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novembre 4, 2019

Müller: I riti Pachamama non sono inculturazione

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Il cardinale Müller

 
Il Cardinale Gerhard Müller
 
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LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
 3 11 2019
 MARCO TOSATTI
 
 Nei giorni scorsi il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, era negli Stati Uniti, dove ha partecipato a una conferenza per sacerdoti organizzata a Denver, Colorado, e dove ha concelebrato una messa insieme a decine di sacerdoti e al cardinale Raymond Burke. L’omelia della messa è stata pronunciata da Müller, senza un testo scritto in precedenza, e neanche delle note di appoggio. Uno dei sacerdoti presenti, Brian WQ. Harrison ne ha scritto una memoria, pubblicata da LifeSiteNews, con i punti principali toccati dal porporato.
 
È stata, a quanto pare, un’omelia piuttosto severa verso gli ultimi avvenimenti romani. Il cardinale ha iniziato criticando la “tiepida risposta” del Vaticano al recente articolo di Eugenio Scalfari sulla Repubblica, in cui come ricorderete (clicca qui), il 94enne fondatore del quotidiano romano affermava che papa Francesco gli aveva detto durante alcune conversazioni, di ritenere che Gesù, durante il suo tempo sulla terra, fosse solo un grande uomo e non il Figlio di Dio. Il Vaticano alla fine ha smentito l’affermazione di Scalfari, dicendo che papa Francesco non lo aveva mai detto. Ma Müller, ricordando le immortali parole del primo Papa a nostro Signore – “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” – disse che in questa situazione avremmo dovuto sentire quella professione di fede che veniva immediatamente e direttamente dalle labbra del successore di Pietro in persona, non solo dalle labbra di un addetto stampa del Vaticano.
 
Müller ha poi continuato condannando in maniera tagliente i recenti eventi in Vaticano e dintorni, incentrati sulle statuette di Pachamama (una divinità della “Madre Terra” venerata nelle Ande, in realtà, più che dagli amazzonici). Questi rituali si sono svolti nei giardini vaticani alla presenza di papa Francesco e di altri dignitari vaticani, e successivamente, durante il Sinodo, sono continuati nella chiesa romana di Santa Maria in Traspontina. Sua Eminenza ha affermato che si tratta di un grave abuso il fatto che tali riti animistici siano stati permessi in questi luoghi, e li ha denunciati applicando loro la tonante denuncia biblica degli dei pagani come demoni (cfr Dt 32:17; Sal 95: 5, 10, 105: 37; I Cor. 10:20). Il cardinale ha sottolineato che l’unico Sposo della Chiesa è Cristo, e che la Chiesa non guarda a divinità o spiriti di altro genere per ulteriore illuminazione.
 
Il cardinale Müller ha aggiunto che le attività di culto come i recenti rituali Pachamama non hanno “nulla a che fare con l’autentica inculturazione” del Vangelo. Perché rappresentano una regressione ai miti pagani invece di purificare ed elevare la cultura indigena tradizionale alla luce del messaggio di Cristo. Müller ha ricordato che quando il cristianesimo si è gradualmente incorporato nelle antiche culture greche e romane, la Chiesa non ha tentato di continuare a tenere in vita o rianimare nessuna adorazione delle divinità maschili e femminili del pantheon classico, né di mescolarle in qualche modo al culto cattolico. Piuttosto, ha detto, riferendosi all’enciclica Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II, che la Chiesa ha preso i migliori elementi di queste culture – specialmente le intuizioni profonde della ragione umana elaborate da grandi filosofi come Platone e Aristotele – e li ha usati per spiegare e promuovere più efficacemente la suprema rivelazione di Dio in Cristo.
 
Il cardinale Müller ha concluso la sua potente omelia sottolineando che il pilastro centrale di ogni cultura che è autenticamente formata dal Vangelo non è l’assimilazione degli umani in una “interconnessione” esagerata con animali, piante, fiumi e terra, ma piuttosto un riconoscimento della singolare dignità della persona umana come creata a immagine di Dio e sollevata dall’Incarnazione di Cristo e dalla Redenzione del sacrificio alla dignità soprannaturale dei figli e delle figlie adottati da Dio.
 
Marco Tosatti
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ottobre 27, 2019

GESU’ GIUDICE UNIVERSALE SECONDO I QUATTRO EVANGELI

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DAL VANGELO SECONDO SAN MATTEO
 
 
 
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DAL VANGELO DI SAN MATTEO
 
Capitolo 7: 21-23
7:21 “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
7:22 Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?”
7:23 Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!”
 
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Capitolo 12: 38-42
 
12:39 Ma egli rispose loro: “Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona.
12:40 Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.
12:41 I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più che Giona!
12:42 La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con questa generazione e la condannerà; perché ella venne dalle estremità della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c’è più che Salomone!
 
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Capitolo 13: 31-43
13:31 Egli propose loro un’altra parabola, dicendo: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo.
13:32 Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand’è cresciuto, è maggiore dei legumi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami”.
13:33 Disse loro un’altra parabola: “Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata”.
13:34 Tutte queste cose disse Gesù in parabole alle folle e senza parabole non diceva loro nulla,
13:35 affinché si adempisse quello che era stato detto per mezzo del profeta: “Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”.
13:36 Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a casa; e i suoi discepoli gli si avvicinarono, dicendo: “Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo”.
13:37 Egli rispose loro: “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo;
13:38 il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno;
13:39 il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell’età presente; i mietitori sono angeli.
13:40 Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell’età presente.
13:41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità,
13:42 e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.
13:43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi [per udire] oda.
 
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Capitolo 16: 27  Perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l’opera sua.
 
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Capitolo 23: 33-39
23:33 Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?
23:34 Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città,
23:35 affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l’altare.
23:36 Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione.
23:37 “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!
23:38 Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata [deserta].
23:39 Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!””
 
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Capitolo 24
24:1 Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio.
24:2 Ma egli rispose loro: “Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata”.
24:3 Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: “Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?”
24:4 Gesù rispose loro: “Guardate che nessuno vi seduca.
24:5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”. E ne sedurranno molti.
24:6 Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine.
24:7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi;
24:8 ma tutto questo non sarà che principio di dolori.
24:9 Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome.
24:10 Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda.
24:11 Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti.
24:12 Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà.
24:13 Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
24:14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.
24:15 “Quando dunque vedrete l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!),
24:16 allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti;
24:17 chi sarà sulla terrazza non scenda per prendere quello che è in casa sua;
24:18 e chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste.
24:19 Guai alle donne che saranno incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!
24:20 Pregate che la vostra fuga non avvenga d’inverno né di sabato;
24:21 perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà.
24:22 Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
24:23 Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non lo credete;
24:24 perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
24:25 Ecco, ve l’ho predetto.
24:26 Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non v’andate; “eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete;
24:27 infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.
24:28 Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile.
24:29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate.
24:30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.
24:31 E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.
24:32 Imparate dal fico questa similitudine: quando già i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l’estate è vicina.
24:33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte.
24:34 Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute.
24:35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
24:36 “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo.
24:37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo.
24:38 Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca,
24:39 e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo.
24:40 Allora due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato;
24:41 due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata.
24:42 Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.
24:43 Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.
24:44 Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.
24:45 Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo?
24:46 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato!
24:47 Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni.
24:48 Ma, se egli è un servo malvagio che dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”;
24:49 e comincia a battere i suoi conservi, a mangiare e bere con gli ubriaconi,
24:50 il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l’aspetta, nell’ora che non sa,
24:51 e lo farà punire a colpi di flagello e gli assegnerà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti.
 
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Capitolo 25: 31-46
 
25:1 “Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo.
25:2 Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute;
25:3 le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell’olio;
25:4 mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell’olio nei vasi.
25:5 Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono.
25:6 Verso mezzanotte si levò un grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!”
25:7 Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade.
25:8 E le stolte dissero alle avvedute: “Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”.
25:9 Ma le avvedute risposero: “No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene!”
25:10 Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa.
25:11 Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: “Signore, Signore, aprici!”
25:12 Ma egli rispose: “Io vi dico in verità: Non vi conosco”.
25:13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.
25:14 “Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni.
25:15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.
25:16 Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque.
25:17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due.
25:18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone.
25:19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro.
25:20 Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: “Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque”.
25:21 Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.
25:22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: “Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”.
25:23 Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.
25:24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: “Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;
25:25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo”.
25:26 Il suo padrone gli rispose: “Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
25:27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l’interesse.
25:28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti.
25:29 Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.
25:30 E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti”.
25:31 “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso.
25:32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri;
25:33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
25:34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.
25:35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste;
25:36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.
25:37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere?
25:38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito?
25:39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?”
25:40 E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.
25:41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!
25:42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere;
25:43 fui straniero e non m’accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste”.
25:44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?”
25:45 Allora risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me”.
25:46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna”.

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Capitolo 26: 63-64
 
26:63 Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”.
26:64 Gesù gli rispose: “Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo”.
 
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Capitolo 28: 16-20
 
28:16 Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato.
28:17 E, vedutolo, l’adorarono; alcuni però dubitarono.
28:18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.
28:19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
28:20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.
 
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DAL VANGELO SECONDO SAN MARCO
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MARCO CAPITOLO 13
13:1 Mentre egli usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che edifici!”
13:2 Gesù gli disse: “Vedi questi grandi edifici? Non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata”.
13:3 Poi, mentre era seduto sul monte degli Ulivi di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea gli domandarono in disparte:
13:4 “Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose staranno per compiersi?”
13:5 Gesù cominciò a dir loro: “Guardate che nessuno v’inganni!
13:6 Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”; e ne inganneranno molti.
13:7 Quando udrete guerre e rumori di guerre, non vi turbate; è necessario che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.
13:8 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in vari luoghi; vi saranno carestie. Queste cose saranno un principio di dolori.
13:9 Badate a voi stessi! Vi consegneranno ai tribunali, sarete battuti nelle sinagoghe, sarete fatti comparire davanti a governatori e re, per causa mia, affinché ciò serva loro di testimonianza.
13:10 E prima bisogna che il vangelo sia predicato fra tutte le genti.
13:11 Quando vi condurranno per mettervi nelle loro mani, non preoccupatevi in anticipo di ciò che direte, ma dite quello che vi sarà dato in quell’ora; perché non siete voi che parlate, ma lo Spirito Santo.
13:12 Il fratello darà il fratello alla morte, il padre darà il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
13:13 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvato.
13:14 Quando poi vedrete l’abominazione della desolazione posta là dove non deve stare (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti;
13:15 chi sarà sulla terrazza non scenda e non entri in casa sua per prendere qualcosa,
13:16 e chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste.
13:17 Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni!
13:18 Pregate che ciò non avvenga d’inverno!
13:19 Perché quelli saranno giorni di tale tribolazione, che non ce n’è stata una uguale dal principio del mondo che Dio ha creato, fino ad ora, né mai più vi sarà.
13:20 Se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe; ma, a causa dei suoi eletti, egli ha abbreviato quei giorni.
13:21 Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo eccolo qui, eccolo là”, non lo credete;
13:22 perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
13:23 Ma voi, state attenti; io vi ho predetto ogni cosa.
13:24 Ma in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore;
13:25 le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno scrollate.
13:26 Allora si vedrà il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con grande potenza e gloria.
13:27 Ed egli allora manderà gli angeli a raccogliere i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremo della terra all’estremo del cielo.
13:28 Ora imparate dal fico questa similitudine: quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l’estate è vicina.
13:29 Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.
13:30 In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute.
13:31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
13:32 Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre.
13:33 State in guardia, vegliate, poiché non sapete quando sarà quel momento.
13:34 È come un uomo che si è messo in viaggio, dopo aver lasciato la sua casa, dandone la responsabilità ai suoi servi, a ciascuno il proprio compito, e comandando al portinaio di vegliare.
13:35 Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina;
13:36 perché, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
13:37 Quel che dico a voi, lo dico a tutti: “Vegliate””.
 
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DAL VANGELO SECONDO SAN LUCA
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DAL VANGELO DI SAN LUCA
Capitolo 13: 22-35
13:22 Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme.
13:23 Un tale gli disse: “Signore, sono pochi i salvati?” Ed egli disse loro:
13:24 “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno.
13:25 Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici”. Ed egli vi risponderà: “Io non so da dove venite”.
13:26 Allora comincerete a dire: “Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze!”
13:27 Ed egli dirà: “Io vi dico che non so da dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori”.
13:28 Là ci sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abraamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi ne sarete buttati fuori.
13:29 E ne verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e staranno a tavola nel regno di Dio.
13:30 Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi”.
13:31 In quello stesso momento vennero alcuni farisei a dirgli: “Parti, e vattene di qui, perché Erode vuol farti morire”.
13:32 Ed egli disse loro: “Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio i demòni, compio guarigioni oggi e domani, e il terzo giorno avrò terminato”.
13:33 Ma bisogna che io cammini oggi, domani e dopodomani, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
13:34 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!
13:35 Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata [deserta]. Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!””
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Capitolo 17: 20-37
 
17:20 Interrogato poi dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà:
17:21 “Eccolo qui”, o “eccolo là”; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi”.
17:22 Disse pure ai suoi discepoli: “Verranno giorni che desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, e non lo vedrete.
17:23 E vi si dirà: “Eccolo là”, o “eccolo qui”. Non andate, e non li seguite;
17:24 perché com’è il lampo che balenando risplende da una estremità all’altra del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno.
17:25 Ma prima bisogna che egli soffra molte cose, e sia respinto da questa generazione.
17:26 Come avvenne ai giorni di Noè, così pure avverrà ai giorni del Figlio dell’uomo.
17:27 Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, si andava a marito, fino al giorno che Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio che li fece perire tutti.
17:28 Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva;
17:29 ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti.
17:30 Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà manifestato.
17:31 In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro.
17:32 Ricordatevi della moglie di Lot.
17:33 Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà, la preserverà.
17:34 Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato.
17:35 Due donne macineranno assieme; l’una sarà presa e l’altra lasciata.
17:36 [Due uomini saranno nei campi; l’uno sarà preso e l’altro lasciato.]”
17:37 I discepoli risposero: “Dove sarà, Signore?” Ed egli disse loro: “Dove sarà il corpo, là pure si raduneranno le aquile”.
 
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Capitolo 18: 8 Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?”
 
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Capitolo 21: 5-36
21:5 Alcuni gli fecero notare come il tempio fosse adorno di belle pietre e di doni votivi, ed egli disse:
21:6 “Verranno giorni in cui di tutte queste cose che voi ammirate non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata”.
21:7 Essi gli domandarono: “Maestro, quando avverranno dunque queste cose? E quale sarà il segno che tutte queste cose stanno per compiersi?”
21:8 Egli disse: “Guardate di non farvi ingannare; perché molti verranno in nome mio, dicendo: “Sono io”; e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro.
21:9 Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate spaventati; perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine non verrà subito”.
21:10 Allora disse loro: “Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno;
21:11 vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo.
21:12 Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome.
21:13 Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza.
21:14 Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa,
21:15 perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire.
21:16 Voi sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti e amici; faranno morire parecchi di voi;
21:17 e sarete odiati da tutti a causa del mio nome;
21:18 ma neppure un capello del vostro capo perirà.
21:19 Con la vostra costanza salverete le vostre vite.
21:20 “Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina.
21:21 Allora quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti; e quelli che sono in città, se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella città.
21:22 Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto.
21:23 Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo.
21:24 Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti.
21:25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde;
21:26 gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate.
21:27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande.
21:28 Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”.
21:29 Disse loro una parabola: “Guardate il fico e tutti gli alberi;
21:30 quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che l’estate è ormai vicina.
21:31 Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
21:32 In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute.
21:33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
21:34 Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza, dalle ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio;
21:35 perché verrà sopra tutti quelli che abitano su tutta la terra.
21:36 Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
 
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DAL VANGELO SECONDO SAN GIOVANNI

 

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GIOVANNI 5: 17-47
5:17 Gesù rispose loro: “Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero”.
5:18 Per questo i Giudei più che mai cercavano d’ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
5:19 Gesù quindi rispose e disse loro: “In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente.
5:20 Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa; e gli mostrerà opere maggiori di queste, affinché ne restiate meravigliati.
5:21 Infatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figlio vivifica chi vuole.
5:22 Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio,
5:23 affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.
5:24 In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
5:25 In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno.
5:26 Perché come il Padre ha vita in sé stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in sé stesso;
5:27 e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo.
5:28 Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori;
5:29 quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio.
5:30 Io non posso far nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
5:31 “Se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza non è vera.
5:32 Vi è un altro che rende testimonianza di me; e so che la testimonianza che egli rende di me è vera.
5:33 Voi avete mandato a interrogare Giovanni, ed egli ha reso testimonianza alla verità.
5:34 Io però la testimonianza non la ricevo dall’uomo, ma dico questo affinché voi siate salvati.
5:35 Egli era la lampada ardente e splendente e voi avete voluto per breve tempo godere alla sua luce.
5:36 Ma io ho una testimonianza maggiore di quella di Giovanni; perché le opere che il Padre mi ha date da compiere, quelle stesse opere che faccio, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
5:37 Il Padre che mi ha mandato, egli stesso ha reso testimonianza di me. La sua voce, voi non l’avete mai udita; il suo volto, non l’avete mai visto;
5:38 e la sua parola non dimora in voi, perché non credete in colui che egli ha mandato.
5:39 Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me;
5:40 eppure non volete venire a me per aver la vita!
5:41 Io non prendo gloria dagli uomini;
5:42 ma so che non avete l’amore di Dio in voi.
5:43 Io sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo riceverete.
5:44 Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
5:45 Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; c’è chi vi accusa, ed è Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
5:46 Infatti, se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me.
5:47 Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?”
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BIBBIA NUOVA VERSIONE RIVEDUTA
 
A CURA DELLO STUDIO BIBLICO LA DIVINITA’ DI GESU’
 
 
 
 
 
 
 
 

MARCO TOSATTI: IL PAPA DELLE TRE CARTE E DELLE PACHAMAMA

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27 OTTOBRE 2019
Marco Tosatti
Così, l’ha fatto di nuovo. Ma questa volta con ancora maggiore arroganza della precedente. In poche parole: ha organizzato un sinodo locale – che avrebbe dovuto svolgersi localmente, per esaminare localmente eventuali problemi locali di una situazione che coinvolge pochi milioni di fedeli sul miliardo e trecento milioni dell’urbe terracqueo – per far passare come la punta del cuneo cambiamenti che verranno afferrati rapidamente da vescovi interessati qui e là, ovunque, e che non sarebbero stati approvati se fossero stati sottoposti all’esame di un “vero” sinodo mondiale.

Cerco di spiegare a amici e colleghi non cattolici quello che è successo. La conferenza episcopale tedesca, che è la maggior finanziatrice della Santa Sede, e che di conseguenza pensa di poterne dettare la politica, vuole modifiche in diversi punti della dottrina cattolica. Celibato dei preti, ruolo delle donne, laici, matrimonio omosessuale etc.

I tedeschi da decenni sono anche grandi finanziatori della Chiesa in Brasile, e la Teologia della Liberazione brasiliana, poi diventata Teologia India, è nata in Germania, e prospera in Brasile grazie anche a vescovi di origine tedesca: Krautler, per esempio, grande ispiratore del Sinodo (e fotografato a passeggio per Roma tenendo per mano una signora ignota…) che si è vantato di non aver mai battezzato un indio; e Spengler, e Hummes, e altri ancora.

Le modifiche volute dai tedeschi, se sottoposte – come dovrebbe essere, dal momento che si riverberano poi su tutta la Chiesa – a un esame collettivo dei vescovi del mondo, non sarebbero passate. Allora si è inventato l’escamotage del Sinodo sull’Amazzonia, condendolo con un po’ di salsa ambientalista, così di moda oggidì, nel linguaggio dei Padroni del Mondo, e quindi anche nel suo, del Pontefice.

Ma perché a Roma? Qui sta la furbata: da una parte, essendo un sinodo “locale” la maggioranza dei partecipanti sono “locali”, cioè vescovi della parte favorevole alle modifiche; e quindi sei sicuro che anche se consultive, le proposte passino. Ma se lo fai a Roma hai un immediato upgrade nei risultati; tanto che il Pontefice ha annunciato che spera di far uscire nei prossimi due mesi l’Esortazione apostolica, che di sicuro recepirà quello che il sinodo locale ha consigliato, ma essendo fatta dal Pontefice può non avere un effetto sulla Chiesa tutta…

Ecco perché parlo del papa delle tre carte. Perché questa furbatina è indegna della chiarezza e della trasparenza che ci si attende dalla Chiesa: ha un profumo di astuzia pretesca e gesuitica nel peggiore dei sensi. E tutto fa pensare che l’Esortazione apostolica sia già pronta, almeno nelle sue linee essenziali; sessanta giorni sono veramente pochi, per studiare e preparare un documento, se lo facesse veramente il Pontefice, carico di impegni com’è (compreso un viaggio in Thailandia e Giappone). Forse non nel cassetto del Pontefice, ma in quello di qualche suo collaboratore.

Qui sotto elenchiamo in breve, grazie alla cortesia di un sito paravaticano, i punti essenziali:

<La proposta di «ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile» (111); il desiderio di condividere «esperienze e riflessioni» con la Commissione sul diaconato femminile, e la constatazione che in Amazzonia molti hanno sollecitato questa soluzione (103); la richiesta che «venga creato il ministero istituito di “donna dirigente di comunità”» (102); la necessità di «dare una risposta autenticamente cattolica alla richiesta delle comunità amazzoniche di adattare la liturgia valorizzando la visione del mondo, le tradizioni, i simboli e i riti originali che includono la dimensione trascendente, comunitaria ed ecologica» (116 e 117), la proposta di una commissione per la «elaborazione di un rito amazzonico» (119) e il rifiuto di «un’evangelizzazione in stile colonialista» (55). Sono alcune delle raccomandazioni approvate dal Sinodo sull’Amazzonia (6-27 ottobre) in un documento finale ricco di tematiche (culturali, ecologiche, sociali e pastorali) ora affidato al Papa, che ha già preannunciato la sua intenzione di trarne nei prossimi mesi una esortazione apostolica>.

Certo, il problema dei ministeri alle donne è difficile da risolvere, perché la Commissione precedente, incaricata di studiare il problema, ha avuto risultato negativo. E a quanto pare le diaconesse della prima Chiesa non erano niente di ministeriale. Ma niente paura: il Pontefice ha già annunciato una nuova commissione, con persone nuove…chi vuole scommettere che i membri che erano contrari, non saranno più chiamati, e che si andrà avanti fino a quando non si troverà che in effetti, in qualche zona sperduta fra le montagne del Caucaso, le donne nella Chiesa, nel VI secolo….?

La buona notizia, almeno per chi scrive, è che a dispetto della composizione della platea sinodale, a dispetto della totale mancanza di trasparenza (vergognosa, in una Chiesa che a parole la proclama) e di informazione libera sui lavori, su 181 votanti, sulla questione dei Viri Probati (art. 11) ci sono stati 41 no. E che per la ripresa degli studi sul diaconato femminile ci sono stati 30 no. Cioè: c’è chi non ha paura di difendere il Magistero di sempre.

Se ne deve essere accorto anche il Pontefice, perché, come di consueto, e come ogni despota scontento, ha ammonito e sgridato. Riportiamo da Vatican News, sito ufficiale:

<Ai mass media: non ha perso nessuno, abbiamo vinto tutti

Francesco ringrazia infine la segreteria del Sinodo e tutti coloro che hanno lavorato nell’organizzazione, e chiede ai mass media, che ringrazia per il loro lavoro, che nella diffusione del Documento finale, “si attengano soprattutto alla parte della ‘diagnosi, che è la parte più forte”, diagnosi culturale, sociale, pastorale, diagnosi ecologica. E non si fermino a cercare cosa “hanno deciso sulla questione disciplinare” o non si domandino se “ha perso quel partito, quell’altro partito”.

Quell’ élite cattolica “che guarda alle cosette e si dimentica del grande”

Questo anche perché “c’è sempre un gruppo di cristiani, di élite, ai quali piace porre come se fosse universale questo tipo di diagnosi, molto piccola, questo tipo di risoluzioni più disciplinari”. “No – dichiara con forza il Pontefice – abbiamo vinto tutti con la diagnosi fatta e noi continuiamo ad andare avanti nelle questioni pastorali e interecclesiastiche”. Queste élite, oggi, “soprattutto cattolica”, lamenta Papa Francesco “tiene alle cosette e che si dimentica del grande”. “Perché – e cita Peguy – non hanno il coraggio di impegnarsi nelle opzioni dell’uomo e nelle soluzioni di vita dell’uomo, si credono di lottare per Dio. Perché non amano nessuno, credono di amare Dio”.

Il prossimo Sinodo potrebbe essere sulla sinodalità

Il Papa informa che vorrebbe riuscire a pubblicare “prima della fine dell’anno, in modo che non passi troppo tempo”, l’Esortazione post sinodale. “Tutto dipende – spiega – dal tempo che avrò per poter pensare”>.

Santità, per favore! Le élite sono quelle dei teologi e vescovi anni ’70, che girano tenendosi per mano con femmine ignote, e cercano di riproporre tesi e pratiche che nel solo Brasile fanno sì che centinaia di migliaia di cattolici abbandonino una Chiesa ideologia; e lo stesso accade in Amazzonia. Mentre un numero crescente di cattolici “normali” assiste confuso e deluso al teatro ecclesiastico.

Chiudiamo con quello che scrive un sacerdote, già anglicano e ora cattolico, a commento del Sinodo: “Per la prima volta dopo la mia conversione alla fede cattolica, non credo che se fossi un anglicano ora mi sarei preso la briga di convertirmi. Non fraintendetemi, non tornerei mai più all’anglicanesimo … ma non credo che se fossi un anglicano ora vedrei il punto di essere cattolico. Al momento la Chiesa cattolica sta semplicemente offrendo ciò che gli anglicani stavano promuovendo 20 anni fa … poco prima che collassassero … è imbarazzante”.

Eh sì, è imbarazzante, Santità. E anche tragico.

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IL PAPA DELLE TRE CARTE (E DELLE PACHAMAMA).

aprile 22, 2014

LA RISURREZIONE DI GESU’ SECONDO SAN MARCO

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LA RISURREZIONE DI GESU’ SECONDO SAN MARCO

 
 
 
LA RISURREZIONE DI GESU’ DAL VANGELO DI MARCO
 
Marco capitolo 16
16:1 Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù.
16:2 La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole.
16:3 E dicevano tra di loro: “Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?”
16:4 Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande.
16:5 Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate.
16:6 Ma egli disse loro: “Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l’avevano messo.
16:7 Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto”.
16:8 Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura.
16:9 [Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni.
16:10 Questa andò ad annunziarlo a coloro che erano stati con lui, i quali facevano cordoglio e piangevano.
16:11 Essi, udito che egli viveva ed era stato visto da lei, non lo credettero.
16:12 Dopo questo, apparve in modo diverso a due di loro che erano in cammino verso i campi;
16:13 e questi andarono ad annunziarlo agli altri; ma neppure a quelli credettero.
16:14 Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l’avevano visto risuscitato.
16:15 E disse loro: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.
16:16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.
16:17 Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove;
16:18 prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”.
16:19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
16:20 E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano.]
Bibbia
 
 
 
 
 
 

giugno 20, 2010

IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU’ ALLA FINE DEI TEMPI SECONDO SAN MARCO

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IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE  GESU’ ALLA FINE DEI TEMPI SECONDO SAN MARCO
  
  
 
Analisi di Martino Gerber e Giuliano Lattes,studiosi biblisti.
  
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Gesù prima della sua passione rivela ai suoi apostoli i tempi finali e il suo glorioso ritorno:
 
MARCO: 13,  1-37
[1] Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!”.

[2] Gesù gli rispose: “Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta”.

[3] Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte:

[4] “Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?”.

[5] Gesù si mise a dire loro: “Guardate che nessuno v’inganni!

[6] Molti verranno in mio nome, dicendo: “Sono io”, e inganneranno molti.

[7] E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.

[8] Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori.

[9] Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro.

[10] Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti.

[11] E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.

[12] Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte.

[13] Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

[14] Quando vedrete l’abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti;

[15] chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa;

[16] chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello.

[17] Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!

[18] Pregate che ciò non accada d’inverno;

[19] perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà.

[20] Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni.

[21] Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui, ecco è là”, non ci credete;

[22] perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.

[23] Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.

[24] In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà
e la luna non darà più il suo splendore

[25] e gli astri si metteranno a cadere dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

[26] Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.

[27] Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

[28] Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina;

[29] così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.

[30] In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.

[31] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

[32] Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

[33] State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.

[34] È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.

[35] Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,

[36] perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.

[37] Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!”.

 
 
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Quindi un giorno verrà la fine di questo mondo, ci saranno distruzioni e tribolazioni,
e verrà Gesù a giudicare tutti gli uomini e a salvare gli eletti.
 
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Citazioni Bibbia
 
http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PUT.HTMcatast
 
 
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http://sites.google.com/site/lesacrescritture/
 
 
 
http://sites.google.com/site/lesacrescritture/Home/il-glorioso-ritorno-del-signore-gesu-alla-fine-dei-tempi-secondo-san-marco

Maggio 21, 2010

IL VANGELO SEGRETO DI MARCO-STUDIO DI G.BASTIA

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Vangelo segreto di Marco-Analisi di G.Bastia
 

 
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Secret_Mark.pdf

IL VANGELO SEGRETO DI MARCO-ULTIME NOVITA’

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Ancora incertezze sul Vangelo segreto di Marco

19 aprile, 2010 di Ludwik 

Meriterebbe di più di una semplice segnalazione, anche se per ora dovremo accontentarci, il dettagliato report che Venetia Anastasopoulou, grafologa della National Association of Document Examiners (USA), ha reso disponibile in questi giorni presso il sito della Biblical Archaelogical Review, sul famigerato caso del “Vangelo segreto di Marco”.

Riepiloghiamo brevemente la faccenda, per chi non ne sapesse nulla.

La grande laura di San Saba, in Cisgiordania. 

La scena del “delitto” si trova nello splendido Monastero di Mar Saba, a pochi chilometri da Gerusalemme. Siamo nel 1958. Morton Smith, già affermato docente di Storia delle religioni presso la Columbia University (New York), rinviene all’interno di un’edizione seicentesca delle lettere di Ignazio di Antiochia alcuni fogli manoscritti, che subito identifica come porzioni di una lettera di Clemente Alessandrino, il grande padre della Chiesa vissuto fra il 150 e il 212 circa. La scoperta presenta le caratteristiche di una vera “bomba” accademica: anche perché di Clemente, fino ad allora, non erano note altre lettere. Ma le sorprese non finiscono qui.

L’epistola, infatti, risulta indirizzata a un certo Teodoro: l’Alessandrino scrive per metterlo in guardia dalle dottrine dei Carpocraziani, un gruppo gnostico di tendenze  libertine attivo fra II e III secolo. Costoro, spiega Clemente, avrebbero adulterato alcuni passi di un “Vangelo segreto di Marco”, una versione ampliata del Vangelo che sarebbe poi diventato canonico, la cui lettura sarebbe stata consentita presso la chiesa di Alessandria, sempre secondo Clemente, soltanto agli «iniziati ai grandi misteri» (vale a dire, più prosaicamente, a quanti non  fossero stati semplici catecumeni). I Carpocraziani, a questo fantomatico Vangelo (di cui le fonti antiche tacciono), avrebbero aggiunto affermazioni del tutto spurie, secondo le quali Gesù insegnava i «misteri del regno di Dio» durante cerimonie notturne a sfondo iniziatico e sessuale, «nudo con nudo».

Il ms. della discordia (clicca per ingrandire). 

Come si comprende da questi rapidi cenni, la scoperta di Smith suscitò un enorme scalpore. Nel 1973, lo studioso procedette a un’edizione del testo, accompagnandola con un ampio commento (più di 400 pagine): Clement of Alexandria and a Secret Gospel of Mark, Harvard University Press, Cambridge (MA), e facendola seguire a un volume di taglio divulgativo, per presentare la scoperta al grande pubblico (di quest’ultimo volume esiste anche una traduzione italiana: Il vangelo segreto. La scoperta e l’interpretazione del Vangelo segreto secondo Marco, edito da Mursia, Milano 1977).

Le reazioni, ovviamente, non si fecero attendere. Una volta accertata l’autenticità clementina dello scritto, come si sarebbero valutate le citazioni del presunto Vangelo segreto? E in che rapporto sarebbe risultato, quest’ultimo, col testo canonico che noi conosciamo sotto il nome di Marco?

La critica si divise ben presto fra posizioni scettiche (l’intero documento clementino come un falso), posizioni moderate (il Vangelo segreto come opera secondaria rispetto a Marco) e posizioni radicali (il Vangelo segreto come testo precedente all’attuale Vangelo di Marco, escluse o incluse le varianti aggiunte dai Carpocraziani).

L’ipotesi del Vangelo segreto cominciò quindi ad essere utilizzata, pur con grande cautela, per spiegare alcune incongruenze presenti nel testo di Marco (passaggi bruschi o di difficile interpretazione, come il celebre episodio del «giovane che fuggì seminudo» durante la notte di Gesù al Getsemani, in Mc 14,51-52). E qualcuno riuscì a ricamarci sopra, tentando improbabili ricostruzioni storiche di Gesù come attivista gay ante litteram (un tratto fino ad allora assente dal vasto campionario dei “Gesù storici”).

Questo fino al 2005, quando compare un libro il cui titolo è tutto un programma: The Gospel Hoax. Morton Smith’s Invention of Secret Mark. L’autore è un giovane studioso di Nuovo Testamento, Stephen Carlson, allievo di Bart Erhman. Con dovizia di elementi, e con una precisione tale che il filologo sembra cedere il passo al criminologo, Carlson è convinto di poter dimostrare che l’epistola clementina e i brani del Vangelo  in essa contenuti siano inoppugnabilmente l’opera di un falsario (forse dello stesso Morton Smith). Falsi confezionati benissimo (al punto da illuminare la scomparsa inspiegabile degli originali: Carlson ha potuto lavorare solo su fotografie), ma che la moderna ricerca – appoggiandosi ad accurate analisi grafologiche, lessicali, stilistiche, e persino all’esame ottico delle muffe depositate sui fogli – potrebbe smascherare per la gioia e il dolore degli eruditi.

Tra i pochissimi studiosi italiani che prendono posizione sulla vicenda, si segnala Mauro Pesce. Nel libro-intervista scritto da Corrado Augias in collaborazione con lo storico, Inchiesta su Gesù, Pesce cita il libro di  Carlson, ma subito dichiara di fidarsi di una testimonianza offerta da Guy G. Stroumsa, docente di Religioni comparate presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Stroumsa sostiene di aver visto personalmente il codice dal quale Morton Smith avrebbe tratto i suoi fogli, nel monastero di Mar Saba, dopo un viaggio in macchina con David Flusser, Shlomoh Pines e l’archimandrita Melitone, del patriarcato greco di Gerusalemme: «Il libro era ovviamente rimasto dove Smith lo aveva trovato e dove lo aveva ricollocato». Questo sarebbe accaduto nel 1976, ma la testimonianza di Stroumsa si trova in un articolo uscito nientemeno che nel 2003.

I dubbi sollevati da Carlson, nel frattempo, non si spengono. A favore della tesi del falso d’autore intervengono anche altri. Ad esempio Peter Jeffery, un musicologo dell’università di Princeton, che fa uscire nel 2006 un  volume di grande impatto, The Secret Gospel of Mark Unveiled: Imagined Rituals of Sex, Death, and Madness in a Biblical Forgery, dove la ricostruzione storica della (presunta?) scoperta si affianca all’analisi di alcuni aspetti poco noti della biografia (intellettuale e non) di Morton Smith. Il libro viene pesantemente criticato da un sostenitore dell’autenticità del Vangelo segreto, Scott Brown, con un’esorbitante recensione (ben 47 pagine) apparsa nel sito della prestigiosa Review of Biblical Literature. Il dibattito, tuttavia, non accenna a spengersi (se ne possono seguire le varie fasi attraverso questo sito, oppure scorrendo le pagine del blog di Stephen Carlson; utili anche gli interventi di Loren Rosson, qui, qui e qui).

Nonostante alcune autorevoli voci contrarie (come quelle di Helmut Koester e di Charles Hedrick), il consenso intorno all’ipotesi del falso continua  a crescere: la sostengono personalità del mondo accademico diversissime per sensibilità, come Bart Ehrman, Craig Evans, Birger Pearson e Adela Yarbro Collins. E adesso, a smuovere ulteriormente le acque (già fin troppo agitate), interviene il contributo di Venetia Anastasopoulou che citavamo all’inizio. Ma la cosa non finisce qui: perché la Biblical Archaelogy Review, a quanto pare, ha commissionato l’esame del testo di Smith anche ad altri esperti di grafologia. E stando a certe indiscrezioni, non tutti sarebbero d’accordo col verdetto “innocentista” della Anastasopoulou. Staremo a vedere.

Nota. Segnalo in coda un interessantissimo articolo di Anthony Grafton, apparso su “The Nation” il 7 gennaio dell’anno scorso, che ricostruisce la vicenda accademica di Morton Smith con un occhio di riguardo al rapporto epistolare che questi ebbe con Gershom Scholem, tra il 1945 e il 1982. Il carteggio  fra i due è stato pubblicato a cura di Guy Stroumsa, presso Brill (Leiden 2008).

Aggiornamento. Ringrazio Peter Jeffery, che ha segnalato fra i commenti la sua risposta alla perizia di Venetia Anastasopolou: il testo si può leggere in formato pdf, cliccando qui; nel sito di Loren Rosson trovate un breve riassunto con alcune osservazioni.

http://letterepaoline.wordpress.com/2010/04/19/il-vangelo-segreto-di-marco/

Maggio 6, 2010

Catanzaro:Uccide la madre con sei coltellate

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6/5/2010 (8:24) – TRAGEDIA A CATANZARO

Uccide la madre con sei coltellate
Vittima un’insegnante
delle elementari di 53 anni
CATANZARO
Ha ucciso la madre con sei coltellate al termine di una lite. È accaduto la scorsa notte a Catanzaro, nel quartiere Lido, nell’abitazione sul Lungomare della città dove viveva la famiglia. La vittima è Maria Concetta Sacco, 53 anni, insegnante elementare.

A ucciderla, con almeno sei fendenti sferrati con un forchettone da cucina, è stato il figlio Marco Umberto Caporale, 21 anni, che pare soffra di disturbi depressivi. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Catanzaro, il giovane sarebbe uscito di casa ieri sera e avrebbe avuto un’improvvisa lite con un coetaneo, colpito con una testata al volto.

Poi, rientrato in casa avrebbe di colpo scaricato la sua rabbia contro la madre, mentre il padre si era allontanato per portare qualcosa in cantina. Sul posto sono giunti il medico legale dell’Università di Catanzaro, Giulio Di Mizio, e i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche. Sembra che negli ultimi mesi il ragazzo abbia sofferto di disturbi psichici che lo hanno portato a uscire di rado da casa.

 
 

aprile 25, 2010

S. MARCO EVANGELISTA

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S. MARCO EVANGELISTA
  
  
  

S. Marco fu il cooperatore di S. Paolo e l’ausiliare di S. Pietro nella predicazione del Vangelo. Nel Nuovo Testamento ora è chiamato col nome ebraico di Giovanni, ora col nome latino di Marco, ora Giovanni Marco. I migliori interpreti della Scrittura ritengono che si tratti sempre della medesima persona, non essendo raro il caso di ebrei aventi due nomi, come l’apostolo dei gentili che si chiamava Saulo e Paolo.

Non sappiamo nulla della sua infanzia trascorsa forse a Cipro insieme con il cugino Barnaba (Col. 4,10), di stirpe levitica. Gli Atti degli Apostoli parlano per la prima volta di lui in occasione della miracolosa liberazione di Simon Pietro dal carcere. Rientrato in se stesso, l’apostolo “dopo aver riflettuto, si recò in casa di Maria, madre di Giovanni, soprannominato Marco, dove molti erano radunati e stavano pregando” (12,12). In quella casa alcuni hanno voluto ravvisare il Cenacolo. Molti hanno identificato Marco con quel ragazzo che, “avvolto il corpo nudo in un fine indumento di lino”, seguiva Gesù nella notte del tradimento. Per sfuggire all’arresto, abbandonò l’indumento in mano agli sgherri appena lo afferrarono (Me. 14, 5ls). Non è improbabile che a Gerusalemme, dove abitava, abbia assistito a qualche discorso o a qualche miracolo operato da Gesù a conferma della sua dottrina. Ippolito romano afferma in Philosophumena (VII, 30, 1) che Marco sarebbe stato “dalle dita monche”. Siccome S. Pietro nella prima lettera che scrisse da Babilonia, cioè Roma, ai cristiani dell’Asia settentrionale chiama “Marco, figlio mio” (5,13), si ritiene che lo abbia battezzato personalmente, dopo la Pentecoste.

L’evangelista debuttò nella vita apostolica sotto gli auspici di suo cugino Barnaba e di Paolo, i quali lo condussero con sé ad Antiochia dopo che ebbero consegnato agli anziani di Gerusalemme la colletta che avevano portato (Atti, XII, 25). Data la sua giovane età, non fu adibito subito nel ministero della predicazione. Egli fu piuttosto responsabile dei servizi logistici, esterni, del loro apostolato. Nel loro primo viaggio missionario lo presero con sé. Attesta S. Luca: “Quando poi furono a Salamina (Cipro) cominciarono a diffondere la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei e avevano per cooperatore Giovanni” (Atti, 13, 5). Il coraggio di costui però venne ben presto meno di fronte alle persecuzioni degli ebrei e alle estenuanti fatiche del viaggio a piedi. Infatti, “partiti per mare da Pafo, Paolo e compagni giunsero a Perge in Panfilia, ma Giovanni si distaccò da loro e se ne tornò a Gerusalemme” (Ivi, 13,13). Nel 52, al momento del secondo viaggio missionario, Marco era di nuovo ad Antiochia. Barnaba avrebbe desiderato averlo in sua compagnia, “ma Paolo giudicò più conveniente di non riprendere con sé colui che in Panfilia si era separato da loro rifiutandosi di proseguire con essi nell’impresa. Ne derivò tale dissenso, che si separarono l’uno dall’altro: Barnaba prese con sé Marco e s’imbarcò alla volta di Cipro, Paolo, invece, si scelse Sila… e percorse la Siria e la Cilicia consolidando quelle Chiese” (Ivi, 15, 37-41).

A partire da questo momento gli Atti degli Apostoli non ci parlano più di Marco. E’ certo tuttavia che Paolo dimenticò presto i dissensi di Antiochia. Verso il 61 o 62, durante la sua prima prigionia romana, troviamo difatti Marco di nuovo in sua compagnia. Ai Colossesi scrisse in quel tempo l’apostolo: “Vi saluta Aristarco, il mio compagno di prigione, e Marco, il cugino di Barnaba (intorno al quale avete ricevuto ordini; qualora venisse da voi, ricevetelo), e Gesù detto il Giusto, i quali sono della circoncisione; fra questi sono i soli miei collaboratori per il regno di Dio, in quanto mi sono stati di consolazione” (4, 10s). Un anno o due più tardi, Marco attendeva all’evangelizzazione dei romani con S. Pietro. L’apostolo, nella lettera scritta agli abitanti dell’Asia del nord, ai suoi saluti unì anche quelli del “suo figlio, Marco” (1 Pt. 5,13). Questa è una dimostrazione evidente che l’attività di lui in Oriente era stata molteplice e vasta dopo il suo ritorno da Cipro verso il 50. Dovette ritornarvi prima della persecuzione scatenata da Nerone nel 64, dopo l’incendio di Roma. Nel 66, durante la sua seconda prigionia romana, Paolo scrisse difatti a Timoteo, residente ad Efeso: “Affrettati a venire da me al più presto… Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te, perché mi è utile per il ministero” (2 Tim. 4, 9-11).

Antiche tradizioni abbastanza attendibili asseriscono che, negli anni successivi al martirio dei Principi degli Apostoli, S. Marco abbia evangelizzato l’Egitto, vi abbia fondato la chiesa di Alessandria di cui sarebbe stato il primo vescovo. Non ci è noto il tempo e il genere della sua morte. Mercanti veneti nell’828 trafugarono le reliquie dell’evangelista, in onore del quale, l’anno successivo, a Venezia, fu costruita una basilica in seguito ampliata e rivestita di mosaici. Il principe saraceno di Alessandria, per poter costruire un grande palazzo, aveva deciso di abbattere un gruppo di edifici tra i quali si trovava quello che conservava il corpo del santo. Per evitarne la profanazione, il monaco Staurazio e il prete Teodoro, s’accordarono con i mercanti Buono da Malamocchio e Rufino di Torcello i quali deposero i resti di S. Marco in una cesta e li ricoprirono di carni suine per eludere il controllo dei doganieri maomettani.

Tutti gli studiosi ammettono concordi che il secondo vangelo, il più breve di tutti, fu scritto da S. Marco, il quale, come fu l’ausiliare di S, Pietro nella predicazione in Asia e a Roma, così ne fu pure l’interprete e il portavoce autorizzato. Nel suo Vangelo, perciò, non ci ha trasmesso altro che la catechesi del primo papa, tale e quale egli la predicava ai primi cristiani. Difatti Papia, vescovo di Gerapoli all’inizio del II secolo, dice espressamente, riportando le affermazioni di un certo presbitero Giovanni: “Marco, divenuto interprete di Pietro, scrisse esattamente, ma senza ordine quando si ricordò delle cose o pronunziate o operate dal Signore. Egli infatti né udì il Signore, né lo seguì, ma più tardi, come ho detto, seguì Pietro, il Quale faceva le istruzioni secondo le necessità, senza voler fare un coordinamento dei detti del Signore; cosicché Marco non ha colpa se scrisse alcune cose come ricordava. Ad un solo punto fece attenzione, a non tralasciare nulla di quanto aveva udito e a non mentire” (in Eusebio, Hist. Eccl., III, 39, 15).

Marco scrisse il suo Vangelo a Roma, tra il 55 e il 62, in seguito alle istanze di molti cristiani, convertiti dal paganesimo, per dimostrare che Gesù è vero Dio con una vivace descrizione dei miracoli da lui operati.

Sac. Guido Pettinati SSP,

I Santi canonizzati del giorno, vol. 4, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 318-320.

http://www.edizionisegno.it/

http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=548

settembre 11, 2008

IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA IN MARCO

Filed under: Senza Categoria — Tag:, , , , , — mirabilissimo100 @ 11:06 PM

IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

 

 

 

 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,17-29.

Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
Subito il re mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

 

Traduzione liturgica della Bibbia

http://www.vangelodelgiorno.org/www/main.php?language=IT&localTime=08/29/2008

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