perchè sono pericolosissimi », aggiunge ripetendo la parola chiave che il primo cittadino ha per spiegare ai romani le cause dell’accaduto. Le critiche della opposizione, però, lo raggiungono proprio a pochi passi dal rogo: dove la presidente del Nono Municipio, Susy Fantino, incalza il primo cittadino, accusandolo di non aver dato ascolto alle segnalazioni provenute dal quartiere. Lui non ci sta, rifiuta di polemizzare: «Non si strumentalizzano i morti», dice.

«Queste burocrazie maledette che hanno bloccato il nostro piano nomadi hanno prodotto questo effetto – si sfoga -. Noi avevamo individuato il campo della Barbuta, avremmo potuto ampliarlo. E invece siamo stati bloccati». Prima un ricorso al Tar del Comune di Ciampino, spiega, poi «la sovrintendenza ci ha bloccati perchè ha trovato non so che tomba…». «I poteri conferiti al prefetto in materia – aggiunge – non sono sufficienti. Servono poteri speciali. Dobbiamo costruire campi autorizzati, ben attrezzati, e in grado di garantire condizioni di sicurezza per queste persone. A Roma ci sono già tre aree a disposizione». «Non è ammissibile – continua – che queste persone vivano in delle baracche di plastica che con un cerino possono trasformarsi in un forno crematorio, dove si muore in modo così assurdo e vergognoso». L’attacco ai cavilli burocratici non convince, però, la presidente del quartiere: «Non credo si possa dire che il problema sono i ‘cavillì. Da due anni a questa parte evidenziamo il livello di degrado di queste baracche. L’ultima segnalazione è stata mandata 15-20 giorni fa».

Una circostanza che il sindaco sminuisce: «Non so se ci sia stata una segnalazione. Il punto però non è questo. Il problema è che, se non abbiamo campi regolari, non c’è fisicamente il luogo in cui portare queste persone». Per la Fantino, comunque, resta l’incongruenza delle politiche del Campidoglio: «Nell’elenco del piano dei campi da spostare hanno inserito l’unico regolare della zona. Questi microinsediamenti, invece, nessuno li ha considerati».

TANTE LE PICCOLE VITTIME DEL FUOCO Le quattro piccole vittime di questa sera a Roma dell’incendio di un campo rom allungano lunga la scia delle morti di bambini, spesso rom, provocate dal fuoco: a volte a causa di fatalità o tragici giochi, ma con allarmante frequenza disgrazie legate alle difficili e precarie condizioni di vita nei campi nomadi. Il più grave, che ricorda proprio quello avvenuto oggi a Roma, risale al 21 gennaio 1995 quando quattro bambini nomadi tra i sette mesi ed i quattro anni e mezzo morirono carbonizzati a Milano in un campo abusivo. I bambini, slavi, dormivano con la mamma nella loro roulotte quando un fornello della cucina, lasciato acceso nel tentativo di riscaldare l’ambiente, diede fuoco ai giacigli e fece esplodere la bombola del gas.
Il 22 luglio 1996 a Pignola (Potenza) due fratelli, di tre anni e mezzo il primo e di due anni la seconda, morirono nell’ incendio di un prefabbricato nel quale vivevano con i genitori. Il 19 ottobre 2000, nel campo nomadi «Il poderaccio» di Firenze, Silvana Haliti, 5 anni e mezzo, kosovara, morì nel sonno nella baracca dove viveva con la famiglia.
Il 16 febbraio 2003 due sorelle, rispettivamente di otto e quattro anni, persero la vita, per intossicazione da fumo, a Montalbano Elicona (Messina) tra le fiamme della loro casa.
Il 19 agosto 2004 un bambino di 16 mesi e la madre morirono a Ripa Teatina (Chieti) in seguito all’ incendio divampato nella loro abitazione.
L’ 8 settembre 2004 un bambino di tre anni, egiziano, perse la vita a Galliera Veneta (Padova) dopo essere rimasto ustionato ed intossicato nell’ incendio divampato nella sua casa. Il 16 ottobre 2005 una bambina di 5 anni morì carbonizzata nella sua stanza a seguito di un incendio causato dall’ esplosione di un televisore.
Il giorno di Capodanno 2006 un bambino di sei anni morì a Cortina d’ Ampezzo (Belluno) nell’ incendio di un appartamento preso in affitto dai genitori per le festività. Altre quattro persone – due bambini e due adulti – rimasero ferite.
Il 7 dicembre 2006 a Tempio Pausania (Olbia-Tempio) persero la vita due sorelle, di quattro e tre anni, per asfissia seguita all’ incendio della loro casa.
Altre due giovani vittime rom, il 3 gennaio 2007: un incendio uccise una ragazza di 15 anni e il convivente di 16 in un campo nomadi ad Orta di Atella, in provincia di Caserta.
Il 13 gennaio 2007, in un appartamento nel centro di Roma abitato da immigrati bengalesi, per sfuggire ad un incendio accidentale si gettarano nel vuoto e morirono una donna e suo figlio di 10 anni.
Il 2 febbraio 2007, tre fratelli morirono nell’incendio della loro abitazione nel vicentino per un incendio innescato da un tragico gioco. 
L’11 agosto 2007 quattro bambini muoiono in un incendio in una capanna nei pressi di un campo rom a Livorno.
La notte del 27 marzo scorso, in una baracca di fortuna costruita a Follonica (Grosseto), mori carbonizzata una bambina rom di 5 mesi.

 

settembre 19, 2010

KABUL, VOTO NEL SANGUE:TALEBANI UCCIDONO 6 BIMBI

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Domenica 19 Settembre 2010  
 
KABUL, VOTO NEL SANGUE:
TALEBANI UCCIDONO 6 BIMBI.
ORDIGNO CONTRO ITALIANI
 
 

Sei bambini afghani tra i 10 e i 13 anni sono morti oggi sotto i colpi di un mortaio, nella provincia di Kunduz, a nord dell’Afghanistan. Secondo fonti locali un gruppo di talebani avrebbe tentato di sparare contro un seggio del distretto di Aliabad, ma il proiettile sarebbe caduto in un’altra zona, dove stavano giocando alcuni bambini. L’episodio fa parte degli attacchi con cui i miliziani talebani hanno cercato di destabilizzare le elezioni politiche. Le elezioni si sono svolte ieri.

AFGHANISTAN, ORDIGNO CONTRO BASE ITALIANA 
Un ordigno è esploso stamani vicino alla base dei militari italiani di Shindand, nell’ovest dell’Afghanistan, nessun ferito nè danni. L’esplosione è avvenuta a ridosso di una strada percorsa normalmente anche dalle pattuglie italiane, ma in quel momento non passava nessuno.  I militari italiani della Task force centre, composta dagli alpini del Terzo reggimento della Taurinense di stanza a Pinerolo, si sono mobilitati quando stamani, dalla base, hanno avvertito una forte esplosione. Subito è partita una pattuglia con un team di artificieri ed un nucleo di investigatori per verificare che cosa fosse successo. A circa un chilometro e mezzo dalla base, a ridosso della strada, hanno rinvenuto quel che restava dell’ordigno – secondo gli accertamenti compiuti, una granata d’artiglieria – che è esploso quando sulla carreggiata non transitava nessuno. Nessun danno, dunque, neppure alla strada. Sono in corso accertamenti per stabilire la natura dell’ ordigno e le circostanze dell’esplosione. Nel frattempo tre soldati della Forza internazionale di di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), sono morti nel sud e nel nord dell’Afghanistan, portando a cinque il bilancio delle vittime di ieri. In un comunicato a Kabul l’Isaf precisa unicamente che due militari sono deceduti nel sud per l’esplosione di un rudimentale ordigno (ied) mentre il terzo è morto durante un attacco degli insorti nel nord. I militari stranieri morti nel 2010 sono 515 dall’1 gennaio e 25 dall’inizio di settembre.

TROVATI CORPI TRE SCRUTATORI I corpi di tre scrutatori che erano stati rapiti ieri nella provincia settentrionale afghana di Balkh sono stati ritrovati oggi, mentre 30 dipendenti della commissione elettorale sono stati feriti dai talebani nella giornata elettorale di ieri. Lo ha annunciato oggi la commissione in una conferenza stampa a Kabul. Parlando con i giornalisti, il presidente della Commissione elettorale indipendente (Iec), Fazad Ahmad Manawi, ha ricordato che sono in corso le operazioni di voto, e che dai dati provvisori appare che circa quattro milioni di persone hanno espresso il loro voto, rappresentando il 40% degli aventi diritto. Lo scrutinio è in corso, e a 24 ore dalla chiusura dei centri di votazione, 22 province hanno realizzato il conteggio, undici lo hanno ancora in corso, e di un’ultima non si hanno notizie. Per quanto riguarda i dati dei seggi, 5.355 hanno effettivamente operato, 304 sono stati chiusi (per irregolarità o attacchi) e di 157 non si hanno notizie. Oltre all’uccisione di tre scrutatori a Balkh e il ferimento di una trentina di persone operanti nei seggi in tutto il paese, Manawi ha aggiunto che vi sono stati undici attacchi a convogli che trasportavano materiale elettorale e 93 attacchi a seggi in tutto il paese. Abbiamo inoltre appreso, ha concluso, che 21 civili sono stati uccisi e 46 sono rimasti feriti mentre si recavano a votare, mentre si hanno notizie non confermate di varie persone sequestrate. Una Ong che ha seguito le elezioni svoltesi oggi in Afghanistan ha dichiarato che durante lo svolgimento si sono verificate «numerose irregolarità» che fanno scaturire «dubbi sulla qualità del voto».

http://www.leggo.it/articolo.php?id=80367

agosto 13, 2010

Perù,4 bimbi uccisi da pipistrelli

Filed under: Senza Categoria — Tag:, , , — mirabilissimo100 @ 9:39 PM

TG.COM

 

Perù,4 bimbi uccisi da pipistrelli

 
13/8/2010

Oltre 500 attacchi in Amazzonia

 

Stanno mietendo vittime fra i più piccoli gli attacchi dei pipistrelli vampiri che si stanno verificando nell’Amazzonia peruviana. Almeno 500 persone le persone morse, morti quattro bambini. Gli attacchi hanno avuto luogo nel villaggio di Uraqusa, nel nord-est del Paese, dove vive la tribù indigena Aguajun. Le vittime sono state uccise dalla rabbia e le autorità hanno inviato ai capi tribù forniture mediche e vaccini.

Perù,4 bimbi uccisi da pipistrelli. Oltre 500 attacchi in AmazzoniaIl ministero della Salute ha riferito che il 97% delle persone morse dai pipistrelli vampiri è stato già vaccinato. Alcuni abitanti hanno rifiutato il vaccino. Nelle ultime settimane nell’isola di marajò, alla foce del Rio delle Amazzoni, sono morte 15 persone tra cui un bambino.

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo488525.shtml

Maggio 19, 2010

Spagna, due bimbi morti in albergo-Vittime britanniche, madre confessa

Filed under: Senza Categoria — Tag:, , , — mirabilissimo100 @ 10:24 am

Spagna, due bimbi morti in albergo

18/5/2010
 

Vittime britanniche, madre confessa

Due bimbi britannici di uno e 5 anni, in vacanza con i genitori nella località turistica catalana di Lloret del Mar, sono stati trovati morti nella loro stanza d’albergo. L’allerta è stata data dalla madre che è stata poi arrestata dalla polizia catalana. Poco dopo la donna ha confessato il duplice omicidio. I servizi medici di emergenza subito intervenuti, non hanno potuto fare nulla per salvare i due fratellini.

Spagna, due bimbi morti in albergo. La madre confessa:"Sono stata io" 

Come confermano fonti della polizia spagnola la donna, sulla quarantina, è stata arrestata all’Hotel Miramar, albergo a quattro stelle situato nel centro del paese. La donna che era giunta a Lloret, località frequentata da molti turisti inglesi, intorno lunedì notte aveva previsto di passare le vacanze con i due figli nella località spagnola.

Secondo le prime ricostruzioni, l’allerta sarebbe stato dato dalla stessa madre che avrebbe avvisato la reception dell’Hotel Miramar. In questo momento la polizia di Girona sta procedendo al prelevamento della salme dei due piccoli che non presenterebbero segni di violenza. Per conoscere la causa della morte si aspettano i risultati dell’autopsia.

A Lloret de Mar due anni fa era stata uccisa l’italiana Federica Squarise per mano dell’uruguaiano Victor Diaz Silva Santiago.

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo481890.shtml

aprile 26, 2010

Gela, Vanessa Lo Porto ha ucciso i bimbi perché non soffrissero più

Filed under: Senza Categoria — Tag:, , , — mirabilissimo100 @ 3:52 PM

Gela, Vanessa Lo Porto ha ucciso i bimbi perché non soffrissero più

domenica 25 aprile 2010

Ritorniamo a parlare della tragica vicenda di Gela, perché la 31enne Vanessa Lo Porto non “voleva suicidarsi, ma far morire i piccoli perché non soffrissero più“.

Lo avrebbe rivelato la stessa donna ad un medico che he lavora nella divisione ospedaliera di psichiatria dove è ricoverata.

L’ha visitata e ha parlato con lei e ha riferito che la madre riteneva i due bambini affetti da autismo.

L’accusa rimane la stessa: duplice omicidio aggravato.

 

http://caltanissetta.blogsicilia.it/2010/04/gela-vanessa-lo-porto-ha-ucciso-i-bimbi-perche-non-soffrissero-piu/

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Gela, ha ucciso i suoi due figli. Dice che voleva suicidarsi

di Caltanissetta Blog | Nessun commento

Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per andare avanti. Non si può scegliere come sentirsi… ma si può fare sempre qualcosa per cercare di stare il meglio possibile!“.

Lo ha scritto Vanessa Lo Porto sul suo Facebook, una donna gelese di quasi 31 anni. Un messaggio ottimista, pregno di speranza per un futuro migliore. Almeno nell’apparenza.

Vanessa aveva due figli: Rosario e Andrea Pio, avuti con Marco D’Augusta, manovale di 42 anni, da cui si è separata sei mesi fa.

Forse mossa dalla depressione, dalla pesantezza della vita, o da chissà che altro, ha tentato di suicidarsi, portando con sé i suoi due bambini. Ma lei si è salvata. Rosario e Andrea Pio, invece, sono morti.

Questa è la sua versione.

Adesso è accusata di duplice omicidio aggravato.

  

http://caltanissetta.blogsicilia.it/2010/04/gela-ha-ucciso-i-suoi-due-figli-dice-che-voleva-suicidarsi/

marzo 4, 2010

Novara, il bagno della scuola è sporco-Tutti i bambini nudi per punizione

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2/3/2010 (21:38) – IL CASO

Novara, il bagno della scuola è sporco
Tutti i bambini nudi per punizione
 
Le maestre fanno spogliare gli alunni
di 8 anni. La denuncia di una mamma:
“Mio figlio umiliato davanti alla classe”
Il direttore didattico: “Chiedo scusa”
NOVARA
Un bambino di otto anni, colpito da un attacco di dissenteria, sporca il gabinetto dei maschi. La bidella, furibonda per quanto accaduto, convince le insegnanti della seconda e della terza classe a far spogliare tutti i maschietti per scoprire il colpevole, mentre le femminucce vengono fatte uscire.

È avvenuto nella scuola elementare di Briona, un piccolo comune di poco più di 1000 abitanti del novarese. Il fatto risale a ieri, ma è venuto alla ribalta oggi quando la mamma del piccolo protagonista della vicenda ha denunciato l’episodio. «Mio figlio c’è rimasto molto male – dice la donna – è stato umiliato davanti a tutta la classe. A casa non mi ha detto nulla proprio per la vergogna e ho saputo della cosa da un’altra mamma, fuori di sè per quello che era successo al suo bambino. Ora vedrò che decisioni assumere».

Della gravità della loro azione si sono rese conto, a distanza di un giorno, anche le stesse maestre che oggi si sono presentate dal proprio dirigente per raccontare l’episodio.

«Sono esterrefatto e allibito – ha commentato il direttore didattico Renato Schettini – mi hanno avvisato della vicenda le stesse maestre che solo stamattina si sono rese conto della gravità del fatto accaduto. Mi hanno spiegato che di fronte all’ira della bidella non erano riuscite a mantenere la calma e a trovare un modo diverso per risolvere il problema».

Il direttore didattico ha poi detto di «scusarsi pubblicamente per quanto è accaduto». «Il mio compito – ha aggiunto – non è quello di difendere a tutti costi la scuola perchè al primo posto vengono i ragazzi. E comunque in questo caso le insegnanti e la bidella sono indifendibili. Sono molto deluso e addolorato anche perchè si tratta di insegnanti di esperienza. Ho aperto un procedimento istruttorio per valutare quale tipo di sanzione adottare». In paese da stamattina non si parla d’altro. La gente è sotto choc anche perchè le protagoniste della vicenda sono persone ritenute affidabili. «Non voglio parlare con le insegnanti, quello che è successo è gravissimo», ha ribadito la mamma del piccolo di otto anni. Secondo testimonianze non confermate, sembra che il bambino avesse più volte chiesto alle maestre di uscire per andare in bagno, senza però mai ottenere il permesso.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201003articoli/52755girata.asp

dicembre 13, 2009

Bimbi costretti a rubare, 2 arresti

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Bimbi costretti a rubare, 2 arresti

12/12/2009
 

Trieste, erano ridotti in schiavitù

 

Due stranieri sono stati arrestati a bordo di un camper nel Modenese. Sono accusati di aver ridotto in schiavitù almeno otto bambini a Trieste, costringendoli a compiere furti anche in appartamenti. I bambini erano costretti ogni giorno a spostarsi da una città all’altra del Nord per consegnare la refurtiva nelle mani degli indagati. Nel caso di un magro bottino per le giovani vittime scattavano minacce e violenze fisiche.

 

L’inchiesta è partita dopo il fermo a Trieste di due baby ladri, mentre stavano mettendo a segno un furto in un appartamento. Le indagini hanno dimostrato che gli sfruttatori per diversi mesi avevano esercitato su otto bambini uno stato di soggezione con minacce e violenze sistematiche, costringendoli a rubare in appartamenti nelle province  di Trieste, Trento, Vicenza, Verona, Brescia e Reggio Emilia.

I bambini erano costretti ogni giorno a spostarsi da una città all’altra per consegnare la refurtiva nelle mani degli indagati. Nel caso i loro sfruttatori non fossero stati soddisfatti del bottino per le giovani vittime scattavano minacce di morte e violenze fisiche.

 

novembre 20, 2009

Tettamanzi, il segreto del Natale ai bimbi: la nascita del riciclo

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Tettamanzi, il segreto del Natale ai bimbi: la nascita del riciclo
 
14/11/2009 | Blog di Luigi Santambrogio |


Lo scorso anno un parroco arrivò a togliere Gesù dal presepe perché ritenne le sue anime indegne di tanta attenzione da parte di Dio.  Troppo egoisti, distratti dal luccichio del consumismo, chiusi ad accogliere il prossimo, meglio se  clandestino. Deliri, purtroppo non rari,  di un clericalismo arcigno e contro natura, impotente a commuoversi neppure davanti alla meraviglia di un Dio fattosi Bambino per la salvezza degli uomini.  
Beh, ecco che ci risiamo: torna il Natale e dalle parrocchie riprendono a vociare i profeti dell’eticamente corretto, della fede diluita nel buonismo sociale e politico. Di tale paccottiglia  è intriso, purtroppo,  Tu scendi dalle stelle. Lettera di Natale ai bambini, libriccino edito dal Centro ambrosiano e  in distribuzione nelle librerie cattoliche della Diocesi. Ma la sorpresa più grande è il nome dell’autore: il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.
Una fiaba no global
Difficile credere  che un pastore come lui, già consulente di Papa Wojtyla per la  bioetica e la morale familiare,  parli del  Natale come di una  storia per bambini  «buoni e sorridenti», ma un tantino imbecilli. O peggio, come chiosa il quotidiano  La Repubblica,  fan non sospetto del cardinale,  «una sorta di fiaba moderna in tono no global».   Ecco, qualcosa di inspiegabile dev’essere successo nei corridoi della Curia milanese: magari Sua  Eminenza  s’è fidato troppo di qualche collaboratore che  gli ha combinato il pasticcio brutto. Riconosciamo lo stile tettamanziano nella prima parte, quella che spiega il «Tu scendi dalle stelle»,  canzone composta dal santo napoletano Alfonso Maria de’ Liguori cui monsignor Dionigi è  devoto fin dai tempi del Seminario.  Il resto, invece,  è una trattazione sbilenca sui mali del mondo che non può essere dottrina del sacco cardinalizio.  Come nelle migliori interpretazioni clerico-marxiste, il Bambinello non è più figlio di Dio ma l’icona  di milioni di altri bambini sfruttati e affamati dai capitalisti. Così che «la favola dell’arcivescovo» (è ancora Repubblica a dirlo) «parte dall’iconografia tradizionale, ma approda a temi molto meno natalizi».  Come a dire:  tradizione oblige, ma poi torniamo alla serietà.   Il risultato è un dolciastro pamphlet che fa della Natività una sorta di  Festa dei Boschi e di Gesù un leader di Legambiente,  pure col braccino corto e il pallino del riciclo.  Esagerato? Beh, state a sentire.  Liquidata sbrigativamente  la grotta di Betlemme, la prima regola, dice l’opuscolo è «informarsi bene sulle miserie e sulle ingiustizie». Cioè:  4 miliardi e 800 mila persone vivono con  4  o 2 euro al giorno, 20mila sono quelli che ne ammazza la fame quotidianamente, solo in Europa 52 milioni sono sotto la soglia di povertà. Beh, se qui il piccolo non è già sotto shock e insiste nel voler essere terrorizzato,   si può passare alla crisi economica mondiale: uno spettro che ha maciullato altri milioni di persone.  Basta, che il tormento  finisca e si facciano  i nomi di questi farabutti che ci vogliono tutti morti. Ecco cosa scrive il «cardinale terzomondista» (citazione  Repubblica): «All’origine della crisi c’è l’egoismo di poche persone che hanno pensato solo al proprio interesse accumulando tanti soldi per sé e causando la rovina di molti».  Oplà, cari bambini: è tutta colpa dei cattivi ricconi che sgommano in Ferrari, bevono champagne e se la spassano in case grandi come il Duomo.
Ecco la terza e ultima parte del Tu scendi dalle stelle. Qui, più scendere che dalle stelle, Gesù precipiterebbe tramortito al vedersi infilato nei panni di Piero Angela,  deposto da Re dei Giudei  e nominato dalla Curia di Milano presidente  del Consorzio  oli esausti, della raccolta differenziata e del Movimento Consumatori.
La formula delle Cinque R
All’inizio del libretto, il cardinale prometteva  di rivelare ai piccoletti «la formula segreta per essere più felici». Siamo finalmente arrivati al dunque,  è il momento dello svelamento.   L’arcano sta nelle  “Cinque R”.  Inutile compulsare i Vangeli: lì non se ne parla.  Ci sono soltanto nella  Bibbia in versione ambrosiana. Eccole: 1) «Ridurre le cose che si comprano»; 2) «Riciclare gli oggetti»; 3) «Riparare gli oggetti anziché buttarli al primo danno»; 4) «Rispettare e  trattare bene le cose»; 5) «Regalare qualcosa dei nostri risparmi a chi ora è nel bisogno».  
Sul Corriere della Sera,  la scrittrice  Bossi Fedigrotti, d’accordo con un lettore indignato per gli abeti sacrificati al Natale, ieri scriveva: «Torniamo a una consuetudine italiana per eccellenza, quella del presepe. Recuperiamo le  tradizioni popolari».  Visto, caro cardinale, dove siamo arrivati? Del resto, lo consiglia pure Lei nella lettera: non sprecare l’acqua, risparmiare l’energia, non inquinare l’aria. Ok, il   presepe è pulito, ecologico, riscalda i cuori e fa tanto tradizione.  Soprattutto è inoffensivo, come il  crocifisso che viene anche lui dal passato. È  un pezzo d’arredo e, come il presepe ripescato dalla soffitta della signora Fedigrotti, fa parte delle 4 R cardinali: riciclare, recuperare, rabberciare, ravanare… Poi dicono che  Allah istiga alla violenza.

 

http://www.libero-news.it/blogs/view/906

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